ELISABETTA II D’INGHILTERRA E’ MORTA. QUASI TUTTO IL MONDO, INASPETTATAMENTE, LA PIANGE, MENTRE LA TELEVISIONE E I SOCIAL HANNO 96 ANNI DI VITA E 70 DI REGNO DI IMMAGINI DA SACCHEGGIARE: SE AVETE VOGLIA DI RICORDARLA, C’E’ L’IMBARAZZO DELLA SCELTA
Quando muore una persona cara di cui però era arrivata l’ora, una persona importante ma molto anziana, di cui si possa dire ‘ha avuto la sua vita lunga e feconda’, a volte l’istinto è quello di recuperare la sua giovinezza. Molte persone che hanno perso i nonni, o i genitori da grandi, hanno sul comodino un’immagine dello scomparso da giovinetto, la nonna bellissima il giorno del matrimonio, il papà con le mani giunte e la divisa dei capelli pieni di brillantina da un lato il giorno della Prima Comunione, la mamma sorridente e spettinata sul pattino a Forte dei Marmi, la zia nubile che dato l’ammiccamento degli occhi e della postura forse non è poi stata single tutta la vita come si mormorava.
Ora è mancata all’affetto dei suoi sudditi la Regina Elisabetta II, nata Elizabeth Alexandra May Windsor, sovrana del Regno Unito per nientemeno che 70 anni. Data la tarda età, anche se Sua Maestà sembrava in ottima forma, le televisioni e i giornali di tutto il mondo avevano già pronti coccodrilli ricchissimi, esaustivi, celebrativi e a tratti commoventi. 96 anni di immagini private e pubbliche, 70 di reportage e cronache ufficiali di un regno esposto, iconico, rappresentativo e salutante: un archivio iconografico impressionante, vasto come lo era il Commonwealth, longevo come la sua protagonista. E in più anni e anni di film e fiction, alcune dozzinali ma alcuni anche notevoli e d’autore. Grazie a questo materiale sterminato ieri, 8 settembre, bastava accendere la televisione su qualsiasi canale per incappare in una corona, un gioiello, un sorriso regale, una mano guantata che salutava nell’eterna wave degli Windsor. I pochi che davvero davvero non provano interesse per celebrare o anche solo valutare questo evento che chiude un’epoca, beh questi non ci interessano, in effetti. Agli spettatori che almeno ieri e almeno per oggi e domani vorranno sentir parlare della Queen più amata – troppo lontana la prima Betty, troppo severa e aquilina Vittoria, troppo fuori di testa Bloody Mary e la discussa Anna – consigliamo semplicemente di accendere la televisione, e trovare quello che fa per loro, con l’unico rischio di trovarsi Enrico Letta o Giorgia Meloni che disperatamente cercano di riportare l’attenzione sulla campagna elettorale italiana, checché se ne pensi ben poco regale. L’Algoritmo rimane umano e si fa un po’ monarchico per l’occasione, e ha due suggerimenti per orientarsi nel succitato profluvio di omaggi che vengono proposti. Il primo: evitare le pur eccellenti fiction su Elisabetta e la sua casa (la casata regnante più antica del mondo, se non vi fa nessun effetto state leggendo l’articolo sbagliato), perché il momento solenne della morte secondo noi richiede rispetto, quel rispetto che nessun attore per quanto bravo può rendere fino in fondo a un altro essere umano. (Se proprio non reggete i documentari: la prima e solo la prima stagione di The Crown).
Privilegiando quindi i documentari non fiction che vedono protagonista la vera Elisabetta, il secondo consiglio: nella messe dei documentari disponibili scegliamo solo un titolo, che si iscrive nella tendenza sentimentale di cui si parlava all’inizio, quella di ricordare un anziano che se ne va con le immagini che lo ritraggono bambino spensierato, giovane felice, adulto con lo sguardo solidamente rivolto al futuro ancora tutto da vivere.
L’equivalente della foto della comunione sul comodino, per noi è THE QUEEN UNSEEN, visibile sullo streaming di SKY e su Sky Uno.
Il documentario della BBC, prodotto nel 2021, è una specie di carezza televisiva alla regina Elisabetta da parte del canale più importante del suo Regno. La BBC, che c’era già – infinitamente più ossequiosa – quando la giovane Principessa ascese al trono, ha scavato nei propri archivi e in quelli privati della Casa Reale per realizzare un documentario su Elizabeth che ne cogliesse aspetti mai o poco visti. I momenti più privati, giovane a bordo piscina, bambina sullo slittino, ragazza adorante del bel marito, avvicinati ai momenti più ufficiali e importanti della storia, quelli grazie ai quali di quella ragazza ci è importato qualcosa. Materiale realmente inedito, soprattutto per il pubblico italiano, affiancato ad immagini che ognuno di noi ha già visto, non ricorda dove o come, ma che ha incamerato e archiviato nella propria base dati personale.
Un ritratto, come si dice, completo per quanto sia possibile, e interessante da guardare: il film cerca e riesce infatti a cogliere la persona oltre il ruolo, la donna dentro la regina, l’individuo dietro l’istituzione. Difficile e straniante, perché Elisabetta Windsor è stata ed era ancora una campionessa di autocontrollo, restia a lasciar trasparire emozioni gusti e disgusti personali e determinata a restare impassibilmente e sempre la giudicessa super partes del suo Regno: in un periodo storico che ha fatto della spontaneità il suo feticcio e dell’essere sempre sé stessi l’ottusa regola dei comportamenti sociali, questa capacità di autodisciplina di sua maestà la Regina d’Inghilterra appare come qualcosa di mistico e affascinante.
So, the Queen is dead, long live The King (promesso che di questo parleremo molto, molto presto).