TRUTH SEEKERS (Amazon Prime)

Voto 6.5

 

FENOMENI PARANORMALI INGLESI

Otto episodi nel segno del mistero in cui la premiata ditta Nick Frost-Simon Pegg mescola commedia, horror e fantascienza. E tante citazioni.

Una lettera d’amore a “X-Files” e un tributo a John Carpenter. Si riassume così “Truth Seekers”, la serie britannica firmata da Nick Frost e Simon Pegg che gioca con la cultura pop e il mondo dell’occulto, strizzando anche l’occhio alla terza stagione di “Twin Peaks” e alle indagini della Mystery Inc. nella saga di “Scooby-Doo!”.

Sono le citazioni a profusione ad accompagnare, infatti, le gustose vicissitudini di Gus Roberts, esperto ingegnere dell’azienda di telecomunicazioni Smyle, con una predilezione da nerd per i misteri paranormali. Armato di disinvoltura e consapevole dell’esistenza di altri universi, Gus sfida con aplomb spettri rimasti intrappolati fra le onde radio sin dalla Seconda guerra mondiale, bambole possedute da streghe, alberghi infestati.

Il resto della gang è formato da un collega fifone che si chiama Elton John, una ragazza perseguitata dai fantasmi, un padre scorbutico (Malcolm McDowell: eccezionale), una influencer tappata in casa perché sofferente di agorafobia. E su tutti loro, lo sguardo solo all’apparenza svagato di un datore di lavoro che invece la sa più lunga di chiunque altro. Lo interpreta proprio Simon Pegg, relegato a un ruolo di comprimario, che attira la luce più forte dei riflettori solamente nell’ultimo episodio.

Lo sguardo è rivolto agli horror vecchio stampo in cui vengono iniettate dosi di humor, ma c’è anche quell’atmosfera tipica da zucchero filato dei luna park in queste otto mini avventure ‘ai confini della realtà’ (tanto per aggiungere un’altra evidente affinità) caratterizzate da un andirivieni fra passato e presente, dove alcune persone hanno il dono di aprire il varco che conduce ad altre dimensioni e l’esoterismo è un pasticcino che viene servito insieme al tè delle 5.

Coerenti con lo spirito goliardico che li portò a sfornare la Trilogia del cornetto (vedi sotto: L’Algoritmo Umano) Nick Frost e Simon Pegg giocano a fare i finti ultimi della classe. Non mirano all’impeccabilità secchiona di “Stranger Things”, tanto per fare un esempio, ma preferiscono un approccio spavaldamente giocoso e amatoriale che conservi intatto lo spirito da fanzine. Un fantahorror scritto da appassionati di fantahorror che conoscono a menadito i meccanismi dei generi rivisitati.

Dietro a questo atteggiamento disimpegnato e antiretorico si nasconde tuttavia, in “Truth Seekers”, la riflessione su un universo che la tecnologia ha reso liquido e vulnerabile ad attacchi esterni. Un mondo non più isolato che prevede un transito incessante fra più dimensioni (proprio come per John Carpenter e David Lynch) in cui i passaggi segreti si spalancano in modulazione di frequenza, si intersecano al mondo reale tramite i disturbi di connessione, come a voler seguire un ideale equazione/gioco di parole fra Wi-Fi e Sci-Fi.

Frost e Pegg – coadiuvati nella fase di scrittura da James Serafinowicz e Nat Saunders – creano un prodotto che gioca con le ultimissime tecnologie ma mantiene una fisionomia vintage. Nel finale si parla addirittura di 8G (graffiante ammiccamento a tutti i complottisti del reame); digitale e analogico rimangono in “Truth Seekersfacce della stessa moneta. Due mondi rivali che si scambiano vibrazioni, proprio come nella storyline principale il noto e l’ignoto finiscono per essere viali di uno stesso labirinto.

Una serie per cinefili ma non solo. Che entra in punta di piedi nell’affollatissimo regno dell’intrattenimento casalingo attuale, senza assumersi la responsabilità di voler essere memorabile ma che, al netto di qualche approssimazione (ad esempio nel legame fra le microstorie e il conflitto narrativo principale), è estremamente godibile e anticonvenzionale. Con quella patina di nostalgia che, visto il solido curriculum dei suoi autori, non ha nulla di commerciale e inflazionato.

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L’ALGORITMO UMANO CONSIGLIA:

La trilogia del cornetto

I tre film interpretati da Simon Pegg e Nick Frost, per la regia di Edgar Wright. La trilogia prende il nome dalla presenza di un cono gelato confezionato come elemento ricorrente, ogni volta di un sapore e di un colore diverso.

 

L’alba dei morti dementi (2004) – Amazon Prime

La commedia romantica incontra lo zombie-movie; l’umorismo british al servizio della lezione di George A. Romero. Un film che può essere letto come parodia ma anche come serio omaggio al genere horror. I morti viventi assaltano la periferia di Londra mettendo in subbuglio la vita dei frequentatori di pub. P.S. Il cornetto è alla fragola ed è rosso come il sangue. In armonia con quanto il film mostra.

Hot Fuzz (2007) – Amazon Prime

Qui il cornetto è blu, come la divisa dei poliziotti. “Hot Fuzz” è una commedia poliziesca sostenuta da un canovaccio thriller, in cui un petulante agente londinese viene trasferito in una cittadina sonnacchiosa. Dal momento del suo arrivo però, la comunità sarà sconvolta da una serie di omicidi. Diluvio di citazioni.

La fine del mondo (2013) – Netflix/Now Tv/Sky

Pegg, Frost e Wright approdano nel mondo della fantascienza. Il cornetto è verde-menta e marrone-cioccolato. Un’invasione aliena sorprende un gruppo di amici impegnati a sbronzarsi come ai vecchi tempi. Gli eterni adolescenti perdono l’innocenza affrontando entità provenienti da un altro pianeta. Simbolicamente, il pianeta più spaventoso di tutti: quello dell’età adulta.

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