Dal 24 novembre su FOX le nuove stagioni di due serie storiche, Grey’s Anatomy e This Is Us, che ripartono dopo lo stop dovuto alla pandemia, e decidono di farne materia di racconto

Il medical drama arrivato alla 17esima stagione (vi diranno che è il più longevo della tv, ma General Hospital è alla 53esima edizione in USA) e la serie sentimentale giunta alla quinta, tra i telefilm più seguiti di sempre, scelgono di inserire nelle trame degli episodi la drammatica realtà che stiamo, purtroppo ancora, vivendo a causa del Covid.
Grey’s Anatomy  e This Is Us tornano dunque con le nuove stagioni e le ambientano in tempo di pandemia.

Interrotte in primavera (come è capitato in più occasioni di quanto ci piaccia pensare) per il diffondersi fulminante e apparentemente inarrestabile del contagio del COVID di cui sappiamo, le produzioni di questi telefilm americani hanno potuto riprendere durante l’estate con le dovute precauzioni.  E hanno creato delle trame che sono immerse nella realtà dolorosa di malattie, ricoveri, contagi, paura, mascherine e distanziamenti, e soprattutto impossibilità o difficoltà di realizzare quel contatto umano che è il fondamento della nostra vita sociale. Una scelta un po’ a sorpresa, per due serie che, anche se calate nella realtà attuale, l’affrontano sempre un po’ di sguincio, da lontano, in modo un spesso retorico e sempre consolatorio, come i loro fan sanno benissimo e in fondo apprezzano, essendo in cerca qualcosa che sia dichiaratamente un prodotto di evasione, in cui i problemi sono quelli altrui, non quelli stessi li aspettano fuori dalla porta di casa.
Cosa dobbiamo aspettarci, dunque?

Grey’s Anatomy tra drammi e sorprese

Il dramma

Grey’s Anatomy, essendo ambientato in un grande ospedale di Seattle, è per vocazione terreno fertile per storie di malattie, disgrazie ed emergenze varie affrontate invariabilmente con eroismo. Quindi non stupisce che l’apertura di questa stagione proponga i coraggiosi medici dell’istituto direttamente impegnati  sia con la malattia che sta mietendo vittime nella città e nel mondo (di finzione e vero), sia con tutte le altre emergenze che comunque non smettono di capitare. Quindi nella prima puntata vediamo i chirurghi del Grey Sloan Memorial Hospital alle prese con un incendio che ha fatto diversi feriti, duplicando il fronte di intervento e i problemi da affrontare con tutte le restrizioni e le limitazioni dovute al Covid.

La sorpresa

Non intendiamo infrangere l’aurea regola di evitare gli spoiler, però vorremmo fare un accenno (del resto ampiamente anticipato in rete) a una bella sorpresa per i tantissimi scalmanati fan della serie: a bilanciare la cupezza che il tema COVID potrebbe portare allo spettatore in cerca di distrazione, ecco infatti spuntare un contentino di livello extra lusso, con la comparsa sullo schermo del bel viso un po’ stropicciato dell’attore Patrick Dempsey, storico protagonista maschile di Grey’s Anatomy nei panni del fascinosissimo dottor Derek Shepard, che aveva abbandonato la serie nel 2015, per sopraggiunta inequivocabile morte del personaggio.

Ma quindi come è possibile che si veda nemmeno troppo invecchiato dottor Stranamore che corre verso la sua Meredith (Grey, la vera protagonista della serie), su una spiaggia soleggiata e lungo un mare pacifico e tranquillizzante? Cosa si sono inventati gli astuti showrunner di Grey’s Anatomy e quella vecchia geniale volpe di Shonda Rhimes  per riproporre uno dei personaggi più amati della serie e anche di sempre, quel Derek ‘pianto’ amaramente dalle spettatrici che solo per abnegazione e abitudine alla fedeltà non hanno abbandonato lo spettacolo dopo la sua scomparsa? E’ davvero possibile che si riveda il seducente dottore tra le braccia della bella dottoressa che non lo ha mai dimenticato, per qualche strano escamotages narrativo? E se lo è, come si bilancia questa capovolta della credibilità con la scelta di realismo che ha spinto a inserire nelle trame l’angosciante tema della pandemia che sta flagellando il mondo?
Come si dice in questi casi e come si augurano da Fox, staremo a vedere.

This Is Us, capitano tutte a loro

This Is Us, altro caso di serie tv che genera dipendenza.

Per i pochi che non lo sanno, è la storia di una famiglia, madre, padre e tre figli gemelli, che viene seguita dal suo primo formarsi sul finire degli anni ‘70 ai giorni nostri, attraverso un andirivieni temporale involuto, complicato e intrigantissimo: in un unico episodio possiamo vedere i tre gemelli che nascono, che compiono 38 anni, i loro genitori che si incontrano, i loro genitori da piccoli, gli anni 60, 50, 90, 2000… Un’altalena del tempo, una montagna russa narrativa che tiene sempre altissima l’attenzione dello spettatore, che ha costantemente delle rivelazioni sulla trama ma allo stesso tempo sa che può aspettarsi  da un momento all’altro nuove smentite o nuovi punti di vista su situazioni già conosciute.
Sceneggiato con l’equivalente narrativo della precisione di un orologio svizzero, This Is Us riserva alla commozione e all’emotività tutto lo spazio  dei dialoghi, di modo che non ci sia nemmeno una scena esente da una frase memorabile, un motto retorico strappalacrime, un bel consiglio saggio dei bei tempi che furono. Infallibile: la serie conta schiere di fan adoranti che non si perdono un passaggio e riempiono la rete di citazioni, complice anche un cast riuscito che ha creato dei veri e propri divi come Anthony Ventimiglia, Mandy Moore, Justin Hartley, Sterling K. Brown.

L’immaginaria famiglia Pearson nel corso degli episodi (e in tutte le linee temporali) entra in contatto con tutte le sfortune e i problemi  che si possono ipotizzare: violenza, alcolismo, guerra, abbandono, emarginazione, disturbi alimentari, razzismo, sessismo, insuccessi, disoccupazione, sindromi invalidanti. Quindi sarebbe davvero ingenuo immaginare che il Covid-19  li possa lasciare intonsi. E anche se la produzione tradizionalmente non anticipa le trame e anzi esige su questo  il massimo riserbo, ha rilasciato alla stampa informazioni che non lasciano dubbi: nella parte ambientata nel presente, i giorni nostri sono i veri e schifosissimi giorni nostri. I gemelli stanno per compiere 40 anni, e decidono di andare a ‘festeggiare’ nel capanno nei boschi dove la loro madre malata di Alzehimer si è isolata per evitare il contagio, rendendo così difficile il contrasto al progredire della malattia. Intanto il ‘gemello diverso’ (Randall è il fratello adottivo nato lo stesso giorno di quelli biologici), che non parla più ai fratelli dalla stagione passata, è impegnato ad affrontare i drammi anche sociali del contagio e della pandemia nella città dove è consigliere comunale.

Dunque anche questa storia per alcuni versi patinata e in fondo rassicurante viene calata in quella che è onesto definire ‘la triste realtà’; ed è stimolante la curiosità di sapere come anche questi autori se la caveranno con un problema così vicino, che rende le sensibilità degli spettatori più delicate, pronte ad ulcerarsi se troppo duramente stuzzicate. Gli ascolti diranno se la scommessa sarà vinta o persa.

 

 

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