Netflix e lo strano caso dell’abnorme incremento delle vendite di scacchi nel 2020.
Che la televisione possa tirare la volata al successo di vendite di un prodotto non è una novità, ma il caso del ‘mostruoso’ incremento delle richieste di scacchi e scacchiere dopo il successo della serie Netflix La regina degli scacchi ne è un esempio tanto eclatante quanto virtuoso.
Profitero, azienda americana che si occupa di analisi economico-finanziaria dell’e-commerce, rivela che quest’anno su Amazon le ricerche per gli items scacchiere e set per scacchi sono cresciute nientemeno che dell’857%, una cifra spaventosamente grande, per un successo delle fortune del gioco che non si registrava in America dai tempi della sfida Spassky-Fischer del 1972, che sublimò nell’agone sportivo lo scontro della Guerra Fredda tra Urrs e Usa.
Il dato è supportato da quelli di NDP, azienda leader mondiale di informazioni e tracking delle vendite, che segnala come in generale gli acquisti dei set di scacchi sono aumentati dell’87% nelle settimane di debutto della serie Netlfix a ottobre.
Ma non solo: sempre a quanto ha rilevato Profitero, il libro di scacchi che il custode dell’orfanotrofio regala a Beth Harmon quando capisce che la ragazzina è un fenomeno, ovvero il Modern Chess Opening, ha incrementato le vendite (reggetevi) del 5000%, stracciando il record di preferenza di un evergreen della categoria, il (ora meno) leggendario Bobby Fischer Teaches Cess.
E’ vero che le vendite di scacchi erano già in leggero aumento dall’inizio dell’anno, ovvero del 25%. L’analisi spicciola ma realistica è che la noia del lockdown e della reclusione in casa hanno favorito un gioco tranquillo e casalingo come gli scacchi, oltre a spingere gli Americani a guardare ancora di più la televisione, e la serie Netlfix ha casualmente unito questi due elementi, arrivando nel posto giusto al momento giusto, e diventando quasi involontariamente un volano per i prodotti connessi al gioco degli scacchi.
Ma qui viene il bello, o per usare una metafora più contestualizzata, eccoci alla mossa vincente.
L’aumento di ‘mere’ vendite infatti non è una novità quando si parla di successi televisivi.
Ci sono però tre livelli a cui una serie o una saga cinematografica possono incidere sui gusti del pubblico in fatto di acquisti.
C’è il vero e proprio merchandising, quello per cui miriadi di ragazzini e di nerd sono corsi ad acquistare i pupazzetti di Baby Yoda dopo aver visto su Disney + The Mandalorian, la serie action fantascientifica in cui l’adorabile creaturina dagli occhi enormi compare.
C’è poi l’influenza sullo stile, quella per cui dopo che la Lady Diana di Emma Corrin in The Crown compare in un episodio con il barbour per partecipare a una battuta di caccia, le vendite e le ricerche online di questo giaccone informe e puzzolente, simbolo dell’eleganza effortless (leggasi ‘sciattona’) dell’upper class inglese e internazionale, sono schizzate alle stelle dopo circa 30 anni di situazione stazionaria, facendo arrivare ai 200 dollari il prezzo per un elemento singolo non solo datato ma addirittura usato. Qui il livello è già più alto: comprare un capo di abbigliamento visto in una serie sui reali d’Inghilterra fa sentire chi lo indosserà come se facesse parte di un mondo diverso, migliore, insomma gli fa incarnare un sogno, come negli anni ’90 le ragazzine che andavano dal parrucchiere a farsi fare il taglio ‘alla Rachel di Friends’. Non solo consumismo, quindi, siamo dalle parti dell’influenza estetica.
Ma con il ‘caso Regina degli Scacchi’ siamo a un livello ancora superiore. Infatti comprare una scacchiera, naturalmente, è solo il primo passo di un processo ben più profondo. Chi compri un set di scacchi o anche un libro che insegna come giocare, ha intenzione di USARE gli scacchi.
Ha intenzione cioè di imparare, o incrementare la sua conoscenza, di un gioco antichissimo, nobile, e utile. E’ quasi incredibile che nell’era iperveloce e digitale, dove ogni cosa viene consumata nel breve volgere di pochi minuti, in cui prima di leggere un articolo si cerca la stima di quanto tempo questa operazione ci porterà via, qualcuno, anzi TANTISSIMI, possano decidere di fermarsi a giocare a scacchi. Attività sedentaria, intellettuale, potenzialmente lunghissima, empiricamente complicata.
Gli scacchi fanno bene alla mente, sviluppano la memoria e la visione astratta, ai ragazzi in fase di crescita portano vantaggi nello sviluppo della corteccia prefrontale, e sono un esercizio per i cervelli di tutte le età.
Quindi il successo di una bellissima storia vista in tv in questo caso non influenza solo la spinta agli acquisti dell’utente, ma ne indirizza i comportamenti, innescando una spirale virtuosa che induce l’individuo a praticare un’attività che potrebbe fargli bene al corpo e alla mente.
Una spinta educativa e istruttiva data dalla televisione, tanto più interessante perché realizzata senza che il prodotto ne avesse le intenzioni, senza quella pretesa di ‘fare la predica’ che rende spesso il contenuto ostico e può ottenere i risultati inversi.
E ora, dite, non vi è venuta voglia di andare a ordinare una bella scacchiera di legno?