Larry Flynt – Oltre lo scandalo (SKYGO/NOWTV)

Prodotto da Oliver Stone e diretto da Milos Forman, che si aggiudicò sia l’Orso d’oro a Berlino sia il Golden Globe per la miglior regia,  “Larry Flynt – Oltre lo scandalo” ci introduce nel mondo del fondatore di Hustler, la rivista porno che nel 1974 cominciò a sfidare le più ‘tradizionali’ Playboy e Penthouse sul loro stesso terreno, pubblicando foto maggiormente esplicite e ginecologiche, senza il timore inoltre di mettere in mezzo anche personaggi famosi.

Il film con Woody Harrelson nel ruolo di Flynt e un cast in cui lo stesso Flynt interpreta, per una giocosa scelta di contrappasso, la parte di uno dei giudici è il resoconto della battaglia processuale successiva alla denuncia per diffamazione nei confronti dell’editore da parte del reverendo Jerry Falwell.

Lo spartito del Legal Movie è un pretesto per riaffrontare uno dei capisaldi degli Stati Uniti: il primo emendamento della Costituzione americana sulla libertà di espressione al quale Flynt si appellò per evitare la condanna. Ma allargando lo sguardo, il film di Forman (scritto dagli stessi sceneggiatori del burtoniano “Ed Wood” e premiati con il Golden Globe) è la storia di un iconoclasta che ebbe lo sfacciato coraggio di agitare la bandiera del sogno americano dalla finestra del palazzo proibito, stritolando la morale corrente e finendo per coronare proprio quel sogno, fondando dal nulla un impero miliardario. Tanto per rimanere in tema, lo mise in quel posto ai benpensanti che volevano inchiodarlo. Diventò un nababbo, malgrado le numerose battaglie legali che fu costretto ad affrontare, le condanne per oscenità e l’attentato di cui fu vittima e che lo costrinse alla sedia a rotelle.

Milos Forman si appassionò alla parabola del singolo individuo che lotta contro un sistema repressivo che ne vuole limitare la libertà con ogni mezzo. Suo è anche “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, ad esempio, e sempre Forman avrebbe girato successivamente la storia del più anticonvenzionale dei comici, Andy Kaufman, in “Man on the Moon”.

Inoltre, il regista cecoslovacco naturalizzato statunitense modellò il personaggio di Larry Flynt con un occhio a un altro agitatore dei costumi, ossia Lenny Bruce, lo sboccato stand-up comedian degli anni 60 che smosse dal torpore la bigotta censura a stelle e strisce. Tanto che Forman fa pronunciare a Flynt alcune celebri e ficcanti battute dello stesso Bruce (“Se qualcosa vi disgusta del corpo umano, prendetevela con il produttore”). Nel film che schiera anche Courtney Love e Edward Norton, si sonda provocatoriamente il concetto di oscenità, di tolleranza e si fa un viaggio inconsueto sul tema dei diritti civili in compagnia di un personaggio controverso che può essere definito come un patriota oltraggioso, un antieroe erotomane che sfidò la morale puritana obbligandola ad usare le stesse regole per un altro gioco. E vinse.

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