CON IL SUO TERZO FILM NELLE SALE, IL BELLISSIMO “NOPE”, JORDAN PEELE HA CONSOLIDATO IL SUO STATUS DI CINEASTA DI CULTO. UN’OPERA COMPLESSA E POLIFONICA CHE STA ACCUMULANDO INCASSI E CONSENSI. REGISTA, SCENEGGIATORE, PRODUTTORE E ATTORE: JORDAN PEELE È UN ARTISTA ECLETTICO FINO ALLO SPASIMO. IL CINEMA DEL VENTUNESIMO SECOLO GIÀ GLI DEVE MOLTO. NOI VI CONSIGLIAMO 4 FILM E UNA SERIE TV PER SCOPRIRE UN AUTORE CHE APPARTIENE ORMAI ALLA CERCHIA DEGLI IMPRESCINDIBILI.

 

SCAPPA – GET OUT (Amazon)

Un “Indovina chi viene a cena?” che vira verso lo spavento più subdolo e snervante. Ma anche una rilettura degli horror anni 70 di Wes Craven e Tobe Hooper. Però in “Get Out”, dietro la porta da non aprire non si nascondono famiglie deformi, partorite dalle viscere di un’America invisibile. In “Get Out”, viene smascherato il razzismo dell’America liberal, sostenitrice di Obama. Un ragazzo afroamericano incontra gli altolocati genitori della fidanzata nel corso di un weekend, ignaro di essere la vittima predestinata di una pratica macabra e perversa. Jordan Peele debutta alla regia e si aggiudica l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Un horror eccelso che vi… ipnotizzerà.

NOI (Netflix)

Con il secondo lungometraggio, Jordan Peele fornisce la sua personale prospettiva sul tema del doppio, disseppellendo le nostre angosce più insondabili. In vacanza nella casa di infanzia insieme a marito e figli, una donna tormentata da un trauma avvenuto nel passato viene perseguitata dal suo sosia, e dai doppelganger del resto della famiglia che vogliono prendere il loro posto. Un home invasion paranoico sul sempiterno conflitto di classe, sulla dicotomia tra la luce dei privilegi e l’oblio dell’emarginazione. Un urlo contro l’omologazione opprimente che sgorga direttamente dall’inconscio. Così come “Get Out”, anche “Noi” è destinato a diventare una pietra di paragone.

BLACKkKLANSMAN (Rakuten, Chili, Apple Tv, Google Tv, Amazon)

Sì, c’è anche Jordan Peele nella squadra di produttori di “Blackkklansman”, insieme a Jason Blum della Blumhouse e naturalmente a Spike Lee, che il film lo ha diretto e scritto. Nell’America degli anni 70, un poliziotto americano entra da infiltrato nel Ku Klux Klan per sfaldare dall’interno la setta razzista. Adattamento cinematografico del libro autobiografico pubblicato dall’ex poliziotto Ron Stallworth, il film ha vinto il Gran Premio della Giuria a Cannes e l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Un dramma poliziesco dirompente e non privo di ironia, sullo sfondo della lotta per i diritti civili, in un’America surriscaldata dai contrasti culturali con una coda che si aggancia all’attualità dei suprematisti bianchi e del Black Lives Matter.

CANDYMAN (Amazon)

Il sequel dell’horror anni 90 che rievoca il mostro con l’uncino e ricoperto di api, creato dallo scrittore Clive Barker. Qui Jordan Peele lascia la regia a Nia DaCosta, ma produce e firma la sceneggiatura insieme alla stessa regista e a Win Rosenfeld. Un artista di Chicago in cerca di ispirazione si appassiona alla leggenda di Candyman, l’assassino dei sobborghi che veniva evocato pronunciandone il nome per cinque volte davanti a uno specchio. L’incauto artista si azzarda a disturbare un’antica maledizione dormiente, quindi, scatenandone la furia omicida e la vorace voglia di vendetta. Peele e soci riesumano e aggiornano l’ultima vera icona horror del secolo passato, soprannaturale ma inserita in un contesto urbano, collocandola in un angolo della città gentrificato. La connotazione socio-politica, quando c’è Peele di mezzo, è sempre evidente.

HUNTERS (Amazon)

New York, 1977: centinaia di gerarchi nazisti latitanti si nascondono tra le persone comuni, e stanno cospirando nell’ombra per fondare il Quarto Reich. Vogliono dare il via a un nuovo genocidio.  Un’organizzazione segreta, capitanata da un ebreo sopravvissuto alla Shoah, e composta da donne e uomini determinati a fermare l’orrore, si organizza per scovarli e punirli per i crimini commessi in passato prima che ne compiano altri. 10 puntate da circa 60 minuti, la produzione esecutiva di Jordan Peele e un cast su cui torreggia Al Pacino sono i punti chiave di una serie ispirata a fatti realmente accaduti. E che intreccia tre linee narrative: la squadra di giustizieri, tra le cui fila ci sono anche una suora e un mago del travestimento; le vicende dei nazisti, che si camuffano nella società con indosso la maschera di cittadini modello; e infine l’indagine di una agente dell’FBI. Una serie a lunga narrazione e a molti strati che interseca la Storia con tutti gli ingredienti di un thriller dalle molteplici sfaccettature.

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