LA SERIE SPAGNOLA, CREATA DAI FRATELLI ALBERTO E LAURA CABALLERO, MANEGGIA UNA MATERIA MUY BOLLENTE, RAFFREDDATA CON ARGUZIA DAL VENTILATORE DELLA COMMEDIA. 10 EPISODI PER IMMERGERSI NELLE PIENE DELLA NOSTRA SOCIETÀ IN EVOLUZIONE DOVE DIVAMPA LA BATTAGLIA TRA I SESSI. DA UNA PARTE GLI UOMINI IMPEGNATI IN UNA SCOMODA MANOVRA PER TROVARE PARCHEGGIO DENTRO UN NUOVO MODELLO DI MASCOLINITÀ. DALL’ALTRA LE DONNE EMANCIPATE E LIBERE CHE PASTEGGIANO SULLE MACERIE DEL PATRIARCATO IN AGONIA. MA LA LETTURA NON È UNIVOCA.
Machos Alfa voto: 6 e mezz*
(Netflix)
Maschilisti si nasce o si diventa?
Quattro amici sulla quarantina si scontrano con la crisi della mascolinità. Insidiati dall’uguaglianza, in una società in rimescolamento dove l’uomo sembra aver perso la sua supremazia, fanno i conti con la perdita del loro ruolo predominante nel mondo del lavoro, in famiglia e nella coppia.
Temi scomodi e cannibali su un mare in tempesta, che “Machos Alfa” solca con la rapida leggerezza di un veliero dei Conquistadores, accogliendo a bordo i quattro madrileni protagonisti e le loro donne (scusate l’aggettivo possessivo). Mentre da poppa a prua vigila sottecchi la crisi di mezza età.
Pedro e Daniela
Lui è un manager televisivo che si vede soffiare il posto da una collega meno esperta, proprio mentre sua moglie sta diventando un’influencer adorata da migliaia di follower. Disoccupato e in fase di reinvenzione, Pedro perde la sua posizione dominante all’interno della coppia e accetta con i suoi migliori amici di partecipare a un corso di decostruzione della mascolinità tossica. Ma al tramonto dell’avventura avrà un goffo e reazionario rigurgito maschilista.
Raul e Luz
Il matrimonio di Raul, barista fedifrago, subisce un cambio di marcia destabilizzante quando la moglie Luz, tostissima avvocato di grido, propone di sperimentare le opzioni disinibite della coppia aperta. Sebbene decidano di stilare delle regole ferree e ufficiali, addirittura al cospetto di un notaio, Raul inciampa nella paranoia, perché proprio non riesce ad adattarsi alla nuova fonte di eccitazione di Luz.
Luis e Esther
La coppia più tradizionale con due figli piccoli e un desiderio sessuale che si è ormai smaterializzato. Tra una seduta di terapia di coppia e una partita a padel, Luis decide di iniettarsi del costoso testosterone, mentre Esther rimane folgorata dal giovane e aitante personal trainer che la corteggia.
Santi e Blanca (e Alex e i 10 corpi)
Santiago si è separato dalla moglie Blanca, talmente insopportabile che persino Alex, la figlia sedicenne, ha deciso di lasciarla al suo nevrotico destino per trasferirsi dal padre, costringendolo a iscriversi a Tinder. Con l’obiettivo di aiutarlo a dimenticare Blanca di cui è ancora innamorato, Alex ordina al genitore di fare sesso con almeno 10 corpi (li chiama proprio così) in altrettanti appuntamenti concordati on line, ma lui trova il tempo anche per un flirt… analogico.
Pedro, Luis, Raul e Santi si incontrano, parlano, annaspano, sgomitano, cercano soluzioni per adattarsi al ruolo di uomo mutante. Le provano tutte. Cercano un amico gay per incrementare la loro sensibilità. Vanno persino a Ibiza per un weekend, poveri disperati. Ma alla fine sono le (loro) donne a prendere le decisioni, nette e a volte irreversibili, che producono il cambiamento all’interno della coppia. E questo è il primo punto a favore dell’irriverenza di Machos Alfa. Il quadruplo punto di vista è quindi maschile, ma l’egemonia dello sguardo attraversa il guado di genere e si accomoda tra le braccia armate delle donne.
L’altro punto di interesse risiede nella lettura sottotraccia delle vicissitudini raccontate in questo romanzesco girotondo.
Pedro non perde il lavoro per demerito, ma perché il suo capo esige un rinnovamento rosa del team, in linea con i tempi che cambiano. Così Pedro finisce a ricasco della moglie Daniela, la quale non conquista i social perché in possesso di chissà quale brillante talento. Il successo arriva utilizzando la sua immagine femminile per pubblicizzare prodotti su instagram.
Dalle parti di Raul e Luz, a conti fatti, è proprio quest’ultima ad infrangere per prima le regole della relazione aperta, a tradire il patto ufficiale, malgrado le rimostranze del pur colpevole ed egoista Raul, che sicuramente preferiva i bei tempi in cui era l’unico a commettere adulterio.
Se passiamo alla terza coppia, formata da Luis ed Esther, nel tabellino finale è lei a certificare la crisi coniugale. La sua cotta per l’istruttore sarà forse la sacrosanta rivendicazione del proprio desiderio sessuale, ma è pure l’azione che estingue l’ultimo tizzone di un focolare domestico già in via di spegnimento. Naturalmente Esther rimane a casa con i figli e spedisce Luis da sua madre.
Infine Alex, la figlia adolescente di Santiago, è molto attenta a correggere il lessico patriarcale del genitore, ma non esita a svalorizzare lei stessa le donne (appellandole come 10 corpi utili esclusivamente alla disintossicazione del padre) costringendo lo svogliato Santiago a un tour de force sessuale di cui farebbe volentieri a meno.
Machos Alfa si stratifica attorno a questo abile depistaggio. Se a un livello esteriore mette alla berlina la confusione dei quattro maschi, la serie lascia che siano le donne, nella pratica, ad appropriarsi delle regole contestate, brandendo il bastone del comando, mentre gli uomini finiscono nel girone infernale dei sacrificabili. Uno stratagemma narrativo che disorienta i mastini del politically correct e della parità di genere.
Ma… That’s Entertainment! Si può ridere e riflettere parecchio con Machos Alfa, se si accetta di infilare il muso nella sua paella ipersaporita, tenendo a distanza di sicurezza la balorda seriosità del femminismo radicale e le paturnie reazionarie dei nostalgici del patriarcato all’antica.
Il divertimento sta dentro. Nel caotico dibattito (gattopardesco?) dove bisogna stringere amicizia con il buon senso e sfidare in singolar tenzone donchisciottesca le sconclusionate derive di questa riconnessione sociale.
Gli sceneggiatori, sopraffini giocolieri, lanciano in aria gli spunti e i luoghi comuni concepiti dalla disputa di genere, confezionando con approccio scanzonato il pedinamento di quattro poveri diavoli in crisi di identità culturale, discendenti diretti di un’educazione che seguiva le dogmatiche logiche del patriarcato prima che si sbriciolasse (ma si sta davvero sbriciolando?).
Lo fa con il sorriso sulle labbra, scudisciando maschi e femmine con equilibrio bipartisan, anche se le donne fanno una figura migliore in quanto a determinazione, sicurezza in se stesse ed efficacia delle scelte. Ma i personaggi maschili, che pagano a caro prezzo i loro errori, sono il motore della risata. E questa è pur sempre una commedia.
Il vecchio modello di mascolinità dominante è incapace di adattarsi alla nuova realtà creata dalla donne libere, afferma con accanimento la risoluta giornalista femminista che intervista Pedro. Le fa eco il guru della decostruzione della virilità quando sostiene che l’ideale egemonico maschile ossessionato dal possesso e dal potere è contrario all’indole bisessuale di una persona.
Insomma, seguendo la teoria, gli uomini di oggi – se cisgender, etero, bianchi e occidentali – sono destinati all’androginia e devono accettare un futuro da subalterni in virtù di una nemesi storica di cui non hanno colpa.
Tuttavia, nella vita quotidiana della ciurma di Machos Alfa, fuori dagli slogan isterici, la biologia, le pulsioni e l’ego non sono variabili da snobbare. E mentre i teorici guardano il dito, la luna osserva Luz e Raul passare attraverso l’escamotage trasgressivo dello scambismo, oppure gli esauriti Luis e Esther piegarsi all’arcaica via della scappatella extraconiugale rigenerante. A Pedro e Daniela, immuni a problemi di natura sessuale, spettano invece i battibecchi più pregnanti quando nella coppia si agita il fantasma del successo individuale, della realizzazione di sé.
La serie, guarnita da gag impagabili, si congeda con la schiena dritta di chi ha seminato più dubbi che certezze, e un cliffhanger sottinteso: nella secolare disputa tra donne e uomini una stagione successiva è sempre nel cassetto. E non in televisione.