10 FILM VIETATI AI MINORI PER PERCORRERE IL TRAGITTO CHE CONDUCE DAL SOFT PORN ALL’HARD. 10 PELLICOLE PECCAMINOSE E PROVOCATORIE PER UN VIAGGIO, DI SOLA ANDATA E SENZA DISSOLVENZE, NEL SESSO ESPLICITO. O QUASI.

 

1 – NYMPHOMANIAC

(Chili, Google Play, Tim Vision)

Un film diviso in due volumi, suddivisi a loro volta in capitoli, che rincorrono le esplicite scorribande nella perversione di una donna, Joe, prigioniera della sua ninfomania. In versione ventenne la interpreta Stacy Martin, in quella un po’ più cougar c’è invece Charlotte Gainsbourg. In cima a tutto, Lars von Trier, regista abbonato allo scandalo per stile e contenuti. Ma non è uno scandalo fine a se stesso. Un cineasta, che da sempre viene disprezzato dai suoi detrattori e adorato da tutti gli altri, si cimenta in un film senza censure che offre un vastissimo catalogo di tutto ciò che in camera ‘si puote’ (sadomasochismo, doppia penetrazione, rapporti saffici etc, il resto aggiungetelo voi) raccontando quello che è poi il conflitto amaro e insanabile con l’orgasmo di una donna tanto insaziabile quanto infelice. Un tema complesso in cui è la mente a prendere il controllo del corpo e dei sentimenti. Oppure è il corpo a spadroneggiare? La domanda incombe per tutta la durata del film. Von Trier usa la terapia d’urto per sviscerare la sessualità in tutte le sue posizioni e per esplorare le dinamiche non normalizzabili di una donna nel corso di una lunghissima seduta psicanalitica. Noi siamo i voyeur, costretti nella morsa claustrofobica dell’atto del guardare e incuriositi soprattutto dalle nostre stesse reazioni.

2 – LA VITA DI ADELE

(Netflix)

La Palma d’oro a Cannes è la coccarda meritata su una pellicola che inseriamo in questa lista ma potrebbe essere anche nell’elenco dei migliori film degli ultimi anni. Adele è un’adolescente che in presa diretta scopre la sua sessualità nei capelli, blu come gli occhi, e nella carnalità poetica e vorace di Emma, con cui costruisce una passione totalizzante e incandescente, che può e forse deve essere messa in scena come ha scelto di fare il regista Abdellatif Kechiche. L’educazione sentimentale di Adele è un ammirevole pezzo di cinema intimo e universale, esplicito ma non morboso, dettagliato e sfumato come un romanzo. Al centro del quale sboccia e si erge la lunghissima scena dell’amplesso fra le due ragazze.

3 – SHORTBUS – DOVE TUTTO E’ PERMESSO

(Apple tv, Rakuten)

Un locale underground di New York fuori da ogni convenzione e pudica giurisdizione è l’ultima frontiera della libertà contro l’alienante spaesamento metropolitano (brrr… che paroloni!). Qui si radunano personaggi in cerca di identità sessuale o impegnati a ricucire gli strappi delle loro anime. Dentro lo Shortbus sparisce ogni inibizione e si cancella la linea divisoria fra eros e pornografia. Senza censura (il film è oggettivamente hard) come in un ensemble orgiastico, in questo angolo proibito della Grande Mela va in scena un happening quotidiano che abbraccia ogni rito sessuale. Per i frequentatori la soddisfazione del proprio corpo è la chiave per arrivare alla soddisfazione emotiva. Questo è un po’ il tema e l’utopia del film. Un film dissoluto e anarchico, o moralista e ruffiano? Il regista John Cameron Mitchell, guru della scena gay newyorkese, forse avrà pensato a una vecchia battuta di Woody Allen: “L’amore è la risposta ma, mentre aspettate, il sesso può suggerire delle ottime domande”.

4 – KEN PARK

(Chili)

Fotografia del sottobosco di un’America marginale e isolata, comprensiva di derive incestuose e suicide. La dirige Larry Clark – che negli anni 90 fece centro con lo splendido e assertivo “Kids”. Una delle scene clou di “Ken Park” vede un ragazzo eccitarsi ascoltando i gemiti delle tenniste e masturbarsi con una cinghia stretta intorno al collo. Tutto il rituale onanista viene ripreso dall’inizio fino al gocciolante epilogo. Trasgressivo? Anticonformista? Coraggioso? Non proprio. Direi pedante, inutile e a dirla tutta pure ruffiano. Una scelta impulsiva contro il bigottismo?  La messa in scena dell’atto sessuale non è per forza un automatico segnale di autenticità. Senza le scene di sesso, e senza l’insistenza su di esse, inquadrate per una lunghezza maggiore del necessario, il film varrebbe molto molto di più nel suo tentativo di descrivere un’umanità vagabonda e povera in perenne oscillazione fra follia e rassegnazione, tra appiattimento del pensiero e desiderio di annullamento. In “Ken Park” il come rovina il cosa. Fenomeni complessi ridotti a luoghi comuni e diluiti da una rappresentazione inutilmente esplicita che sposta l’attenzione altrove.

5 – LOVE

(Netflix)

Possiamo considerare Gaspar Noé il Lars von Trier argentino perché ogni suo film si annuncia come una minaccia ai censori benpensanti, usati il più delle volte come un’ottima cassa di risonanza a livello pubblicitario. ‘Primo porno in 3D presentato a Cannes’: fu questa la frase di lancio del film in cui un aspirante regista ripercorre la sua turbolenta storia d’amore con una ragazza, Electra. Storia che si dipana arditamente in lungo e in largo, sviscerando nei minimi dettagli l’esperienza sessuale dei due innamorati come un gioco ai quattro cantoni espletato fino allo stordimento. Dietro le scene di coiti, fellatio, cunnilingus ed eiaculazioni in primo piano, fa timidamente la sua comparsa la sofferenza per un amore spezzato e una richiesta di perdono. Ma del melodramma non si sentono le fiamme, né il peso, né l’unica secrezione davvero essenziale: le lacrime irreversibili di una sconfitta amorosa.

6 – POLA X

(Google Play)

C’è anche Catherine Deneuve in questo melodramma tratto dal romanzo di Herman Melville e attraversato da un erotismo nevrotico e oscuro. Diretto dal Leos Carax de “Gli amanti di Pont-Neuf”, pedina un giovane scrittore dell’alta borghesia francese, che ha instaurato con la madre un rapporto vagamente incestuoso, finché nella sua vita non irrompe una femme fatale, Isabelle, con cui lo scrittore costruisce un legame ossessivo, finendo in una classica spirale di maledettismo e autodistruzione dagli effetti disturbanti.

7 – VALERIE – DIARIO DI UNA NINFOMANE

(Amazon)

Ancora una dipendenza patologica dal sesso. Tratto dall’autobiografia di Valerie Tasso, considerata un urlo contro il maschilismo, è un film di caduta e ascesa, viaggio a capofitto verso la perdizione e viaggio di ritorno verso la redenzione di una ragazza. Nel contenitore pieno di avventure mordi, succhia e fuggi ribolle la pulsione del piacere come risposta alla solitudine. Il tutto è strutturato come la cronaca che si appunterebbe in un diario. E con una nonna speciale (Geraldine Chaplin) nel ruolo di disinibita confidente. La figura maschile ne esce a pezzi. Ma anche il cinema, in quanto arte, potrebbe di fatto chiedere i danni vincendo a mani basse. Un film molto meno hard di quanto il titolo può far pensare e sperare.

8 – LA BESTIA

(Mubi)

La promessa sposa di un giovane aristocratico scopre e rivive il segreto indicibile di un’antenata della nobile casata, inseguita e violentata da una creatura feroce. E ne rimane affascinata. Attenzione però, non ci troviamo di fronte a qualche turpe video di perversione zoofila da dark web, perché il film diretto con perizia da Walerian Borowczyk immerge gli elementi libertini da romanzo settecentesco in un clima fantastico ad alto contenuto erotico, ma senza mai sfociare nel morboso fine a se stesso. “La bestia” si sofferma sull’innocenza perduta e indaga sul corto circuito che si crea fra l’appetito sessuale inconfessabile e repulsione per l’atto; mette in scena il conflitto tra repressione e libertà. Esaspera il contenuto per descrivere un’umanità chiusa dentro le gabbie della morale. Una fiaba, nera e surreale, che sceglie di mostrare ciò che spesso nelle fiabe rimane a livello simbolico e implicito.

9 – ROOM IN ROME

(Amazon)

Amore saffico nella Città Eterna. In una notte romana esplode la passione fra due turiste, la russa Natasha e la spagnola Alba, nel chiuso minimalista di una camera d’albergo.  E comincia un lento disvelarsi di entrambe in un film affollato di parole, confessioni e discorsi amorosi fra le lenzuola. Due sconosciute e la negoziazione tipica dei primi incontri con i suoi rituali verbali retorici, gli scudi invisibili e le maschere che proteggono quei corpi nudi mentre riaffiorano tragici episodi del passato. E quella che doveva essere una rapida avventura assume contorni più melodrammatici. Patinato e alla fin fine pudico e pure noioso (dipende dai vostri standard) il film di Julio Medem preferisce l’eleganza stilistica alla brutalità delle emozioni e punta astutamente sull’accostamento tra due modelli di bellezza.

10 – HOT GIRLS WANTED

(Netflix)

Non un film, ma un documentario, presentato al Sundance Festival. Un esame ginecologico del mondo della pornografia amatoriale attraverso la testimonianza di un gruppo di ragazze, pagate profumatamente per fare sesso davanti a una telecamera. Vengono svelati i meccanismi rodatissimi di un’industria in cui la legge fra domanda e offerta sembra più dogmatica che in qualsiasi altra industria. E dove il fruitore è il produttore occulto e inconsapevole, perché se una scena di sesso viene girata con quelle modalità, allora sicuramente va a coprire una necessità, a soddisfare un desiderio, una fantasia che i produttori dei video porno hanno intercettato tra i fruitori. Ma produttore e fruitore sono agli estremi di una catena di montaggio dove lavorano giovani attrici in cerca di soldi ‘facili’ nell’arco di una carriera brevissima, a dimostrazione di come anche nel porno il precariato, il contratto a progetto abbia nel tempo sostituito l’esperienza a tempo indeterminato.

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