PRIMA DONNA AD ESSERE CANDIDATA AGLI OSCAR PER LA MIGLIOR REGIA NEL 1977, LINA WERTMULLER PUO’ ESSERE CONSIDERATA LA PALADINA DI UN GRUPPO DI CINEASTE (ANCORA POCHE) CHE NEGLI ANNI SEGUENTI HANNO CERCATO DI ESPUGNARE LA ROCCAFORTE MASCHILE DELL’ACADEMY AWARD. SOLAMENTE IN DUE CE L’HANNO FATTA, MA ANCHE LE ALTRE HANNO LASCIATO UN GRAFFIO INDELEBILE NELL’IMMAGINARIO CON LA LORO MACCHINA DA PRESA. PER OMAGGIARE LINA WERTMULLER PARLIAMO DI LEI E DELLE SUE EREDI.

 

Dietro gli occhiali bianchi”, in onda su Sky Arte e in streaming su Mediaset Play, è il documentario, diretto da Valerio Ruiz, che vi consigliamo per allinearvi allo sguardo di Lina Wertmuller e ripassare l’importanza della sua prorompente vena creativa ascoltando le testimonianze di Martin Scorsese, Harvey Keitel e naturalmente di Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, i suoi principali attori feticcio. Oltre ai racconti della stessa Lina, mai banali, nemmeno per cortesia o necessità di scena.

Lina Wertmuller è stata la prima donna nella storia del cinema ad essere candidata agli Oscar per la miglior regia con “Pasqualino settebellezze”, qui sopra il link per vederlo su YouTube (al momento non ci risulta nessuna disponibilità del film sulle principali piattaforme). Usando le lenti del grottesco, il film segue le peripezie di un guappo napoletano, opportunista e sospinto da istinti primordiali, che dopo aver commesso un delitto d’onore viene rinchiuso in un manicomio criminale, per poi finire in un lager nazista. Un film che riesce a sprigionare, e al contempo a contenere in un equilibrio perfetto, il dramma e la commedia, l’orrore e la farsa. Un accumulo barocco, cupo ma ridanciano, che racconta le infime ed enormi miserie dell’anima coniugando intrattenimento e riflessione.

JANE CAMPION

La seconda cineasta in ordine di tempo ad ottenere la nomination agli Oscar, senza vincerlo, fu Jane Campion con “Lezioni di piano”, un’incursione tempestosa nel corto circuito tra eros, musica e tragedia che di statuette se ne aggiudicò 3: furono premiate le attrici Holly Hunter e Anna Paquin oltre alla sceneggiatura originale firmata proprio dalla regista neozelandese, di cui vi consigliamo “Il potere del cane” (lo trovate su Netflix): un dramma viscerale di ampio respiro tratto dal romanzo di Thomas Savage, ambientato in un ranch del Montana negli anni 20 del Novecento, che mette in scena l’amore, la passione e la brutalità che mettono in moto le vicissitudini di due fratelli e di una donna. Il film ha vinto il Leone d’Argento a Venezia per la miglior regia.

SOFIA COPPOLA

E poi venne il giorno di Sofia Coppola e del suo “Lost in Translation(QUI la nostra recensione) che nel 2004 mancò il premio alla regia aggiudicandosi solamente l’Oscar per la sceneggiatura originale. Il film consacrò, tuttavia, il tocco registico, l’originalità creativa e la perizia nel confezionare i dialoghi della figlia di Francis Ford Coppola, dopo il debutto de “Il giardino delle vergini suicide”. Successivamente Sofia avrebbe vinto il Leone d’Oro con “Somewhere” (disponibile su Now Tv e Tim Vision) e fu omaggiata anche a Cannes con “L’inganno” nel 2017. Ma a noi piace ricordare la biografia pop di “Marie Antoinette” (su Netflix) con Kirsten Dunst che si ribella alla prigione dorata di Versailles sulle note di molte hit degli anni 80.

KATHRYN BYGELOW

A scrivere finalmente la storia fu Kathryn Bigelow che nel 2010 strinse nelle mani l’Oscar per la miglior regia (e anche quello per miglior film) con “The Hurt Locker“, un war-movie che racconta la missione di una squadra speciale di artificieri americani durante la guerra in Iraq; un film che insegue una pluralità di punti di vista come in un reportage bellico e disinnesca il patriottismo incravattato di Bush a colpi di alienazione, sofferta da coloro che mordono la polvere, camminano sulle mine e rispondono alla paura con l’adrenalina. Il film lo trovate su Netflix, mentre su Amazon vi consigliamo “Detroit”, il resoconto dei disordini che misero a ferro e fuoco la capitale del Michigan nell’estate del 1967. Una rivolta scatenata dalla polizia, mal gestita dall’allora presidente Lyndon Johnson, fino al macabro epilogo all’interno del Motel Algiers.

GRETA GERWIG

Lady Bird” (visibile su Rakuten, Chili, Google Play e Apple Tv) entra nei dubbi e nei sogni di Christine (Saoirse Ronan), una diciassettenne di Sacramento alla ricerca di crediti scolastici per poter finalmente volare a New York. Lì dove tutto succede, via dagli obblighi che la imprigionano.  È il film con cui Greta Gerwig ottiene la nomination agli Oscar nel 2018 e con cui vince il Golden Globe. Una pellicola di formazione che investiga con garbo, pathos e umorismo tra le coordinate di una personalità in via di definizione, soffermandosi sul turbolento legame di Christine con una madre tanto amorevole quanto ostica. L’oasi di riferimento della Gerwig è quella del cinema indie con i suoi personaggi dalle propensioni artistiche e dalle trepidazioni esistenziali. Ne esce un riuscito pentagramma generazionale che la Gerwig suona alla perfezione armonizzando i battiti del cuore di una ragazza che sta per diventare donna. A proposito: su Netflix e su Tim Vision, non perdetevi la versione di “Piccole donne” che Greta Gerwig ha diretto nel 2019.

CHLOE ZHAO

A bissare il successo della Bygelow è stata, nell’edizione degli Oscar 2021, Chloe Zhao, la regista cinese naturalizzata statunitense con il suo “Nomadland(QUI il nostro articolo per scoprire tutte le altre unicità del film), trionfatore anche al Festival di Venezia con il Leone d’Oro e ai Golden Globe. “Nomadland” è un road movie sullo sfondo della crisi economica del 2008. Sulla strada c’è una donna matura (Francis McDormand) che ha perso tutto e si rimette in gioco con il suo furgone girando fra i paesaggi sconfinati dell’ovest americano, da sempre simbolo di cambiamento, frontiera astratta e concreta da raggiungere e sorpassare. Una fuga dalla società che non ti permette più di produrre per lei e quindi anche un esilio dalle regole che quella stessa società impone, cercando di trovare un nuovo assetto all’interno di una comunità in costante movimento. Se non lo avete ancora visto, il film lo trovate in streaming su Disney +.

Lascia un commento