Dall’1 luglio Sky Italia ‘apre’ quattro nuovi canali, due di documentari e due di serie tv: Sky Documentaries, Sky Nature, Sky Serie e Sky Investigation.
L’Algoritmo Umano ha scelto di spulciare intanto nel palinsesto di Sky Investigation, che aspira a prendere il posto di Fox Crime, leggendario canale dedicato alle serie poliziesche che sfortunatamente da oggi chiude, e bisognerà indagare sui colpevoli di questo efferato canalicidio.

Si chiude una porta criminale, si apre un portone investigativo.

Sky Investigation è dunque la risposta Sky al canale storico della FOX destinato ai crime provenienti dagli USA e da tutta Europa. Dal crimine passiamo alle investigazioni, lo scarto è solo linguistico, molti prodotti sono gli stessi, addirittura The Blacklist, poliziesco in cui l’imbolsito ma sempre magnetico James Spader interpreta un criminale che collabora con l’FBI, passa direttamente da un canale all’altro, nel bel mezzo dell’ottava stagione.
Il palinsesto propone anche diverse serie nuove e in prima visione, e moltissimi programmi che chiameremo classici, anche se alcuni sono solo vecchiotti (vedere Pacific Blue, le infinite e tutte uguali indagini di poliziotti californiani che operano a cavallo di… biciclette…).

L’algoritmo ha scelto per voi tre serie che vale la pena vedere, e consiglia di seguire comunque il canale, molto ricco, se siete appassionati di giallo, noir e sfumature criminali elencando.

 

Novità – IL GIUSTIZIERE: dalla Francia con rancore

Thomas Bareski è un ex investigatore francese che non riesce ad accettare che nel suo paese ogni anno circa 300 omicidi rimangano insoluti, e che il sistema giudiziario decreti che la polizia non si debba occupare di casi che non portano da nessuna parte, sprecando le risorse statali. Così, cupo e risentito, il maturo detective decide di girare per tutta la Francia, andando a caccia solitaria dei colpevoli che l’hanno fatta franca. Un giustiziere, appunto, figura classica del genere crime, che in questa serie del 2019 ha il volto scavato nella pietra di Eric Cantona. E Cantona è il motivo principale per guardare il programma: una leggenda vivente, come suol dirsi.
Francese di origini sarde, Eric Cantona è famoso per essere stato un campione di calcio e una personalità sportiva eccezionale. Protagonista di stagioni straordinarie negli anni ’90 con il Manchester United, l’attaccante era celebre per la sua personalità di leader e anche le sue intemperanze, che ne hanno fatto un soggetto da rotocalco e telegiornali. Ma a un certo punto la sua vitalità ha strabordato i margini del campo di calcio, e Cantona si è ritrovato sul set, dando prova di capacità e personalità anche lì. Dal 1995 è anche attore, quindi, e non di prodotti banali, se si ricorda che è stato protagonista di un film di Ken Loach, addirittura tratto da un soggetto scritto dallo stesso Cantona (Il mio amico Eric, visibile su Amazon Prime, Sky Go, Chili, Tim).
Uno forte, Cantona, credibile nei panni di un ammazzasette a caccia di cattivi in tutta la Francia, con un cappellaccio da marinaio bretone e negli occhi la disincantata caparbietà di uno che, nella vita, ha visto veramente di tutto.

 

Vintage – DETECTIVE MONK: ossessivo, compulsivo, risolutivo

 

 

“Guarda, mio figlio è talmente schizzinoso che a casa lo chiamiamo Monk”: un personaggio che è diventato un aggettivo, il cui nome descrive una prerogativa per antonomasia, non c’è bisogno di dirlo, è un personaggio di successo. Sky Investigation ripropone le otto stagioni del poliziesco iniziato nel 2002 e interpretato dallo strepitoso Tony Shalhoub nei panni del detective Adrian Monk. Il detective Monk era una delle menti più brillanti della polizia di San Francisco ma, dopo la morte dell’adorata moglie, entra in una crisi devastante che lo rende vittima di una serie infinita di manie e fobie. In pratica Monk ha la sindrome di Tourette, resa famosa in tv proprio dal suo personaggio, che è quindi ansioso, nevrotico, insicuro, timoroso di germi, batteri, malattie, contatti umani… Ossessivo e compulsivo, ma geniale nelle indagini, nelle puntate lavora come consulente esterno della polizia. Il tema delle manie, dei tic e della difficoltà di fare una vita normale con tante limitazioni psicologiche è trattato in modo gentile, non… ossessivo ma empatico: Monk ha tanti problemi, tantissimi, ma gli si perdona tutto perché è un personaggio positivo. Un piccolo classico, questo mystery, vale tanto quanto appunto riesce simpatico il protagonista, non essendo le trame investigative particolarmente originali. Ma per tutti noi, che per via della pandemia abbiamo imparato ad amare i guanti, gli igienizzanti e le guardinghe ispezioni dei luoghi che dobbiamo frequentare, la simpatia per il buon vecchio Adrian verrà probabilmente ancora più spontanea.

 

Classico rivisitato: AGATHA CHRSTIE – LA SERIE INFERNALE: anche Poirot vuol essere John Malkovich

E’ completamente calvo invece che con pochi capelli tinti di nero corvino, ha un candido pizzetto invece di raffinati baffi a manubrio, è alto e magro invece che basso e cicciottello: come fa John Malkovich a interpretare Hercule Poirot con questo aspetto?
Lo fa, perché è un attore, un bravo attore e anzi, forse, un grande attore. Che si è prestato con la consueta dedizione a ‘diventare’ il geniale investigatore belga nato dalla fantasia di Agatha Christie, adorato e saccheggiato da cinema e tv, e anche da attori di calibro che ne hanno volentieri indossato la maschera un po’ buffa e grottesca. Malkovich no: come in un famoso film in cui il protagonista sognava appunto di Essere John Malkovich, l’attore americano rimane esteriormente sé stesso ma si trasforma intimamente nell’ispettore che, negli anni 30 del Novecento, affronta un criminale che ha iniziato una serie di omicidi proprio per sfidare lui, Hercule Poirot, a fermarlo. Tratta da uno dei più bei romanzi con protagonista Poirot, La serie infernale è un gioco di intelligenza e una sfida tra bene e male che ha un alto tasso di tensione, anticipando di molto (è scritto nel 1936) il tema moderno del serial killer. Per gli amanti del genere, questa trasposizione è da non perdere per la sua raffinatezza un po’ oscura e la sua eleganza complicata. Come chicca, nei panni di un giovane ispettore che non è l’Hastings del romanzo ma un personaggio inventato, c’è Rupert Grint, attore inglese celebre per il ruolo di Ron Weasley in Harry Potter.

 

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