INIZIATA LA NUOVA EDIZIONE DEL TALENT CANORO DI SKY, IL PIU’ GLAM, TRA MUSICA, DUE NOVITA’ E UNA (INELIMINABILE) CONTRADDIZIONE

 

LA MUSICA

Arrivano i primi freddi, ed è già tempo di X Factor. Dopo tre puntate di Audizioni, dove confluisce un finto ‘po’ di tutto’ di quello che si è presentato alle selezioni per il talent, si è entrati nel vivo della trasmissione, quei Bootcamp che hanno formato delle squadre, e assegnato il giudice che dovrà drasticamente ridurle prima a 6 elementi, e poi ancora a tre da portare in gara. Ai live, anzi, come si dice in x-factorese.

In questa fase, la musica non è protagonista. Poca, pochissima a dire il vero. Rarissime le esibizioni che vengono mostrate per intero. Quello che interessa è mostrare il talento, o meglio ancora il personaggio. Quindi per esempio una bellissima voce, o una creatura non definibile rasata a zero, o una ragazza di sedici anni che ha scritto una ballata struggente per la sua ex fidanzata,o una goffa ragazzona sovrappeso che si presenta per mostrare al mondo che si può (eventualmente) avere successo nel mondo del pop anche se non si è belle in modo convenzionale, o ancora un gruppo di spiritati coi volti coperti di fango e poi un incrocio tra Enzo Iannacci e Gastone di Disney che ha lasciato un lavoro da statistico per buttarsi nell’avventura della creatività. Di questo sono fatte le puntate, per ora: di storie. E, soprattutto e sopra tutti, sono fatte dai giudici. I loro giudizi più o meno illuminati. I loro siparietti ben costruiti fino a sembrare spontanei. La loro commozione e il loro involontario cinismo, il loro carisma, in alcuni casi più autodichiarato che lampante, ma comunque innegabile.
Ma in sintesi: a reggere la struttura, in questa fase PRE, sono le personalità dei giudici, gli stessi dell’anno scorso, tutti a loro volta musicisti e cantanti.

Protagoniste sono quindi non tanto le esibizioni, quanto i giudizi che le seguono, nei quali i giudici danno il meglio di loro nel capire al volo e misurare chi hanno davanti.
Protagonista quindi è l’intelligenza tendente all’autocitazione di Manuel Agnelli, che è competente, satanico e rockettaro come sempre, ma più palestrato che mai. E’ l’intelligenza imitativa di Emma, che di rado dice qualcosa di originale e solitamente si limita a ripetere con più enfasi quello che hanno detto prima di lei, ma che porta una dimensione popolare, carnale, indulgente e volutamente sgrammaticata sul tavolo giudicante. E’ l’intelligenza fredda e sorniona di Mika, tagliente come il diamante, che brilla ma ferisce, alla faccia della teoria dell’inclusività globale, e che si perde qualcosa della nostra cultura nella traduzione, ma appare ferocemente determinato a vincere questa edizione. E’ infine l’intelligenza di Manuelito, o come si decida alla fine di chiamarlo quest’anno, inaspettatamente conformista e solida, che inquadra i personaggi e in due parole li assolve, o li liquida, con quella buona educazione che dal rapper non ti aspetti, ma che abbiamo visto essere la sua cifra di trasgressione estrema: nell’ambiente, niente di più innovativo.

 

 

LE DUE NOVITA’    

La prima è la dolorosa, difficile da accettare, assenza di Alessandro Cattelan, storico presentatore di questo talent, cui ha dato per dieci anni un’impronta e uno stile personale senza personalismi, che sarà veramente arduo rimpiazzare. Per noi, X Factor è Cattelan, e non sappiamo immaginare come saranno i live senza di lui, se già da queste Audizioni e Bootcamp, che non lo vedevano in primo piano, se ne sente la mancanza. A sostituirlo c’è coso, come si chiama. Dai, quel bel ragazzo, un attore mi pare, Ludovico qualcosa, simpatico no? Un bel viso sorridente, dai, come si chiama? (per la cronaca, si chiama Ludovico Tersigni, ha 25 anni, è romano, ha lavorato in tv e al cinema con Muccino, ed è il nipote di Zoro, Diego Bianchi di Propaganda Live: per il giovani un volto conosciuto, per lo spettatore adulto di X Factor un semisconosciuto con un atteggiamento simpatico e un fare spontaneo che ispira fiducia.)
L’assenza di Cattelan ti fa sentire come quando a settembre tornavi a scuola e avevano cambiato il tuo prof preferito, quello di educazione fisica: lì per lì eri disperato, ma poi ti ricordavi che comunque il bello di educazione fisica non era tanto il prof, quanto la materia, e ti preparavi ad adorare il nuovo professore quanto il vecchio. Diamo fiducia a coso, come si chiama, Ludovico.

 

La seconda novità, molto annunciata e reiterata, è l’assenza delle categorie per la gara. Non ci sarà più la divisione in Donne under 25, Uomini under 25, Over 25 uomini e donne, Band. In ogni squadra ci sarà un po’ di tutto, unico vincolo l’avere almeno un gruppo. La cancellazione delle categorie segue un adeguamento alla nuova sensibilità della società verso gli individui e il loro modo di vedere sé stessi:  si va verso un annullamento delle definizioni tradizionali, sperando di arrivare a un annullamento delle discriminazioni. Inoltre non tutte le persone si riconoscono per esempio in uno dei due generi sessuali (diciamo) ‘classici’, quindi diventa difficile per un programma che voglia essere davvero inclusivo e moderno dover categorizzare, mettiamo, una persona che si definisce ‘non-binaria’ e non sa dire con quale pronome voglia essere indicata. Quest’anno una persona così è presente, ma il problema di come chiamarla e ‘dove’ posizionarla non si pone nemmeno.
Tuttavia, un problema l’algoritmo lo vuole porre, anche se solo come provocazione, si intende.

CONTRADDIZIONE

Partendo dall’encomiabile iniziativa di cancellare la divisione in categorie per non indulgere in una visione del mondo che sottolinei in senso potenzialmente negativo le differenze, X Factor incappa in una macroscopica contraddizione concettuale.
Un talent show, che è fondamentalmente una gara, è basato sul concetto di esclusione. E su un’esclusione che discende dalla più definitiva e ineludibile delle discriminazioni, quella basata sul talento. Tutti possono essere ammessi alle selezioni, e ognuno può presentarsi a fare la figura che meglio crede, ma parteciperanno alla gara solo quelli che, a insindacabile parere della giuria, sono dotati di talento, ovvero dell’X Factor. Quindi tutti quelli non dotati di voce, fascino, interiorità emotiva e carisma interpretativo vengono regolarmente, crudelmente e senza riguardo per la propria suscettibilità eliminati dalla corsa. E la categoria degli amanti della musica stonati, dei ballerini sgraziati, degli appassionati di canzoni senza senso del ritmo? Chi difende quelli senza talento, che da sotto la doccia si percepiscono dei divini usignoli ma che davanti a un pubblico e a un giudice competente sono dei ridicoli da prendere in giro senza nemmeno troppi riguardi?

Ovviamente è solo una provocazione, ci teniamo a dirlo: non vorremmo che per un programma che sta facendo dell’inclusività il suo vanto e la sua bandiera, una sciocca osservazione come questa possa diventare motivo di crisi di coscienza…

Lascia un commento