CHI E’ JOSH O’CONNOR, UN ATTORE ‘REALMENTE’ BRAVO

Josh O’Connor è l’attore inglese che interpreta il Principe Carlo d’Inghilterra nel  successo Netflix, la seguitissima serie The Crown.
Interprete di formazione ed esperienza teatrale, già visto in tv e in produzioni cinematografiche indipendenti, conosciuto e premiato in patria, ha partecipato anche produzioni internazionali ed è stato protagonista di un film con Annette Bening e Bill Nighy: per quanto la sua performance come l’erede al trono d’Inghilterra sia stata ottima, il suo curriculum solido può dunque fargli sperare di non rimanere schiacciato da questo ruolo.

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In una lunga intervista rilasciata al Guardian, il trentenne attore fa chiarezza sul dubbio che avranno avuto molti spettatori nel notare il tratto fisico che egli ha in comune con il vero Principe di Galles:  alla domanda “In che momento ti sei chiesto se le tue orecchie prominenti avessero avuto un ruolo nello scegliere te per interpretare Carlo d’Inghilterra?”  la risposta è un deciso “Oh mio Dio, immediatamente”.
Il bel paio di orecchie a sventola, tratto frequente nella popolazione ma (se ci fate caso) estremamente raro tra gli attori, di O’Connor è stato forse il motivo per cui è stato chiamato al casting, ma sicuramente non quello per cui è stato scelto.
Peter Morgan, il creatore di The Crown, ha detto di lui che è un “actor’s actor”, definizione inglese intraducibile che indica un talento recitativo poliedrico e solido, che non mette in ombra gli altri ma anzi li esalta, non pretende l’attenzione assoluta ma dà il massimo dell’efficacia proprio nel gioco di squadra. (Il paragone esplicativo Morgan lo fa con il celebre centrocampista del Barcellona Iniesta: suona un gran complimento anche per chi non è esperto di calcio).
Josh è un ‘camaleonte’ insomma, le cui doti sono riconosciute anche  dai – solitamente ingenerosi – colleghi. E questo camaleonte con le orecchie a sventola è riuscito a prendere il ‘colore’ di un personaggio reale ma che nessuno conosce realmente, l’apparentemente timido e goffo Principe Carlo, di cui molto si sa ma niente per certo.

Repubblicano convinto e anche dichiarato supporter di Corbyn (il leader laburista più vicino a un socialista che la Gran Bretagna abbia avuto da decenni), O’Connor era inizialmente poco convinto di interpretare quello che per lui era solo un tizio ‘estremamente ricco ed elegante’, del quale non vedeva però il ‘succo’.  Dopo il provino, e dopo aver parlato con i creatori della serie The Crown (probabilmente anche dopo aver pensato alla notorietà planetaria che avrebbe avuto in cambio…), l’attore ha capito quale fosse veramente il punto:  dare voce e punto di vista a un uomo che non ha ancora mai avuto voce e che non potrebbe, istituzionalmente, esprimere il suo punto di vista. Erede al trono della monarchia regnante più antica del vecchio continente, Charles Windsor Mountbatten non deve far altro, nella vita, che ‘essere’ e aspettare, crudelmente, che sua madre muoia, per dare un senso alla sua vita.
O’Connor ha visto dunque per la prima volta le cose dalla prospettiva di un personaggio che non aveva mai preso in considerazione, e si è appassionato tanto da decidere di diventare il suo ‘avvocato difensore’.
Con gli autori, hanno deciso che la mission della terza stagione, in cui Carlo è presentato dai suoi 18 anni fino ai 25, era rendere umanamente simpatico il solitario e bistrattato Principe di Galles, al fine di ‘rendere accettabile la persona mostruosa che si rivela in molte circostanze nella quarta stagione’, ovvero nel suo complicato, troppo pubblico e troppo giudicato rapporto con la iper-amata Lady D.

Se ci sia riuscito, a rendere simpatico il Principe Carlo, sta alla sensibilità di ognuno giudicarlo. Ma quello che è inequivocabile è il talento con cui ha saputo a restituire le tante sfumature anche contraddittorie della persona, rendendola se non amabile sicuramente credibile.

Un fan di The Crown avrebbe potuto dubitare che un interprete potesse superare in gradimento l’eccezionale Claire Foy nel ruolo della giovane Elisabetta della prima stagione. Un eventuale estimatore del vero Principe Carlo d’Inghilterra sarebbe potuto partire da un pregiudizio negativo sull’attore incaricato di ritrarre le diverse sfaccettature della sua personalità sottostimata, introversa e quindi poco rappresentabile.
Ma questo trentenne attore cresciuto nel Glouchestershire (coincidenza: la regione prediletta da Sua Altezza Reale!) a suon di Shakespeare ha spazzato via i dubbi su tutta la linea.
La sua interpretazione, coerentemente con quanto ha dichiarato sulle intenzioni, ha dato una voce a questo personaggio poco ascoltato.

Lo studio della postura e dell’espressione gli ha consentito una resa quasi mimetica dei tic e delle movenze di Carlo d’Inghilterra, dal continuo toccarsi i polsini fino al sorriso arreso e infelice che tutto il mondo ha potuto vedergli in molte circostanze pubbliche. Ma, a differenza di quanto ha fatto Emma Corrin nei panni di Diana, non ha lasciato che questa somiglianza sfociasse nella parodia di certi atteggiamenti universalmente noti (per Diana pensiamo al suo guardare sempre da sotto in su, che nella vera principessa risultava un vezzo infantile adorabile e nella giovane attrice a volte dà l’impressione di essere frutto di una patologia a livello cervicale), ne ha invece fatto un punto di forza per trasmettere l’interiorità di un ragazzo prima e uomo dopo profondamente lacerato, non cattivo, dall’animo sensibile e suscettibile, che si è trovato paradossalmente nella scomoda posizione di non poter fare mai quello che avrebbe voluto o per cui si sentiva incline. Un egoista probabilmente, ma non un mostro, uno che non si dovrebbe giudicare tanto severamente dato che nessun blasone, nessuna millenaria eredità , nessun anacronistico trono nel proprio futuro possono essere garanzia di una personalità eccezionale e perfetta.
Josh O’Connor, che fino al casting di The Crown aveva sempre pensato ai reali inglesi come gente ‘che stava lì’ senza nessun vero motivo, è riuscito, con understatement tipicamente britannico e senza tante fanfare ad annunciarlo, a tirar fuori l’uomo dalla figurina, l’anima dalla macchietta. Forse anche aiutato dalla sua fede repubblicana, non ha subito la soggezione o la fascinazione del ruolo, e, paradossalmente, indossando gli eleganti panni del Principe di Galles, ne ha svestito Carlo d’Inghilterra, che è stato messo a nudo nella sua ‘normalità’, incarnando forse la migliore possibile delle sue versioni.

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L’ALGORITMO UMANO CONSIGLIA

SE VI INTERESSA JOSH O’CONNOR, IL ‘PRINCIPE CARLO’ DI THE CROWN

Le cose che non ti ho detto, 2019, Sky Cinema
Un dramma sentimentale all’ombra delle bianche scogliere di Dover: un tranquillo professore di mezza età approfitta della visita dell’amatissimo figlio per comunicare che ha deciso di lasciare la moglie, dopo 30 anni di matrimonio. La madre che crolla come un castello di carte è l’eccezionale Annette Bening, che sembra migliorare con gli anni, il padre fedifrago con cui è impossibile avercela è Bill Nighy, e il volto dolce e lo sguardo fragile da animale braccato del figlio sono quelli di Josh O’Connor. 

La terra di Dio, 2017, Rokuten Tv
Per il ruolo di un infelice giovane contadino dello Yorkshire, alcolizzato, incattivito dalla durezza della vita e che intreccia una inaspettatamente delicata relazione con un bracciante rumeno, Josh O’Connor ha vinto il British Independent Film Awards come miglior attore. Dallo stile scabro e rigoroso, l’esordio del regista inglese Francis Lee può essere considerato come un ‘I segreti di Brokeback Mountain’ senza panorami mozzafiato e senza protagonisti sfacciatamente belli. 

I Durrell – La famiglia e altri animali, 2016-2019 laeffe
Una serie in tre stagioni basata sulla trilogia autobiografica di un noto naturalista e zoologo inglese, Gerard Durrell, che fa il resoconto delle avventure della sua bizzarra famiglia durante un lungo soggiorno nell’isola di Corfù, negli anni ’30. Josh O’Connor interpreta il figlio maggiore di una tribù di vagabondi eccentrici, in una serie molto originale che fa della bonaria ironia e dell’amore per gli splendidi paesaggi mediterranei i suoi punti di forza.

 

SE LA VOSTRA PASSIONE PER I REALI INGLESI NON SI SAZIA CON LA STORIA DEL NOVECENTO

 

Victoria, 2016 – 2019, laeffe e Video On Demand di Sky
E’ la storia di primi anni di regno della regina Vittoria del Regno Unito,  dalla sua ascesa al trono nel 1837 fino ai primi anni della sua vita da sovrana, moglie innamorata e madre.  Ben documentate e meticolose nel tratteggiare i personaggi, le tre stagioni sono utili per ridimensionare la figura della severa regina che ha dato il suo nome all’epoca puritana per eccellenza (in cui anche le gambe delle sedie dovevano essere coperte), perché mostrano il lato umano, passionale e anche sensuale di una diciannovenne che si abbandona con impeto irrefrenabile all’amore per il suo sposo Albert, rischiando anche di dimenticare i suoi, eccezionalmente gravosi, doveri politici e istituzionali. Con Jenna Coleman e Tom Hughes, la cui chimica eccellente è garantita dall’essere compagni anche nella vita.

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