X Factor 2020, lo spettacolo dal vivo ai tempi del COVID.

La produzione del programma sceglie l’intrattenimento, sembra che voglia far dimenticare la paura, le percentuali del contagio, la minaccia del lockdown.
Così la prima esibizione è come al solito scoppiettante e pirotecnica e sovrastata dalle urla del pubblico in sala.

Passo falso: sui social si scatena la bufera. Accanto ai divertiti commenti sulla giacca lussureggiante del presentatore Cattelan e sugli orecchini fastosi del giudice Emma, quelli allarmati preoccupati e arrabbiati di chi si chiede se a Sky Uno godano di extraterritorialità: dov’è il distanziamento?
Perché i cinema e teatri chiudono e nello studio di X Factor sembrano al Colosseo ai tempi di Nerone?

Al primo break il bravo Cattelan rassicura il pubblico, e la sua frase viene rilanciata sul polemico twitter in diretta: il pubblico in studio è pagato, tamponato, sano e distanziato, secondo le norme vigenti.
Liberi di non crederci, noi ci crediamo, ma forse avrebbero dovuto dirlo prima dell’inizio. La ‘gente’ vuol divertirsi, non essere presa per scema: la pandemia è una minaccia grave e ci dicono da sei mesi di non abbassare la guardia, quindi non si può far finta di niente. Del resto, non ci sarebbero tante persone a seguire il programma se i locali fossero aperti e i giovani potessero sostare con una birra in piazza nel clima ancora morbido dell’autunno italiano.

L’emozione

La situazione particolare si riflette anche nell’inusuale tasso di emozione vera dei partecipanti: non quella gonfiata ad arte della gara, ma quella reale degli attori di questo show che ‘must go on’ e non è facile ridere e scherzare in questo momento. Cattelan tentenna, e non è mai successo, e il giovane Manuelito, all’esordio, ha la voce rotta dal primo all’ultimo intervento. Calore umano contro spocchia, vittoria a tavolino.
Lentamente lo spettacolo prevale. Il meccanismo del programma punta su alcuni cambiamenti, e Mika sottolinea come X Factor Italia sia la prima versione del talent show fatto di cover che si inventa l’azzardo di proporre gli inediti dei cantanti nella prima puntata. In effetti la maggior parte dei cantanti si esibisce con canzoni già presentate nelle fasi delle audizioni e dei bootcamp, quindi per chi segue X Factor non sono veri inediti ma melodie (oddio, melodie…) già sentite. E questo paga, come nel caso di Bomba, del campione di autotune Vergo che, come hanno già cominciato a dire e diranno fino a gennaio, ‘spacca’ il palco con la sua esplosiva miscela di effetti sonori e voce.

Lo spettacolo

Prima di ogni esibizione una breve presentazione del concorrente: un classico per X Factor, ma ormai un po’ meccanico. Troppa retorica, troppo ‘background’ esibito, i concorrenti sono cantanti e non bravi attori, l’insieme non convince, risulta superfluo: per noi è no.
La regia delle esibizioni è superfrenetica, anche quella ‘troppo’. La decisione di mixare le immagini dal vivo con immagini registrate rimane inspiegata, e confonde le idee: anche questo notato sui social, dove denunciano sopravvenuti attacchi epilettici per eccesso di immagini flash.

Vincente come al solito invece il commento dei giudici post esibizione. Gentili e incoraggianti con tutti, i fantastici quattro comunque non rinunciano a criticare quando serve, come quando Mika dice soavemente a Blue Phelix (giovane talento che rivendica la sua sessualità fluida e si ispira nel look alle dive anni ’80) che lui gli piace molto ma la sua canzone per niente, e ai Manitoba che ora è ‘molto meno innamorato’ di loro (finiranno in ballottaggio infatti). Sempre divertente e competente, Mika sembra un po’ spaesato rispetto alle nuove regole del gioco, e dato che la sua Eda Marì è la candidata all’uscita la prossima settimana, ammette di aver commesso qualche errore nella preparazione. (Il nuovo meccanismo prevede che la concorrente a rischio eliminazione si scontri giovedì prossimo con l’artista che questa settimana riceverà meno ascolti in streaming sul web: un modo per agganciare e inchiodare l’attenzione del pubblico per sette giorni).
La neofita Emma è il giudice più buono di sempre insieme all’indimenticato Lodo Guenzi, si fa guidare dalle emozioni, e rimbalza sui social il suo ‘sono anche io un’artista e devo dire quello che penso’, retorico ma credibile, difende i suoi ragazzi ma si entusiasma quando vede il talento anche negli altri. Come per i Melancholia, che come dice il loro giudice Manuel sono ‘una vera band con un vero leader’, e con un vero pezzo, aggiungiamo noi, di un livello talmente superiore da rendere un po’ imbarazzante quel che è venuto prima.


Ecco, Manuel, che la televisione la critica e ne prende ufficialmente le distanze, è il più televisivo di tutti: quando parla si fa silenzio, e anche le pause sono magnetiche, la sua faccia affilata piace alla telecamera come piace sul palco quando canta. Quando presenta e commenta i suoi gruppi la sua retorica si infiamma a livelli sublimi, è privo di obiettività e sembra una leonessa coi suoi cuccioli: convince e piace, come quando presenta fiero i Little Pieces of Marmelade, duo hard punk rock versione nerd, energia vitale pura e ‘cantato lancinante’: non sai se ti è piaciuto più quel casino che hanno prodotto in abbondanza o l’elegia che ne ha fatto il loro estatico giudice.

Hell Raton, al secolo non si sa ma per tutti Manuelito, forse con la sua squadra non ha fatto le faville che ci si aspettavano da lui (la superfavorita Casadilego, dotatissima cantante di formazione classica con una voce eccezionale porta un pezzo molto più debole che alle audition, troppo concentrato sul dimostrare il virtuosismo della voce che le emozioni che dovrebbe trasmettere), ma al tavolo è piaciuto molto, con la sua emozione trattenuta a stento, i suoi sorrisi per non farsi nemici i nemici giudici, la sua genuina passione per la musica vera. I social lo amano e lo desiderano, i commenti si fanno spinti e anche la presentatrice del ‘dopo’ X Factor rende omaggio al nome del programma ‘Hot Factor’ con una mezza proposta indecente per il bel sardo-equadoregno.


Prima di chiudere, col segno decisamente positivo (e scusate se questo aggettivo al tempo del COVID suona male, ma non c’è un sinonimo accettabile) questo commento sulla prima puntata di X Factor 14, dichiariamo il nostro assoluto preferito: N.A.I.P., acronimo del folle nome ‘Nessun Artista in Particolare’. L’artista è un folletto barbuto, una specie di Mork venuto da Ork, un alieno sgangherato che presenta un’esibizione tra il cantato il distorto e lo schizzato, con un’ironia surreale e divertentissima, presentando un inedito che spiazza ma allo stesso tempo rimane negli occhi e nelle orecchie. E’ il pezzo forte della squadra di Mika, è ‘il nostro amico intelligente’, tutti lo lodano e il fatto che piaccia anche al pubblico la dice lunga sulla follia dei nostri tempi, al tavolo dei giudici non sanno più come elogiarlo e partono con delle filippiche degne della sua follia ‘avanguardia, surrealismo, pazzo, geniale, sticazzi’, e Manuel sigla il successo di un’esibizione finalmente davvero inaspettata, moderna, unica. Se dovesse mai vincere, verrebbe da dire che X Factor Italia è riuscita a uscire dal mainstream dal quale nasce.

Conclusioni

E comunque alla fine c’è riuscito, X Factor, a farci uscire da noi stessi (e un po’ di testa) per ben più di due ore. Nel rispetto delle norme, va da sé.

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