Parte 2: Miglior miniserie
Leggi la prima parte dedicata alle serie Drama
The Undoing: Le verità non dette (HBO)
Nomination: dovuta
E non la vuoi nominare? Se non questo, cos’altro mai? Ben scritta, ben girata, calibrata in ogni suo anfratto nei ranghi del genere ‘whodunnit’ ma allo stesso tempo attuale, ottimamente recitata (candidature a Nicole Kidman, Hugh Grant, Donald Sutherland non protagonista: praticamente tutti), la serie delle serie quest’anno è The Undoing: un thriller che mostra in sei puntate come si scava nelle ipocrisie di una vita apparentemente perfetta. Da un punto di vista ‘formale’, non ha rivali. Anche se…
The Queen’s Gambit – La regina degli scacchi (Netflix)
Nomination: alternativaLa storia di una ragazzina che si fa strada col suo talento nel mondo tutto maschile e iper competitivo degli scacchi è inaspettatamente l’antagonista più temibile di The Undoing: ‘complementare’ al thriller tutto sommato classico di HBO, la serie Netflix ha un soggetto più originale e un ‘sapore’ fresco e nuovo che ha praticamente ipnotizzato gli spettatori. Contenti di non essere noi a dover scegliere, assegniamo un ex-aequo alle due serie con un bonus extra di simpatia per la Reginetta, la cui ammaliante interprete Ana Taylor Joy propone una doppia sfida (come miglior attrice) con la divina Kidman di The Undoing.
Normal People (BBC/ Hulu)
Nomination: (AB)normalAd affrontare i giganti HBO e Netflix, ecco una serie anglo-irlandese-americana prodotta da BBB che racconta una storia normale. E provateci voi, a rendere interessante una storia d’amore cominciata al liceo e che dura tra alti e bassi fino all’età adulta, senza ammazzamenti, segreti inconfessabili e talenti fuori dal comune. Ci riescono gli autori e i registi di Normal People, che adattano il bellissimo romanzo dell’irlandese Sally Rooney, stella letteraria non ancora trentenne, suo malgrado rappresentante della tiepida generazione dei millenials. In mezzo a ingiustizie sociali, bullismo di provincia, rivendicazioni femministe, il centro della storia rimane sempre l’importanza delle relazioni e la forza dell’amore, come ci pareva quando anche noi eravamo giovani e tormentati.
Small Axe (BBC1/ Amazon Prime video)
Nomination: necessaria
E’ Steve McQueen (Premio Oscar nel 2013 per 12 anni schiavo ) il regista e autore di questa serie inglese che documenta episodi storici della lotta all’emarginazione della comunità afro-britannica di Londra dal il 1960 e il 1982. Gli episodi ricostruiscono quattro fatti realmente accaduti, e l’occhio ‘autoriale’ di Steve McQueen lega le storie con un punto di vista rigoroso e documentario, tralasciando l’ideologia ma affondando il bisturi sulla realtà dei fatti e sulla legittimità delle rivendicazioni della comunità caraibica inglese di quegli anni. “If you are the big tree, we are the small axe’, cantava Bob Marley.
Unorthodox (Netflix)
Nomination: non omologata
La nomination meno mainstream della piattaforma è la storia di una ragazza che decide di ribellarsi al rigidissimo sistema normativo della comunità chassidica di Brooklyn, enclave di ebrei ultraortodossi per cui la religione tradizionale è l’immutabile monolite cui riferirsi, e le donne l’ultima ruota di un carro che non cammina più. La mera descrizione della trama non può rendere la forza e la vitalità di questa serie fuori dagli schemi, che ricorda al mondo indifferente di oggi che nel mondo di oggi ci sono realtà anacronistiche nel senso dolorosamente deteriore del termine: bisogna guardare e lasciarsi andare per capirne il fascino e il potere attrattivo, complice una protagonista giovanissima – Shira Haas – che, anche lei, entra nella sfida come miglior attrice che quest’anno promette fuochi d’artificio.