Arriva su Sky Italia e in tutto il mondo l’attesa, promessa, minacciata reunion della banda della sit-com giovanile per eccellenza, Friends: mentre decidete se vederla, l’algoritmo vi dà un consiglio umano

 

 

 

Ma voi, intendo voi che nel 1994 avete iniziato a seguire la sit-com forse più famosa di sempre quando eravate solo un pelo più giovani dei protagonisti, voi che ricordate perfettamente i nomi le belle facce e le pettinature di Rachel, Monica, Phoebe, Joey, Chandler e Ross e anche qualche battuta tormentone (OH, MIO, DIO!), voi insomma, che state leggendo e che soffrite in maniera lieve della sindrome di Peter Pan che affligge la vostra generazione, voi, come vi sentite rispetto a questa reunion di Friends? Le avrete viste, no, le immagini che circolano, dei sei leggendari del cast, sull’altrettanto leggendario set, che recitano come se non stessero recitando il copione che ufficialmente non c’è (an unscripted Friends reunion special) di questo speciale, che di fatto è un commento ‘postumo’ degli attori che si rincontrano dopo 23 anni per condividere e ricordare la straordinaria esperienza che fu partecipare a quella serie. Ecco, come vi sentite di fronte a quel gruppo di ex bellissimi, questo gruppo di attori più che maturi, diciamolo, che per non apparire imbolsiti hanno scelto di sottoporsi a più o meno nominabili procedure estetiche che li fanno oggettivamente apparire imbalsamati? Come vi fanno sentire le immagini di questi ultracinquantenni che per non dimostrare l’età che hanno si sono tirati e patinati finendo per far sospettare di essere molto più vecchi, dell’età che hanno? Magari siete ancora lì fermi all’eterna domanda (di questo inizio secolo) “è meglio che le siano le rughe e i doppi menti a mostrare l’età che ho, o la somma dei miei interventi estetici a denunciare senza appello gli anni che vorrei togliermi?”? E forse state anche pensando che forse questa operazione in cui sei attori (tranne forse Jennifer Aniston) che sono rimasti professionalmente inchiodati ad un unico ruolo tentano ancora dopo anni di spremere da quello quel poco di popolarità che ancora ne rimane è oggettivamente triste, e più che di nostalgia si può parlare di vero e proprio rimpianto, stato psichico che, è noto, bene all’animo non fa.
Allora mentre voi, anzi noi che seguivamo Friends, decidiamo se guardare questo special, ovvero decidiamo se vogliamo infliggere a noi stessi il supplizio di vedere i nostri sogni giovanili malamente riassemblati dopo l’estrazione dalla naftalina, l’algoritmo umano ha un consiglio spassionato per tutti: casomai, riguardate gli episodi della serie.


Netflix propone tutte le 10 stagioni, e pensiamo alla soddisfazione che può dare vedere tutti gli episodi uno dopo l’altro, senza perderne nemmeno uno, come succedeva invece sulle piattaforme di una volta che mandavano in onda solo quel giorno a quell’ora, e se c’eri bene se invece avevi l’esame di diritto niente, avevi perso la puntata e la volta dopo non sapevi mai se Ross e Rachel ora stavano di nuovo insieme o no, e ti toccava chiedere alla figlia del vicino di casa, che tanto non usciva mai.
Guardatelo, e scoprite se è divertente davvero, se fa ancora ridere, se, lui il telefilm, è invecchiato meglio o peggio dei suoi piacenti protagonisti.
Io l’ho fatto, da fan non-troppo-sfegatata della serie, e devo ammettere che è stata una sorpresa. Fa ridere, è piacevole, e ha questa capacità di farti (ri)affezionare immediatamente ai personaggi che rende l’attesa degli episodi quasi come l’attesa di un appuntamento con qualcuno che ti piace. Uno di famiglia, un… amico, come se anche tu fossi uno dei friends che passano le giornate a bere caffè al Central Perk o sul divano di casa di Monica. Una capacità che ha fatto la fortuna della serie, e che ha oggettivamente fatto anche scuola, aprendo la strada alla stagione delle grandi comedy del Duemila. Le più premiate e seguite delle quali hanno un debito enorme con l’impianto narrativo, i personaggi e anche le singole gag di Friends. I personaggi di The Big Bang Theory, Modern Family, How I Met Your Mother (per citare serie simili per trama – un gruppo di amici vive insieme la quotidianità con le sue piccole grottesche vicissitudini – per intelligenza narrativa, umorismo dei dialoghi, intenti comici fondamentalmente innocui e moralistici) sono già tutti nei sei amici di Friends: la pignola maniaca del controllo, la bella superficiale che però si redime, la svampita un po’ esoterica, il nerd intelligente e goffo che conquista la bella del villaggio, lo spiritoso intelligente e fragile, il figone ignorante a cui si perdona tutto. Se siete fan delle serie comedy americane, sapete bene che ho ragione.
Come penultimo suggerimento, l’algoritmo consiglia caldamente la visione in lingua originale (ora che anche questo si può fare: evviva la tecnologia!): il doppiaggio (ritenuto) migliore del mondo, quello italiano, ha fatto miracoli, ma effettivamente la traduzione perde tantissimi dei caleidoscopici giochi di parole costruiti nei dialoghi tra i ragazzi, che in americano risultano davvero formidabile fonte di divertimento.
L’ultimo suggerimento quindi è: non guardatelo per nostalgia (per quello c’è il film sulla reunion, se deciderete di cullarvi nel rimpianto del tempo che fu) ma perché anche questa è storia della televisione.

 

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