CON IL NOTEVOLE ‘CRIMES OF THE FUTURE’, DAVID CRONENBERG HA AGGIUNTO UN’ALTRA PROPAGGINE ALLA SUA RAMIFICATA POETICA DELLA CONTAMINAZIONE E DELLA METAMORFOSI, DOVE IL CORPO CONTINUA AD ESSERE IL TERRENO FERTILE PER OGNI PERVERSA MUTAZIONE. IL REGISTA CANADESE É UN ANTROPOLOGO VISIONARIO, OLTRE CHE UNO SPREGIUDICATO DEMIURGO CHE INVENTA OGNI VOLTA NUOVE DEGENERAZIONI DELLA CARNE E DELLA PSICHE. NOI VI CONSIGLIAMO LA SUA INTERA FILMOGRAFIA, MAGARI COMINCIANDO DA QUESTI 5 FILM, CHE SONO DISPONIBILI IN STREAMING PER I POSSESSORI DI UN ABBONAMENTO FLAT.

La zona morta (1983) – Infinity

L’ineludibile incontro tra David Cronenberg e le paranoie di Stephen King avviene nel 1983. Reduce da “Videodrome”, che ad oggi rimane uno dei suoi film più emblematici, il regista canadese forgia il romanzo dello scrittore del Maine per renderlo duttile alla propria visione del mondo. È la storia di Johnny Smith, un uomo che si risveglia da un coma di 5 anni, conseguenza di un incidente automobilistico. Tornato vigile, si accorge di aver acquisito il potere paranormale di leggere il futuro e il passato delle persone, semplicemente toccandole.

La scoperta che il candidato alla presidenza degli Stati Uniti causerà un disastro nucleare, spingerà Smith a sacrificarsi per modificare il destino. Cronenberg squaderna la lenta mutazione interiore di un uomo divorato dal suo stesso dono. Se in “Videodrome” il protagonista generava una nuova carne, ne “La zona morta” genera una nuova psiche. Il volto di un inquietante Christopher Walken è il guscio in cui Cronenberg avvolge le sue ossessioni, in uno degli adattamenti migliori tratti dal corpus di opere di Stephen King.

 

La mosca (1986) – Disney Plus

Seth Brundle è uno scienziato, inventore di una macchina per il teletrasporto della materia che funziona egregiamente con gli oggetti. Un giorno usa se stesso come cavia per tentare il teletrasporto di un essere umano, ma una mosca si infila nella telecapsula durante l’esperimento. I DNA dell’uomo e della mosca si fondono, innescando un terrificante processo di metamorfosi e disgregazione. Del corpo e della personalità.

Centro focale della poetica cronenberghiana, “La mosca” ha un impianto drammaturgico perfettamente orchestrato che assembla, è proprio il caso di dirlo, fantascienza, body horror e melodramma. Tragica storia d’amore e morte incentrata sulle imprevedibili risposte e risorse di un corpo violato nel suo codice genetico, un corpo pronto a vendicarsi, arrivando alla disintegrazione, per punire chi vuole dominarlo.

 

Il pasto nudo (1991) – Amazon

David Cronenberg si confronta con la prosa ostica e infilmabile dell’omonimo romanzo di William S. Borroughs, andando alla ricerca di senso nel mezzo di un linguaggio che per lo scrittore della Beat Generation era un’arma di distruzione delle ordinarie convenzioni narrative. Un romanzo che non narra e che avanza per porzioni di logica interrotta. Cronenberg ci scava dentro e confeziona un noir girato in una sorta di non-luogo mentale, psicotico e allucinato, dove uno sterminatore di scarafaggi riceve l’incarico di uccidere sua moglie, presunta spia di un’organizzazione criminale.  Fra alieni, millepiedi giganti, alter ego, personaggi che ritornano, e oggetti antropomorfi.

 

eXistenZ (1999) – Tim Vision

eXistenZ, è un game di realtà virtuale che si connette direttamente al sistema nervoso tramite un pod ricoperto di materiale simile a carne umana. La sua creatrice, minacciata da un clan di sovversivi contrari alla deformazione del reale, è costretta a calarsi nel gioco, insieme all’addetto al marketing, per salvare se stessa e la propria creatura.

In uno dei film più complessi sfornati dalla sua mente, David Cronenberg mette su pellicola il formulario del suo cinema aggiornato all’ultima frontiera della bioingegneria genetica applicata al mondo dei videogiochi e incastra i personaggi in una moltiplicazione di scenari (e di giochi e colpi di scena a scatola cinese) dove i confini tra realtà e illusione sono annullati. Quali sono i corpi reali, quali quelli virtuali? Di nuovo il corpo, come ne “La mosca”, viene posto sull’altare del sacrificio per mischiare carne e tecnologia, organico e inorganico, ma rivendica la sua presenza, sporca e sanguinante, contro la sua estromissione, implicita nella realtà virtuale. Contro la ‘ludoscienza’ che vuole oltraggiarlo e violentarlo perché lo considera uno spazio troppo limitato per un’umanità post-umana.

 

A Dangerous Method (2011) – Amazon

Una messa in scena compostissima dove le pulsioni incendiarie si agitano sottotraccia per raccontare il triangolo intellettuale a cui vertici troviamo Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein, ragazza malata di schizofrenia con cui Jung intraprende una turbolenta relazione, mentre si accende il conflitto teorico tra lui e il suo mentore Freud. Nell’intreccio del film, come un giro matto al tavolo da gioco, entra anche lo psicanalista anarchico Otto Gross, oppositore di Freud e con un’accentuata inclinazione a scardinare l’etica. Cronenberg fugge dall’horror e si dedica esclusivamente alla sua vocazione melodrammatica. Attenzione, però, perché la nascita e lo sviluppo della psicoanalisi conducono l’umano a un livello di consapevolezza inedito, dove il sintomo della malattia si esprime attraverso la parola, per poi tornare indietro nella mente. Lì giace accovacciato e rimosso il trauma, la malattia, la causa da rielaborare, costringendo la psiche a uno sforzo di creatività, e quindi a una mutazione. Dietro il decor da primi del novecento, in un melodramma di intelletti in conflitto, si agitano ancora i fantasmi interiori del solito Cronenberg.

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