LA FINALE DI X FACTOR, O LA CRONACA DI UNA VITTORIA IMPREVISTA: SCAVALCANDO IL GRANDE FAVORITO GIANMARIA, IL CONCORRENTE DELLA SQUADRA DI MANUELITO, BALTIMORA, VINCE L’EDIZIONE 2021 DI X FACTOR, CONFERMANDO CHE IN QUESTO TALENT NON VINCE MAI IL NUMERO UNO
Baltimora, pseudonimo (o meglio nick name o meglio AKA oppure nome d’arte) scelto dal giudice Manuelito per il suo Edoardo Spinsante, vince l’edizione 2021 di X Factor. Giovanissimo, nerd nell’animo e nell’aspetto (un giorno qualcuno dovrà scrivere un saggio sull’estetica loser e il destino vincente dei nerd), produttore musicale competente, autore interessante, con una voce singolare, Baltimora non ha quasi mai ricevuto critiche dai giudici, ma nemmeno lodi sperticate. Il pubblico lo ha mandato un paio di volte al ballottaggio durante le puntate, e sulle piattaforme di streaming (verificate su Spotify) non è sicuramente il più ascoltato.
Una vita da mediano, verrebbe da dire citando il sempreverde Ligabue: eppure eccolo in vetta alla vetta di X Factor, attonito e felice sul palco mentre tutti gli altri se ne vanno per fatti loro, lasciandolo in mezzo a stelle filanti e coriandoli a chiedere: cosa succede adesso?
Bravo, Edoardo, cosa succede adesso è la domanda giusta, che ti fai da ragazzo sveglio quale hai dimostrato di essere.
Ma facciamo un passo indietro.
LO SPETTACOLO
Nella puntata finale, X Factor si rifà della temperatura tiepida che aveva mantenuto durante i sei live di quest’anno, con uno spettacolo che risulta finalmente hot, rutilante e clamoroso come vuole la vocazione pop-rock del format.
Forti i duetti dei concorrenti coi loro giudici (con incorporata la domanda: che sia stato calcolato che ogni giudice rimanesse con un concorrente, per potersi esibire al Forum di Assago insieme a lui?): forte Mika che regala al suo alter ego Fellow il suo pezzo Underwater (che però è scritto per il giudice, non per il concorrente, e si vede), medio Manuelito che suona la scolasticamente la batteria su un pezzo dei Red Hot Chili Peppers (poppizzato e quindi banalizzato) cantato da Baltimora, fortissimo Giammaria che su La nostra relazione di Vasco dimostra di aver superato in scioltezza la sua fin troppo generosa giudice Emma, molto forti i Bengala Fire che sono accompagnati ma non sovrastati da Manuel Agnelli su un pezzo dei Cure.
Eccezionali finalmente gli ospiti, intermezzi che accendono il vastissimo spazio del Forum, di nuovo pieno di gente, simbolo di una corsa verso la normalizzazione degli spettacoli dopo la pandemia. Emozionanti e trascinanti i Maneskin, che ‘tornano a casa’ come la loro Marlena, cioè omaggiano il programma che li ha fatti conoscere e lanciati, dimostrando ai quattro concorrenti in gara quello che, potenzialmente, si può fare nel panorama musicale internazionale anche partendo da un talent show.
Inclassificabili (nel senso positivo di troppo fuori dal rating del programma) i Coldplay, che col solito fare leggero e sorridente del frontman mostrano quale sia la cifra del successo: esibirsi come se tutto fosse facile, scorrevole e perfino rilassante. Chris Martin guru del pop pacifista-corretto-onesto, ma ti inchioda allo schermo e ti fa venir voglia di ballare e anche un po’ spaccare tutto.
Inevitabilmente emozionanti i vari step che eliminano man mano i concorrenti fino a farne rimanere due. Il primo a uscire dalla gara è la creatura pop non del tutto riuscita del suo giudice: Fellow, al secolo Federico Castello, nonostante abbia recato in dono al programma l’oro e l’incenso e forse pure la mirra della sua voce straordinaria, è il meno votato esce e lascia Mika senza concorrenti.
A questo punto i quattro rimasti si esibiscono nei loro best-of: un mix delle tre cover che sono sono loro riuscite meglio.
Nonostante i Bengala Fire accendano il palazzetto con la loro furia brit-rockeggiante, e quel ‘pinguino impazzito’ del cantante rischi la lussazione delle vertebre lombari per tenere fede alla fama scalmanata del vero rocker, sono proprio loro a lasciare la gara in questo secondo, adrenalinico step. Con buona pace di Manuel, che aveva dichiarato di volere che i suoi ragazzi arrivassero almeno a fare appunto il loro best of: un Agnelli che saluta la band col sorriso è garanzia di una finale senza quei colpi di scena sgradevoli che il giorno dopo fanno parlare di tutto tranne che di musica.
Le ultime due esibizioni con i propri inediti sono di Gianmaria e Baltimora, quest’ultimo con l’aria sempre più incredula e i look sempre più improbabili man mano che usciva salvo dalle eliminazioni.
Gianmaria, reduce da una perfomance muscolare e seduttiva con il best of, rientra nella sua più congeniale dimensione intimista e ‘scazzata’ (scusate, lo so ma non hanno ancora trovato un sinonimo per quel modo di cantare un po’ così che hanno ‘sti ragazzi oggi: come se non importasse, come se fossero costretti, come se far finta di fregarsene fosse l’unica maniera che hanno di urlare il tormento che li soffoca) per cantare l’intensa Suicidi. Che forse richiederebbe appunto una cornice meno caciarona e scintillante di un palazzetto sovreccitato. Tanto è vero che Baltimora, che invece con Altro ha un brano più teso, con un apice di disperazione urlata che non teme il proprio pathos (come dice Manuel), risulta più efficace. E, alla prova del voto, supera il favoritissimo e apprezzatissimo gigante vicentino e vince l’edizione, nella quale era partito bene, ma decisamente in sordina, e trascinando (o trascinato da) l’ineffabile Manuelito Hell Raton nella sua seconda vittoria consecutiva.
E ora torniamo alla domanda che si è posto ingenuamente il vincitore ancora sul palco, mentre il programma si sfilacciava per fatti suoi come le nappine dei tappeti persiani: e ora che succede?
E ora, e ci dispiace dirlo per il talentuoso e garbato Spinsante, si dà il caso che potrebbe non succedere proprio niente. Almeno non a lui. In tantissimi hanno sottolineato come la vittoria di X Factor non porti benissimo, e il primo classificato di tante edizioni sia crudelmente e tempestivamente caduto nel dimenticatoio della musica italiana. Molti sarebbero gli esempi, ma – come vuolsi dimostrare – non è facile ricordare i nomi dei vincitori. Faremo solo un esempio dunque, super attuale, quello del gruppo arrivato secondo nella sua edizione e che ha fagocitato selvaggiamente il vincitore, ovvero proprio quei Maneskin che si sono esibiti in questa finale con tutta la disinvoltura che ha dato loro il successo e la strabiliante possibilità di aprire un concerto niente meno che delle leggende della musica mondiale, i Rolling Stones.
Non vorremmo deprimere Baltimora ed esaltare troppo Gianmaria (non è vero: Gianmaria è dichiaratamente il nostro preferito da subito) con questo esempio, ma in rete molti hanno fatto un parallelo Gianmaria/Maneskin Baltimora/Lorenzo Licitra (non ve lo ricordavate, vero?) per ricordare questa strana legge del contrappasso x factorico.
Ma allora la vera domanda, che rimane senza risposta è: come mai X Factor non lo vince mai il favorito?
STORIA DI UN CRITICO MUSICALE MAI NATO
Non potendo né sapendo rispondere, per chiudere, devo rendere conto di un articolo mai scritto (e per fortuna).
Avevo pensato di pubblicare su Guidatv.it un pezzo con le nostre previsioni per la finale di X Factor, che più o meno diceva così:
Arrivano in finale ad X Factor tre modi di fare e ascoltare musica diversi: i Bengala Fire sono il rock classico, scatenato e divertente. Fellow è la voce tradizionale, esprime il bel canto che ancora molti vogliono sentire a sostenere una melodia orecchiabile. Gianmaria rappresenta la musica più attuale, lo stile informale ma profondamente sincero e fondamentalmente tormentato della trap e del cantato-parlato dei giovani. Baltimora è la fusione di questi tre modi di fare musica: è coinvolgente, ha una bella voce ma ha uno stile moderno che non si allontana troppo dalle atmosfere ‘disagiate’ della trap, però non ha il carisma di nessuno degli altri tre, è la fusione ma non la somma degli altri talenti. Pertanto sarà lui ad uscire per primo lasciando agli altri tre l’incombenza di scoprire quale sia il modo giusto di fare musica, oggi, e dove risieda quell’inesplicabile fattore x che tutti cercano.
Queste poche righe disperatamente anti-profetiche non dimostrano solo che come sempre in medio stat virtus, e soprattutto che chi scrive non è un critico musicale (ma questo non lo abbiamo mai affermato), ma rappresentano piuttosto lo sbalordimento postumo del dilettante di fronte a questo programma di musica così tanto televisivo: ma dove lo trovate allora l’x factor? Chi vota veramente? Come si sceglie il vincitore? Se c’è un complotto dietro le vittorie, ci potreste spiegare almeno a favore di chi è?
Augurando ad alcuni degli usciti da X Factor una buona fortuna, e al vincitore di smentire la fama negativa dei primi classificati, chiudiamo qui con questo punto di domanda, rimandando al prossimo venturo X Factor, anzi “? Factor“.