Una galleria di personaggi secondari che hanno eclissato le star di 7 film di culto guadagnandosi il proscenio e una fama eterna.

 

KURGAN

Il minaccioso gigante di “Highlander – L’ultimo immortale” che si contende il trono del migliore di tutti con Christopher Lambert nel film culto degli anni 80. Kurgan (Clancy Brown) è la quintessenza del sadismo e il più crudele di tutti i guerrieri. E anche se alla fine viene decapitato, la sua aura ha ormai lasciato un’impronta indelebile nel film che vibra ad ogni sua spaventosa apparizione, specialmente quella all’interno della chiesa (https://www.youtube.com/watch?v=jlpiDYNDDyc). Forse la scena migliore del film. Adornato di borchie e di cicatrici, Kurgan oltraggia la casa di Dio con la sua voce sulfurea e i gesti osceni. Un punk selvaggio e blasfemo in terra consacrata.

 

COLONNELLO HANS LANDA

In “Bastardi senza gloria”, Hans Landa (Christoph Waltz, premiato con l’Oscar e Cannes) è il subdolo e crudele cacciatore di ebrei a cui non sfugge nulla. Metodico, colto, affascinante e opportunista. La sua reputazione giganteggia. La sua cattiveria è chirurgica e raffinata. Nel film di Tarantino è lui il volto simbolico della Germania nazista ed è un altro esempio di personaggio ‘profondo’ della filmografia del regista. Un personaggio che a ogni inquadratura lascia intravedere l’esistenza di un passato misterioso, ancora tutto da scrivere. Bastardo e senza gloria, probabilmente nel ventunesimo secolo vagherebbe per il dark web al soldo di una banda di hacker senza scrupoli per rintracciare, spiare e denunciare. Col sorriso sulle labbra mentre assapora uno strudel alle mele.

 

HATTORI HANZO

Maestro samurai e forgiatore di spade. Questo il suo biglietto da visita. A lui si rivolge Uma Thurman in “Kill Bill” per completare la sua vendetta. Una spada personalizzata da consegnare contestualmente a una lenta e solenne cerimonia giapponese. Hattori Hanzo è solo uno degli esempi della più grande abilità di Quentin Tarantino: invadere la cultura pop con personaggi estrapolati dalle nicchie di antiche leggende e costruirci intorno un immaginario stratificato. Hattori Hanzo è esistito veramente (nel periodo Sengoku, nel XVI secolo) ed è esistito anche come personaggio in una serie nipponica degli anni 70, dove era interpretato da Sonny Chiba, proprio come nel film di Tarantino. Sconosciuto ai più, è diventato una delle innumerevoli figure carismatiche e misteriose dell’universo tarantiniano.

 

ROY BATTY

Le sue parole di fuoco sotto la pioggia apocalittica di “Blade Runner” sono passate purtroppo nel tritacarne del tempo che passa, diventando un monologo inflazionato adatto a tutte le occasioni. Citato qua e là. Come una frase da biscotto della fortuna. “Ho visto cose che voi umani” e “E’ tempo di morire” ormai lo dicono pure i pivelli. O chi vuole giocare a fare il maschio alpha. Un po’ di rispetto per i miti, che diamine! Ma lo spessore del personaggio non è andato perduto come lacrime nella pioggia (appunto) e il replicante Roy Batty alias Rutger Hauer è il volto (insanguinato) della fantascienza più obliqua e visionaria. Che meriterebbe uno spin-off, se Rutger fosse ancora vivo. Almeno per capire dove diavolo si trovano le porte di Tannhauser.

 

JAY & SILENT BOB

Di Jay & Silent Bob facciamo la conoscenza in “Clerks - Commessi”, che nel 1994 vinse il Sundance Festival e la Settimana della Critica a Cannes. Diretto da Kevin Smith, che interpreta proprio il taciturno Bob (mentre è Jason Mewes a interpretare Jay), “Clerks” è un feticcio inguattato nell’immaginario della Generazione X, un piccolo teatro (anzi, negozio) dell’assurdo che sprigiona tutta l’indolenza di un’epoca d’oro per il cinema indie. Jay & Silent Bob sarebbero successivamente apparsi in altre sette pellicole. Che fine hanno fatto adesso? A noi piace pensare che stiano sempre lì, inseparabili, davanti al Quick Stop Groceries, nel New Jersey. Accaniti fumatori che sorvegliano le cose del mondo.

 

IL CAPITANO QUINT

Ne “Lo squalo” il capitano Quint (Robert Shaw) arriva ad Amity Island come il più brutale dei mercenari. Deve ammazzare il pescecane. E solo lui sa come si fa. E in una lunga chiacchierata notturna a bordo della barca, mentre lo squalo si aggira sott’acqua, di Quint si scoprono le cicatrici e il passato. Fu uno dei sopravvissuti all’affondamento della Uss Indianapolis nel Mar delle Filippine, dopo aver consegnato la bomba che avrebbe distrutto Hiroshima. Questo sì che è un curriculum! Nel capolavoro spielberghiano, Quint è lo squalo da terraferma, la personificazione dell’Es. Arcaico e istintivo come la più inconfessabile delle pulsioni sessuali, si divora tutti gli altri personaggi in scena, prima di finire nello stomaco della sua nemesi.

 

JESUS QUINTANA

“Prova a fare una delle tue estronsate de pazzo, prova a tirare fuori el ferro... io te lo estrapo de mano, te lo metto en el culo e poi premo el grilletto hasta che siento el clic!” Parola di Jesus Quintana (interpretato da John Turturro) l’anima nera, anzi viola de “Il grande Lebowski”. Acerrimo rivale del Drugo sulla pista da bowling. Il suo ingresso in scena è memorabile, sostenuto dalle note di “Hotel California” nella versione gitana dei Gypsy King. Si diceva che fosse stato in galera per crimini sessuali. Adesso sicuramente è uscito e ha anche girato un Road Movie: “Jesus Rolls – Quintana è tornato”. E alla regia c’è proprio John Turturro che non ha mai smesso di amare alla follia il suo personaggio. “Lo hai detto hermano. No se escherza con Jesus!”

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