SU NETFLIX LA SECONDA EDIZIONE DEL FINTO DOCUMENTARIO SUI DISASTRI DELL’ANNO APPENA PASSATO, SCONSIGLIATISSIMO A CHI NON AMA SARCASMO, IRONIA FEROCE E SCONSOLATA AUTOCONSAPEVOLEZZA
Sin da quando nelle città dell’Ottocento la notte di Capodanno si buttavano le cose vecchie dalla finestra, c’è stato l’uso di ‘cestinare’ l’anno vecchio per festeggiare l’arrivo di quello nuovo.
Nella società moderna, caratterizzata da un piagnucoloso vittimismo elevato a sistema filosofico, il vezzo è diventato una tendenza a maledire l’anno che si chiude e che ha invariabilmente portato guai, mali e sfortune di ogni genere. Al tempo del social, è tutto un mandare a quel paese l’anno che è appena finito, colpevole di non essere stato all’altezza delle aspettative di nessuno, attraverso meme, battute e vignette. Abitudine che nell’anno della pandemia, il davvero funesto 2020, ha comprensibilmente trovato un inedito apice.
Cavalcando questa moda, gli autori della geniale (ricordiamo che l’algoritmo non usa mai gratuitamente questo aggettivo) serie profetico-fantascientifica Black Mirror l’anno scorso hanno inventato un finto documentario, Death to 2020, che percorreva i 365 giorni appena passati attraverso il racconto dei disastri e degli eventi negativi che erano occorsi, mescolando fatti veri e commenti falsi in un turbinio stordente e ferocemente divertente. Quest’anno, purtroppo, c’è materiale in abbondanza per replicare l’operazione, e infatti ecco puntuale Death to 2021, disponibile su Netflix (solo in originale con sottotitoli).
Ma attenzione: A morte il 2021 asseconda solo superficialmente la voglia di scaricare sul tempo e la vita i mali del mondo. Quello che risulta alla fine dei conti è che la colpa di tutto è sempre, invariabilmente, della stupidità umana. Quindi, anche nostra. E, a pensarci bene, su questo c’è ben poco da ridere.
Un altro stupido anno è passato
E’ la stupidità la chiave interpretativa del finto/vero documentario: è perché gli uomini sono stupidi che succedono tante brutte cose, di cui però noi incolpiamo sempre il destino cinico e baro. È perché siamo stupidi che finiamo per incartarci in situazioni che la natura non avrebbe previsto, è perché siamo stupidi che non accettiamo alcune leggi e restrizioni che ci farebbero superare i problemi. Ma è vero che spesso sono stupide anche le leggi e le restrizioni.
Stupidi i politici – veri – che prendono decisioni assurde. Stupidi gli opinionisti e gli esperti – finti ma verosimili – che commentano cose di cui non sanno niente, avvinghiati ai loro 15 minuti di celebrità settimanale come sciacalli sulla preda agonizzante. Stupidi i cittadini ‘normali’, che non capiscono niente di niente ma pretendono di essere ascoltati su tutto.
Irresistibilmente idiote sono infatti le due cittadine comuni, quella inglese che si inorgoglisce di essere stata scelta per essere ‘tra le 5 persone più comuni al mondo’, palesemente senza capire cosa voglia dire, e quella americana che oltre tutto è anche pericolosa essendo una complottista di estrema destra che ha partecipato all’assalto al Campidoglio USA senza aver capito con quali motivazioni.
Proprio con il grottesco assalto a Capitol Hill del gennaio 2021 si apre il documentario, dando inizio a una carrellata di fatti drammatici e assurdi allo stesso tempo. Le immagini della pandemia, delle truppe americane che si ritirano dall’Afghanistan e dei Talebani che ne riprendono immediatamente il controllo, dei disastri del cambiamento climatico, delle proteste dei neri e della morte di George Floyd, dei roghi australiani e californiani, delle terapie intensive e dei laboratori che sintetizzano i vaccini si mescolano con quelle più leggere ma ugualmente assurde delle campagne elettorali dei due presidenti americani uno diversamente intelligente e uno diversamente giovane, di Megan Markle e del Principe Harry che si dissociano dalla corona ma vorrebbero continuare a essere dei Duchi Reali, dei giornalisti americani e britannici che, a seconda dello schieramento politico dei loro giornali, commentano in modo diametralmente opposto i fatti dell’attualità.
I fatti sono veri, anche se potrebbero sembrare inverosimili se non ce li ricordassimo fin troppo bene. I commenti a questi fatti sono di personaggi inventati, che nel loro farneticare fanno il verso alla malsana abitudine sviluppatasi in pandemia di dire e ascoltare le opinioni di chiunque ne abbia una, solo perché ce l’ha.
Per lo spettatore il capogiro è la prima reazione, il riso la seconda, l’amarezza è quello che rimane.
A dirci la loro sulle derive del 2021 c’è per esempio uno storico inglese interpretato da Hugh Grant, retorico e pieno di sé, che disprezza il politicamente corretto e difende la parte deteriore dell’istituzione della Corona (‘non era il Principe Filippo ad essere razzista, era il suo senso dell’umorismo ad esserlo’) mischiando citazioni di eventi storici a fatti della saga del Trono di Spade; una giornalista americana disincantata e presumibilmente alcolizzata (una splendida Stockard Channing, la Rizzo di Grease) che cita con lo stesso sarcasmo disincantato le interviste di Oprah e la possibilità della corruzione nelle elezioni presidenziali; una reporter ineffabile che ha il volto di Lucy Liu e si vede sempre presente in tutti i casi più importanti della storia americana, dal Watergate a Monica Lewinsky, sempre senza cambiare età anagrafica con lo scorrere del tempo, e che rivela di non aver visto niente di più stupido dell’assalto a Capitol Hill; uno scienziato che lavora al vaccino del coronavirus e che si scoccia che mentre parla mettano sotto la musica per creare il mood, ma che poi capisce che una notizia scientifica senza il giusto mood non ‘arriva’; un influencer totalmente idiota che cerca di rassicurare i suoi follower sui comportamenti dei talebani che sono gente normale a cui ‘piacciono i turbanti e sparare coi kalashnikov’; le due cittadine comuni che rappresentano la totale, definitiva, pericolosissima stupidità della gente comune.
Ce n’è per tutti. Chi abbia la tendenza a offendersi, non guardi. Chi pensa che ridere sulle disgrazie, le follie e le sventure sia cinico, non guardi. Chi crede di poter giudicare gli altri stupidi senza pensare mai che (come diceva Umberto Tozzi) gli altri siamo noi, può guardare ma non capire fino in fondo.
Perché questa satira apparentemente allegra ma profondamente feroce è anche e soprattutto una riflessione amaramente auto-ironica. Il mondo sta andando a catafascio perché il mondo è pieno di gente stupida che fa cose stupide e perde tempo dietro a cose stupide invece di correre ai ripari. I commenti ai fatti sono stupidi perché inutili, e anche quello che scriviamo noi ora è veramente stupido e non serve a niente, se non forse a ribadire che se esiste una fievole luce nell’oscurità dell’ignoranza è data dalla possibilità di riderci sopra. Anche se, come dice qualcuno, si ricade in questo modo nella modernissima dittatura del sarcasmo, che ci costringe a ridere di tutto, anche di quello che c’è di più sacro al mondo. Che, a pensarci bene, è veramente una cosa stupida.