CREATA DAL REGISTA DI “THE BATMAN”, MATT REEVES, UNA SERIE IN 13 EPISODI CHE IMMAGINA LO STESSO PERSONAGGIO ALLE PRESE CON TRE DESTINI DIVERSI: NEI PANNI DI UNA ROCKSTAR, IN DIVISA DA POLIZIOTTO E CON IL CAMICE DA INFERMIERE. LA INTERPRETA JAMES WOLK E NOI VE LA CONSIGLIAMO. LA TROVATE SU SKY E NOW TV SE SIETE FETICISTI DELL’ON DEMAND, MENTRE CHI PREFERISCE IL PALINSESTO TRADIZIONALE PUÒ APPUNTARSI GLI ORARI DI MESSA IN ONDA SU SKY SERIE. A PARTIRE DAL 13 APRILE.

ORDINARY JOE

(Sky, Now Tv)

Due strade a un bivio in un bosco ingiallito,
Peccato non percorrerle entrambe,
Ma un solo viaggiatore non può farlo,
Guardai dunque una di esse indeciso,
Finché non si nascose al mio sguardo.

Sono le prime cinque strofe di “The Road Not Taken – La strada non presa” del poeta romantico britannico Robert Frost, che il protagonista Joe Kimbreau cita nella prima puntata della serie, all’alba del suo triplice viaggio esistenziale, ognuno dei quali lo condurrà verso un destino diverso.

Quindi non due ma addirittura tre ‘Sliding Doors’ si spalancano fra Joe e il suo futuro dopo aver completato gli studi al college. La notte della cerimonia, l’indeciso neolaureato deve scegliere fra tre opzioni: chiedere un appuntamento ad Amy, la fascinosa coetanea che ha appena conosciuto; accettare l’invito in spiaggia della sua trombamica Jenny, oppure celebrare il conseguimento del ‘pezzo di carta’ a cena con la sua famiglia.

In effetti, nella vita reale Joe potrebbe fare tutte e tre le cose, con in una mano un sano e scafato buon senso da poligamo e nell’altra un’agendina ma, si sa, le serie tv sfuggono alla logica per cui da quel momento la vita del giovane si snoda in tre universi paralleli catapultandosi a dieci anni di distanza.

In uno Joe è diventato una rockstar affermata con la vita tratteggiata dalle tipiche luci e ombre che segnano il tragitto di un artista. Si è sposato con Amy ma Jenny rimane nei paraggi della sua esistenza con un segreto in allegato. Dietro la seconda porta temporale Joe ha invece intrapreso la carriera di infermiere, è legato sentimentalmente a Jenny, mentre Amy ha sposato un altro. In ultimo, la terza timeline lo vede indossare la divisa da eroico poliziotto senza alcun legame coniugale certificato, ma con entrambe le donne che ancora gravitano attorno alla sua orbita.

Prodotto, tra gli altri, da Garrett Lerner e Russel Friend, la coppia che diede il via a “Dr. House – Medical Division”, “Ordinary Joe”, in 13 episodi, risponde alla domanda che ogni bipede umano si è posto almeno una volta nella sua vita: “Dove sarei oggi se avessi intrapreso un’altra strada?”, moltiplicando e serializzando l’assunto iniziale di “Sliding Doors”, il celebre film con Gwyneth Paltrow. Ma, facendo l’inventario della storia del cinema se ne trovano di simili (il nostro algoritmo umano alla fine dell’articolo ve ne consiglia 5, ma non “Sliding Doors” perché ad oggi non è presente su nessuna piattaforma), perché per aggirare il vincolo di una vita unica dall’itinerario irreversibile e senza mai la possibilità di farsi un giretto indietro nel tempo per compiere scelte diverse, allora è necessario rilassarsi nella Spa delle fantasticherie e farsi massaggiare dai compromessi dell’immaginazione.

Ad interpretare il tris di personaggi è James Wolk, non proprio una star che fermeresti per un autografo, almeno qui in Italia, ma il suo volto risulterà familiare a chi ha seguito “Watchmen” e “Mad Men”. A lui il compito di farci identificare in tre scenari differenti, in cui di volta in volta egli stesso si smarrisce e si ritrova, come nel più tipico dei viaggi avventurosi dove gli imprevisti mandano in tilt la bussola e scarabocchiano la mappa. Sebbene ci siano dei minimi comun denominatori ben delineati: pur triplicando la visuale in soggettiva, “Ordinary Joe” torna e ritorna su tre temi solidi e ben collaudati, molto meno imprevedibili e fantasticati dello snodo iniziale: la carriera, l’amore e il ruolo di genitore. Quindi, pur stuzzicando la curiosità triplicandola, la serie creata da Matt Reeves e targata NBC si colloca saggiamente in un luogo familiare, lontano da tossiche e brutali peristalsi esistenziali.

La comfort zone prima di tutto. E, sempre saggiamente, nei tre universi paralleli alcuni eventi si ripetono, le persone che girano intorno a Joe sono più o meno le stesse, ma l’intreccio viene dosato tenendo conto della timeline di riferimento. Non siamo nel territorio della fantascienza ma fra le braccia robuste della commedia ormai geneticamente modificata in dramedy.

L’ALGORITMO UMANO CONSIGLIA:

QUESTIONE DI TEMPO

(Sky, Now, Amazon, Starz)

Il regista di “Love Actually” e una coppia ben assortita, Domhnall Gleeson e Rachel McAdams, per la storia di Tim che, come ogni membro della sua famiglia, può viaggiare facilmente nel tempo. Avanti e indietro. Quale potere migliore per sedurre la dolce Mary? Ma tra un varco e l’altro arrivano ostacoli e imprevisti.

THE FAMILY MAN

(Netflix, Amazon)

Favola natalizia con Nicolas Cage, impegnatissimo manager di New York che proprio il giorno di Natale si risveglia in un’esistenza parallela, nella quale, invece di essere single, è il marito di Kate (Tea Leoni) la sua ex fidanzata che aveva lasciato per seguire la carriera.

PEGGY SUE SI E’ SPOSATA

(Chili, Microsoft, Apple Tv, Amazon)

Francis Ford Coppola alla regia di un film notevole e carico di nostalgia. Kathleen Turner è la quarantenne Peggy. Durante una rimpatriata con gli ex compagni di scuola sviene e si risveglia negli anni 60, quando era ancora una studentessa. Con tutta la pagina bianca della vita davanti a sé da riscrivere a piacimento.

KATE & LEOPOLD

(Tim Vision)

Commedia romantica che dall’800 sconfina nella Manhattan dei primi anni duemila. L’elegantissimo duca di Albany, Hugh Jackman, finisce per errore nella caotica New York, dove viene preso in custodia sentimentale da Meg Ryan che, all’epoca si trovava in bilico tra l’essere ancora la fidanzatina d’America e compiere il decollo decisivo verso la costellazione delle Milf. Regia di tutto rispetto firmata da James Mangold, prossimamente nei cinema con il quinto episodio di “Indiana Jones”.

MELINDA E MELINDA

(Disney)

Due scrittori immaginano per la stessa ragazza (Radha Mitchell: perfetta) due futuri opposti, uno comico, l’altro tragico. E’ l’opera di Woody Allen targata 2004 e il tocco del genio si vede, sempre sullo sfondo di un a New York, immarcescibile co-protagonista, perché mette a fuoco il braccetto che unisce arte e vita, e come lo stesso materiale offra all’artista il potere di decidere il destino di un personaggio, rivoltandolo a suo piacimento. Nella vasta filmografia alleniana viene spesso dimenticato, ma “Melinda e Melinda” è un incanto.

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