COSA, DOVE E PERCHÉ VEDERLE
Cosa e dove
Il Commissario Ricciardi, Rai e RaiPlay, dal 25 gennaio 2021
Arriva dopo varie traversie legate al dilagare del COVID durante il 2020 la serie tv ispirata ai romanzi di Maurizio De Giovanni e diretta da Alessandro D’Alatri. No, non I bastardi di Pizzofalcone. Sì, quella è una serie con protagonista un poliziotto, ambientata a Napoli, ispirata alla saga scritta dal romanziere napoletano Maurizio De Giovanni e diretta da Alessandro D’Alatri. Anche questa lo è. Ma, ovviamente, c’è un ma.
Le opere di Maurizio De Giovanni sono amatissime e contano schiere di lettori nel nostro paese di scarsi lettori, e quelli che lo leggono lo vogliono vedere anche in tv, perché i suoi romanzi sono, in nuce, delle fantastiche sceneggiature, come dimostra il successo in tv de I bastardi di Pizzofalcone con protagonista Alessandro Gassmann (visibile su Amazon Prime e su RaiPlay). Ma Il Commissario Ricciardi è una storia più difficile da trasportare sullo schermo. Il perché è presto spiegato: Luigi Alfredo Ricciardi, il protagonista delle storie, è un nobile barone del Cilento negli anni Trenta, perseguitato per sorte dalla maledizione di vedere la gente morta. Più precisamente, vede gli spirti delle persone morte di morte violenta, che lo tormentano con i loro ultimi pensieri e le raccapriccianti ferite che hanno privato i loro corpi della vita. Il nobiluomo ha deciso di sfruttare questa sua deprimente caratteristica per fare il poliziotto, risolvendo casi di omicidio sfruttando le confuse indicazioni che le vittime continuano a dare, solo per lui, sulle scene dei delitti. Sulla carta, tutto questo parlare con i morti non stupisce, fa parte del personaggio e ognuno se lo figura in mente come vuole e come sa: ma ora bisogna scoprire come ‘terrà’ sullo schermo, e suscita curiosità immaginare come avrà risolto il regista il difficile problema della sospensione della credulità, e come Lino Guanciale saprà rendere la cupa empatia sovrannaturale del personaggio.
Perché
Per soddisfare la curiosità di cui sopra, capendo come si sono arrangiati sceneggiatori, showrunners e regista nel trasferire sullo schermo il mondo interiore del personaggio, che nei romanzi è la vera sostanza della trama.
E perché i romanzi della saga del commissario Ricciardi sono dei gioielli. L’ambientazione negli anni ’30, che descrivere l’affermarsi implacabile e inesplicabile del fascismo in Italia, i casi che ci trasportano tra i vicoli di Napoli e dentro le case dei nobili, i personaggi vividi e veraci, le donne bellissime e i criminali più abbietti, la città eternamente affascinante e incasinata, e poi lui, il protagonista da fuori indecifrabile e dentro dolente, tormentato, inturcinato nella propria sensibilità malata che gli fa pensare di non poter avere affetti, legami, amicizie: tutto questo fa parte della ‘poesia’ che questa saga crea per i lettori. Speriamo e auguriamo allo scrittore che gli episodi televisivi sappiano riprodurre in qualche modo questa qualità così speciale che ha fatto amare un personaggio onestamente del tutto improbabile, e ha fatto correre dei seri rischi al suo autore quando ha deciso, nel 2020, di chiudere la serie una volta per tutte.