SU DISCOVERY+ E SU NOVE SI PUO’ VEDERE “JOHNNY DEPP CONTRO AMBER HEARD – IL PROCESSO”, PER CAPIRE MEGLIO DI COSA TRATTA L’AFFAIRE DI CUI TUTTI PARLANO, O MEGLIO, DI CUI INSPIEGABILMENTE CI SEMBRA CHE SI DEBBA CAPIRE MEGLIO DI COSA SI TRATTA

Ci hanno fatto un documentario. La notizia in realtà è questa. La storia processual-scandalistica che vede coinvolta la star di Hollywood Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard, con lei che denuncia lui per violenza e lui denuncia lei per diffamazione, arriva in televisione. Dalla realtà dei fatti, un processo a carico di Depp finito con una condanna e un appello che contesta e ribalta tutte le accuse, la storia è passata sui rotocalchi (come si diceva nel ‘900) e poi su tutti i social. Da lì, il processo stesso ha dato vita a una serie di meme, immagini, voci e vignette in cui i due protagonisti, già poco reali, diventano due caricature senza anima: un cane bastonato lui, drogato, alcolizzato, confuso, ingrassato e invecchiato malissimo; una virago schizofrenica lei, approfittatrice delle stratosferiche fortune altrui, maniaca, violenta in proprio, attrice molto più brava al banco dei testimoni che sullo schermo, capace di prolungare una patetica soffiata di naso fino ad ottenere la perfetta ripresa delle telecamere del tribunale.
E vuoi che tutto questo non arrivi anche in televisione? Sicuri che a breve ci sarà una serie fiction che ricostruisce i fatti (il ruolo di Johnny Depp lo daranno a Timothée Chalamet che metterà i prostetici per sembrare gonfio di alcol?), per intanto a Discovery hanno dato vita a un classico insta-doc che ‘ricostruisce i fatti’. Per il ciclo ‘Nove racconta’, vedremo dunque un programma che promette di riunire prove, testimonianze esclusive di persone vicino alla coppia e dei team legali che hanno seguito i due contendenti, come si dice in questi casi. La tv si incarica di mettere un po’ di ordine, insomma: dai meme allo schermo, magari si fa un po’ di chiarezza su chi ha detto cosa, su chi mente e chi no, su chi indossa una maschera (quello lo sappiamo da noi: entrambi) e chi no, su quale sia il vero focus del dibattimento.

Perché onestamente finora non si è capito tanto. Dall’adolescente ficcato tutto il giorno su Instagram alla signora in età piazzata davanti a Mediaset, passando per i maturi/matusa che hanno tutti i social e non ne sanno usare manco uno, a tutti è arrivata la questione, ma con contorni a dir poco vaghi: Johnny Depp forse picchiava la moglie e le faceva fare cose innominabili, ma niente niente è lei che si è inventata tutto per spillargli altri soldi dopo il divorzio, tenendo presente che la signora faceva i suoi bisogni direttamente nel letto, e tanto sana non deve essere?
Sia per chi Johnny Depp non è altro che lo scombiccherato Jack Sparrow della saga multimiliardaria dei Pirati dei Caraibi, sia per chi aveva il suo poster di bello e dannato nella cameretta di ragazza, sia per chi lo ha apprezzato come attore di registi come Jarmush, Hallstrom, Newell, Demme e soprattutto Burton, sapere che fine farà la sua stella diventa cosa interessante.
La sua carriera sembra già offuscata dall’ombra gettata dall’ex moglie, vincere il processo per diffamazione potrebbe aiutarlo a venirne fuori, magari risarcito nell’immagine fino a risultare vittima del processo che lo vedeva presunto carnefice?
Perché l’altra cosa interessante di questa vicenda è che la cosiddetta opinione pubblica (quelli che guardano i meme sui social e i programmi in tv) si è schierata tutta con il Pirata dei Caraibi in disarmo. Nonostante il periodo attentissimo alle rivendicazioni femminili, nonostante il sacrosanto allerta sulle tematiche della violenza del patriarcato sulla figura della donna e della compagna, e nonostante la gravità sconcertante delle accuse mosse a Johnny, le persone non hanno preso le parti di Amber. Anzi, sembra che l’accanimento della bellissima e giovane ex moglie di Depp sia servito solo a farla odiare dai fan di lui, e non solo. Esagerate e troppo fantasiose le accuse, troppo credibili le pecche caratteriali di lei? O forse il fatto che non sia scattato il me too: le (ovviamente) numerose ex di Depp non hanno preso posizione contro di lui, e addirittura Vaessa Paradis, madre dei suoi figli, ha dichiarato di non aver mai avuto problemi simili in 14 anni di relazione. Insomma sanno tutti che Johnny si droga e beve pesante, che da decenni quando è fatto spacca tutto nelle stanze d’albergo in cui si trova, che spesso è poco lucido e in certi red carpet barcolla e stramazza come Sparrow sulla tolda della sua Perla Nera, ma nemmeno questo basta a far sembrare verosimile la cieca violenza raccontata dalla sua ultima ex.

Mi colpisce, questo affetto: della sua generazione di bellissimi Johnny è quello che ha fatto la fine meno gloriosa, che è invecchiato peggio. Non è bello e rifatto come Brad Pitt, non figo naturale come George Clooney, non sobrio e sempreverde come Matt Damon. E’ ingrassato, si veste come un clown triste, è sempre pesto, spettinato, pieno di orpelli nati fuori moda, non sorride dal 1999. Eppure le persone gli vogliono bene, con quel movimento empatico inspiegabile e un po’ fesso che abbiamo tutti verso persone che crediamo di conoscere attraverso un’immagine, un momento in cui recita, un meme. Chissà se questo salverà la sua carriera, e in ultimissima istanza, la sua stessa, fortunata e stranissima insieme, vita di star.
Io, fan della prima ora e detentrice del famoso poster in cameretta, me lo auguro per lui.

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