AD AGOSTO SU SKY UNA SERIE HBO AMBIZIOSA E CORAGGIOSA, CHE E’ UN OMAGGIO AL CINEMA FRANCESE DELLE ORIGINI E UNA RIFLESSIONE SUL MESTIERE DI ATTORE E SUL TEMA DEL DOPPIO

Non spaventatevi per l’incipit appena letto: Irma Vep è una serie autoriale e intellettuale nei suoi intenti fondativi, ma è anche una piacevole forma di intrattenimento televisivo, fruibile senza affanno nelle sere afose di un’estate del disimpegno.

Interpretata da Alicia Vikander (attrice svedese Premio Oscar bla bla, icona di stile raffinata ma anche emblema del cinema d’azione bla bla, moglie di Michael Fassbender bla bla), è la storia di un’attrice di Hollywood che al culmine della sua carriera di star dei film blockbuster va in crisi di autostima e decide di dare una svolta impegnata alle sue scelte. Raggiunge dunque Parigi per girare il tormentato remake di una serie di film muti degli anni ’20 (ma del 900), finendo tortuosamente a identificarsi nel personaggio di un’ambigua femme fatale chiamata Irma Vep. Mira diventa a tutti gli effetti Irma (in uno dei tanti anagrammi simbolici di cui la storia è punteggiata), una creatura che, inguainata in una tuta di lattice nero sekyssima e assurda, sfida le convenzioni borghesi e conformiste collaborando con una banda di criminali, i Vampiri, e soprattutto vive una vita sentimentale abbondante, indefinita e sommamente incasinata.


L’altro protagonista della serie è il regista, René Vidal (Vincent Macaigne), artista e persona irrisolta, che col remake di questo film tenta di mettere un punto a una storia, quella con l’ex moglie, che lo tiene bloccato in un passato doloroso. Un personaggio sensibile e stressato, nevrotico e geniale che agli spettatori del patto atlantico può ricordare un Woody Allen europeo, ma che in realtà è a tutti gli effetti l’alter ego del vero regista della serie, Olivier Assayas, apprezzatissimo cineasta francese autore anche dell’Irma Vep uscito al cinema nel 1996 e presentato alla 49esima edizione del Festival di Cannes.
Va bene, mi rendo conto che urge esplicare,

 

LA STORIA DELLA STORIA

Nel 1996 Olivier Assayas gira un film, interpretato dall’attrice e modella hongkonghese Maggie Cheung, intitolato Irma Vep. Il film è la storia di un’attrice che accetta di girare il film che un regista vuol fare per omaggiare un classico del cinema francese, Les Vampires. Passo per passo seguitemi, la storia sembra intricata e in effetti lo è: Les Vampires è una VERA serie di film del 1915-16, del regista Louis Feuillade, dieci in tutto, che rappresentano il più importante serial cinematografico francese di sempre. La storia di un gruppo criminale che beffa a piacimento la società borghese dell’epoca diventò negli anni 20 dello scorso secolo una vera e propria icona per gli intellettuali surrealisti, che ne apprezzavano la vena fantastica che scombinava le regole conformiste della società di allora. In particolare sia il pubblico che la critica amarono il personaggio di Irma Vep, acronimo della parola VAMPIRE, un’ambigua e misteriosa cantante e ballerina di cabaret che in realtà nascondeva una fiancheggiatrice dei criminali. La diva Musidora interpretava la primigenia Irma/Mira, e diventò grazie a questo personaggio un emblema della creatività e della cultura surrealista francese, nonché dell’immaginario erotico di una generazione. (tra parentesi si deve aggiungere che il personaggio di Musidora meriterebbe una serie a sé: attrice, cantante, regista e produttrice in anni in cui le donne spesso erano solo occhi da bistrare e bocche da imbellettare, diresse tra le altre cose un film scritto da Colette, sua grande amica. Per dire, altro che manager, altro che influencer, altro che girl power: il carisma e il talento non hanno genere né età, nei secoli dei secoli.)

Dato che fa caldo e la lucidità vacilla, vado a riassumere.

2022: Il vero regista Olivier Assayas dirige 8 episodi di una serie (in onda su Sky) intitolata Irma Vep e interpretata da Alicia Vikander. La serie è remake a puntate di un suo film del 1996, Irma Vep, interpretato da Maggie Cheung. La trama, sia della serie che del film, racconta la storia del (falso) regista René Vidal che vuol omaggiare il personaggio affascinante di una ladra di una vecchia (1915) serie di film, Les Vampires, del vero regista Louis Feuillade e interpretato dalla vera e favolosa attrice Musidora, al secolo Jeanne Roques. Semplice, no?

In ogni caso non bisogna preoccuparsi di tutto questo pozzo di San Patrizio di rimandi, citazioni e richiami cinematografici per godere di una serie che fondamentalmente è una – inaspettatamente divertente e appassionante – riflessione sulla capacità di un personaggio di cambiare la vita di chi lo interpreta, e quindi del cinema di influire sulla vita di chi lo fa, lo guarda, lo ama.
Letteralmente, roba da cinefili, ma realizzata con un linguaggio e uno stampo moderno, accattivante, che, come dicevamo, può ricordare la parte glamour-intelletual-chic del più recente Woody Allen. Riferimenti a parte, un ottimo modo per impiegare il proprio tempo libero in un periodo in cui si vuol fuggire la realtà.

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