11 ESIBIZIONI, QUATTRO CONCORRENTI A RISCHIO, DUE ELIMINAZIONI, UN CAZIATONE, TANTA STRATEGIA E TROPPA SPIEGAZIONE DEI MECCANISMI: NEL TERZO LIVE DI X FACTOR 2021 LA MUSICA E’ SOLO UNO TRA GLI OSPITI
Le strategie svelate e l’assenza di coraggio
Sin dagli appuntamenti quotidiani con l’X Factor Daily (tutti i giorni alle 19.30 su Sky Uno, per i veri intossicati del talent musicale) la direzione era chiara: ogni giudice preparava i ragazzi a quello che gli altri giudici avrebbero potuto criticare in loro al prossimo live, di fatto smascherando le strategie dietro i giudizi post-esibizione. “La guerra è iniziata”: usando una sorta di metalinguaggio, gli scontri tra giudici e le critiche spesso pretestuose ai concorrenti delle squadre avversarie venivano enfatizzate e autocitate. Se sarete fedeli a voi stessi, vi diranno ‘l’abbiamo già visto’, se cambierete, vi diranno ‘ti preferivo prima’: quanto Manuelito Hell Raton aveva profetizzato ai suoi ragazzi si è puntualmente avverato, con piccole variabili.
Capitan Manuel all’attacco
Soprattutto Manuel Agnelli, che è sicuramente il giudice con più personalità e più strumenti (per così dire) retorici, si è incaricato di distruggere sistematicamente i suo avversari: non i più temibili, dimostrandosi grande stratega conoscitore del pubblico, ma quelli un po’ in bilico, per i quali bastava una spintarella per cadere dalla torre.
Vale LP? Non ha reso bene la canzone di Fabri Fibra Stavo pensando a te, realizzando un rap intimista non sufficientemente popolare, che non rappresenta le minoranze perché è di moda. Nika Paris? Dopo averle detto di provare a emozionare di più, ascoltando una ballatona pop di Justin Bieber le dice che la preferiva prima, quando loliteggiava canzoncine in francese. Versailles? La formula che propone non solo è troppo ripetitiva, non è buona e non risulta a fuoco, e mischiare i Nirvana con Billie Eilish con un inserto suo personale è poco meno che un sacrilegio (… in effetti…). Karakaz? Anche qui la formula è troppo scoperta, e nonostante la possessione demoniaca del cantante a Manuel piaccia, insiste che non si possono interpretare TUTTE le canzoni strappandosi le corde vocali allo stesso modo.
Tranne Versailles, tutti i concorrenti che Manuel ha, con machiavellica precisione, smontato, sono andati al ballottaggio. La crudele formula della doppia eliminazione ha alla fine visto uscire subito l’interessante rapper campana Vale LP (squadra di Emma, un vero peccato) e i rocker urlatori ma troppo timidi Karakaz (squadra di Manuelito). E’ il pubblico a votare, ma è un caso che il leader degli Afterhours, personaggio innegabilmente carismatico anche in tv, nel tavolo giudicante appunto il più lucido e distaccato (probabilmente anche il più preparato musicalmente) abbia preconizzato i gusti del pubblico in modo così puntuale? Non è che effettivamente li ha influenzati?
Quello che colpisce, in tutte queste strategie tese a esaltare i propri concorrenti distruggendo quelli altrui, è che alla fine nessuno ha il coraggio di fare il proprio ‘mestiere’ eliminando direttamente qualcuno: quando alla fine in ballottaggio erano rimasti i Karakaz e Le Endrigo di Emma (che avevano fatto la migliore delle loro esibizioni con una bellissima canzone di Francesco Bianconi) i giudici si sono accordati per non scegliere, chiamando il ‘tilt’, ovvero lasciando che fosse il televoto da casa a decidere chi sacrificare.
Da spettatori, non lo giudichiamo un bello spettacolo, ma una piccola dimostrazione di codardia, non di ‘correttezza’ come hanno voluto farla passare.
Dunque è Manuel Agnelli a mantenere tutti e tre i suoi concorrenti, nonostante gli altri giudici abbiano provato a usare le sue stesse strategie: Mika ha addirittura detto ai rockeggianti Mutonia che ‘facevano schifo’, e alla reazione antipatica del leader Matteo (al suo primo gesto effettivamente rock: ha più attitude maledetta Agnelli seduto dietro una scrivania che il frontman dei Mutonia mentre salta sulle note dei Viagra Boys) Manuelito ha rincarato con una ramanzina in stile ‘mostra rispetto per chi ne sa più di te’.
Ma niente è servito a intaccare la squadra di Manuel, che pare determinatissimo a vincere questa edizione con tutte le, appunto, strategie necessarie.
Le strategie sono essenziali, sì, perché a dire la verità le scelte musicali dei giudici sono l’anello debole dell’insieme. E questo è l’altro punto chiave di questa puntata.
Le scelte dei brani e gli arrangiamenti sono discutibili o prevedibili, sembrano imposte da fuori, non hanno mai un guizzo originale, fanno rimpiangere quelle del leggendario Morgan che scavava davvero nella discografia del Novecento alla ricerca di pezzi adatti al suo ‘protetto’, e fanno pensare seriamente che ci siano accordi discografici per le scelte, che quindi ignorano le vere capacità delle persone che li dovranno interpretare.
Tanto vero che i talenti danno i meglio di loro proprio sul limitare dell’abisso, quando per salvarsi dall’eliminazione si esibiscono con i propri inediti, che esaltano davvero le loro caratteristiche e capacità, rese estreme dalla strizza di uscire dal gioco.
La scoperta dell’acqua calda, forse. Ma vuol essere una piccola denuncia per un programma a cui forse non conviene mostrare troppo quello che c’è dietro, la filigrana cruda dei meccanismi, che lasciano spazio ai soliti ‘complottisti’ per poi dire che era già tutto deciso. Eventualmente scoraggiando quelli che votano a dare linfa con i loro interventi al programma stesso.
Gli intoccabili
A favore dell’idea che i giochi più o meno siano già stati fatti a priori, c’è anche la evidente aura di intoccabilità di alcuni artisti: per tre (i finalisti?) dei talenti le critiche sono sempre, irrevocabilmente, a volte ingiustificatamente positive.
Vengono regolarmente incensati il gigante con la voce ctonia Fellow (effettivamente ottimo anche se ripetitivo con un pezzo di Benjamin Clementine), il dotato Baltimora (con una versione abbastanza agghiacciante di Turning Tables, che Manuel dice essere la sua canzone preferita di Adele, non convincendo nemmeno se stesso di essere un fan di Adele…), il coraggioso Gianmaria (che, incassati i complimenti di Vasco la scorsa settimana, riscrive una strofa su un pezzo leggendario dei CCCP, Io sto bene, rendendo attuale e credibile un ‘vecchio’ brano effettivamente tagliato sul suo stesso malessere), il lunare Erio (personaggio unico con una voce unica, che secondo noi spreca un pezzetto anonimo di Lana Del Rey, anche questo il preferito di Manuel, che a quanto vuol far crederci è ascoltatore anche della labbruta cantante americana). Niente critiche nemmeno legittime per loro.
Speriamo allora di essere smentiti in questo brutto, pregiudiziale, scontatissimo sospetto, e attendiamo con la solita tollerabile ansia la quarta puntata giovedì prossimo.