Su Sky Arte una nuova serie condotta dal giallista più nero che c’è: Lucarelli presenta “In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe”.

Lucarelli e la sua ossessione per i colori. Giallo, noir, Profondo nero, Almost Blue, Blu notte, La porta rossa, La tenda nera, citando le sue cromie preferite scegliendo a caso tra generi, titoli di libri e di programmi televisivi da lui creati.

Carlo Lucarelli è veramente forte, è un ottimo giallista e un eccellente autore, non c’è davvero bisogno che lo diciamo noi, ma soprattutto ha creato un ‘personaggio’ televisivo che dura nel tempo e che è saputo diventare una garanzia di qualità. Lucarelli non solo scrive i programmi, li conduce con uno stile unico che è diventato iperriconoscibile, uno di quelli, per dire, la cui parodia è estremamente facile ma non riesce a fargli altro che bene. Il suo interesse per le investigazioni criminali, per le indagini sui misteri del reale e del possibile, la sua propensione per il lato oscuro sono il marchio di fabbrica in tutto quello che fa, ma queste caratteristiche non sono riuscite ancora del tutto a cancellare il guizzo bonario della sua espressione paciosa, rendendolo una sorta di guida rassicurante in un mondo di misteri e incubi.

Il suo tono inquietante e i suoi gesti pensosi sono allo stesso tempo uno stilema e una auto-presa in giro, ma questo non toglie la serietà delle sue trasmissioni documentarie. Dopo anni a scavare nei misteri del crimine italiano sui canali Rai, da un po’ l’instancabile indagatore dell’incubo si dedica alla dark side dell’arte sulla piattaforma di Sky, con l’interessante serie Muse Inquietanti (enigmi legati a arte, musica, letteratura) e Inseparabili (sulle figure ‘ombra’ dietro a personaggi importanti). E ora torna rinnovandosi ancora sempre all’interno dei suoi interessi principali, o meglio, all’interno della sua tavolozza cromatica preferita, che va dal giallo del mistero al nero della paura.

Su Sky Arte tutti i lunedì, per otto appuntamenti, Carlo Lucarelli conduce In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe, in cui appunto unisce la spinta investigativa e la propensione lato oscuro alla recente ‘passione’ per l’arte. E’ nato così un programma dedicato alla narrativa, o meglio al lato dark delle fiabe, che indaga su quello che di misterioso e orribile nascondono le storie per bambini più famose di sempre. Risvolti drammatici, riferimenti poco noti a fatti reali, realtà sociopsicologiche che soggiacciono a trame apparentemente scollegate dal reale ma che invece affondano le loro radici nella realtà storica in cui sono state scritte.
Lo sappiamo per esempio cosa si nasconde dietro anzi dentro la storia di Cappuccetto rosso e il lupo? Lucarelli ci guida in un inaspettato viaggio che prende il via da un fatto di cronaca del 1598, l’uccisione di due fratellini da parte di una ragazza che credeva di essere una licantropa, e prosegue nell’ossessione tutta seicentesca per i lupi mannari e soprattutto le streghe che si trasformano durante i pleniluni (e che non si trasformavano davvero, ma davvero venivano bruciate sui roghi). I fratelli Grimm dunque pescarono a piene mani dal substrato popolare e storico del loro tempo, per cristallizzare una paura, quella dei lupi, che ci portiamo dietro ancora oggi, nelle nostre isole urbanizzate a totale prova di animali feroci.

Oppure ricordate Barbablù, l’uomo che uccide tutte le sue mogli fino a che un’esponente del metoo ante litteram riesce a farlo smettere? Lucarelli ci svela che la sua figura è ispirata a un vero assassino, uno dei primi serial killer di cui si abbia notizia, Gilles De Rais, compagno d’armi di Giovanna D’Arco (siamo a metà 1400) accusato di aver violentato e ucciso addirittura centinaia di giovani, figura storica che ha dato luogo a decine e decine di personaggi e racconti, fino a congelarsi nella figura simbolica creata da Perrault alla corte del Re Sole.

E invece cosa c’è dietro la fine di Antoine de Saint-Exupèry, partito per una ricognizione aerea e poi scomparso come il suo personaggio più conosciuto, il Piccolo Pincipe? E nella storia della Bella e la Bestia, la bestia è davvero solo una figura di fantasia o c’entra una storia di irsutismo, ignoranza e prepotenza del Cinquecento? E le tante bambine coraggiose presenti nelle favole dei fratelli Jacob e Wilhem Grimm, sono frutto della loro fantasia o di qualche drammatica ma salvifica esperienza reale?
Questo incalzare lucarelliano di domande serve per tirare la volata a un programma che pensiamo possa essere interessante per chiunque. Chiunque abbia avuto un’infanzia, una paura, un dubbio, e per tutti quelli che sanno bene che le fiabe non sono favole, ma misteriosi contenitori ricchi di doppi e a volte tripli fondi nascosti che ci riportano direttamente al reale…

 

 

 

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