Morire il giorno dei morti, che per di più coincide col proprio compleanno: Gigi Proietti se n’è andato con umorismo, sornione e ironico fino alla fine.
Ognuno ha un ricordo di Proietti, non solo ogni romano ma proprio ogni italiano. Una battuta, una smorfia, il ritornello di una canzone, un’immagine o un modo di dire.
E, data la cattiva abitudine invalsa su Internet di rendere omaggio ai famosi defunti con delle celebrazioni auto-biografiche, il rischio è di pubblicizzare un pezzo di sé stessi invece che ricordare chi è scomparso. Soprattutto quando il personaggio, anzi la persona, è considerata patrimonio nazionale.
Per evitare scivoloni, scegliamo di non ri-raccontare la carriera ultra conosciuta dell’attore Gigi Proietti, e di segnalare invece come la tv, proprio il giorno del lutto, decide di ricordare un grande artista poliedrico e umanissimo, il cui sorriso sconfinato è già tesoro della nostra memoria collettiva.
La televisione ricorda Gigi Proietti
Pinocchio (Sky On Demand)
Il folle, visionario, fedelissimo Pinocchio di Matteo Garrone regala a Gigi Proietti il suo ultimo grande ruolo: con barba, pastrano e cappellone. Proietti interpreta l’archetipo del personaggio burbero ma buono, il Mangiafuoco tuonante e starnutente che si fa intenerire dalle vicende del burattino dal naso lungo. Con la sua voce splendidamente invecchiata, roca e profondissima, l’interprete regala al personaggio una credibilità ‘favolosa’ che, ora sappiamo, sarà un bel testamento in un film d’autore.
Febbre da cavallo (Netflix, Amazon Prime, RaiPlay, TIM VISION, Apple Tv)
La commedia di Steno del 1976 è uno di quei film talmente conosciuti da aver trasmesso modi di dire nella lingua italiana: la ‘mandrakata’, intesa come una botta di genio che alla fine non dà nessun risultato di successo, nasce dal soprannome del protagonista del film, proprio Proietti col suo ‘Mandrake’, modello, aspirante attore povero in canna, fanfarone e senza un soldo, che spera sempre di svoltare con le scommesse ippiche. Il tormentone ‘wisky maschio senza fischio’ esce dagli anni ’70 per viaggiare placido e senza ostacoli direttamente nel millennio successivo.
Febbre da cavallo – La mandrakata (TIM VISION)
Nel seguito uscito nel 2002 del classico di Steno, il figlio del regista Carlo Vanzina ripropone le avventure della banda di scommettitori sfortunati del film culto: Gigi Proietti interpreta ancora Bruno Fioretti, Mandrake, aspirante attore, sedicente seduttore e inguaribile appassionato di corse di cavalli, senza perdere lo smalto comico e la graffiante (auto)ironia di interprete
Brancaleone alle crociate (Infinity TV)
Nel seguito del leggendario L’armata Brancaleone di Mario Monicelli (1970), in cui il cavaliere cialtrone interpretato da Vittorio Gassman deve proteggere il Santo Sepolcro, Gigi Proietti interpreta nientemeno che tre ruoli: il penitente ‘orrido’ Pattume, l’eremita sulla colonna Colombino e la Morte (travestito e irriconoscibile, Gigi dirà che all’epoca pensava “Ma che chi me lo fa fa’ a suda’ nel deserto, se nessuno me riconoscerà mai?)
Il premio (Sky Cinema Collection)
Nel 2017 Gigi Proietti viene diretto da Alessandro Gassmann nel ruolo di uno scrittore che parte coi figli per Stoccolma a ritirare il Premio Nobel per la letteratura: in una pellicola non leggera come potrebbe sembrare, Proietti ha l’incarico delicato di evocare senza dichiararlo la figura del gigante del cinema e teatro italiano, suo amico personale e padre amato-ingombrante del regista, Vittorio Gassman.
La mortadella (Sky Cinema Collection)
Nel film del 1971, regia di Mario Monicelli, Gigi Proietti è Michele, fidanzato che Sophia Loren (con una mortadella) raggiunge a New York ma che la delude perché ha abbandonato i suoi ideali di giustizia ed eguaglianza e pensa solo a guadagnare soldi: da idealista ad affarista in un ruolo dolceamaro.