Su Sky Atlantic da giugno la nuova serie “Omicidio a Easttown”, interpretata e prodotta da Kate Winslet. Mentre la segnaliamo, l’algoritmo umano consiglia altre due serie illuminate da due star di Hollywood, anche loro Premi Oscar, Julia Roberts e Nicole Kidman.

..:::..

KATE – Omicidio a Easttown (Sky Atlantic)

Kate Winslet è brava, lo sappiamo noi e lo sa la critica che la premia e il pubblico che la segue. Al cinema è brava da Oscar (per The Reader, anche se per tanti lei rimarrà sempre la Rose di Titanic), ma anche in tv non scherza, come dimostra l’Emmy Award che si guadagnò giusto 10 anni fa con il ruolo di Mildred Pierce nella miniserie omonima. Ora l’attrice inglese ha deciso di seguire la strada di altre due star di Hollywood, brave tra le brave e belle tra le belle,  producendo e interpretando lei stessa una nuova serie, in arrivo il 9 giugno su Sky Atlantic.
Come le colleghe, opta per la tv autoriale, confezionata nella cornice di un prodotto di genere, poliziesco in questo caso. La storia è un tipico small town mystery, un ‘caso’ da risolvere in una piccola città della Pennsylvania, che invariabilmente nasconde più oscuri segreti di quanti la sua quieta mediocrità farebbe immaginare. Kate Winslet è la cinica, disincantata, tosta detective Mare Sheehan, una piccola leggenda in città per aver realizzato un tiro record quando giocava nella squadra di basket locale alle superiori. Con una vita personale veramente, veramente incasinata, Mare non solo decide di riaprire un caso di scomparsa vecchio di un anno (perché la scomparsa è la figlia di una sua amica e lei annega nel senso di colpa per non avergliela ritrovata), ma incappa nel più classicamente brutale e insopportabile degli omicidi da risolvere il prima possibile. Con un’atmosfera di provincia oscura e sfocata, dove tutto è polveroso, incompleto e nasconde qualcos’altro, la serie rimanda alla madre di tutte le serie d’autore, True Detective, modello inarrivabile ma ottimo archetipo a cui rifarsi se si vuol proporre un’estetica impossibile da dimenticare.

 

JULIA – Homecoming (Amazon Prime)

Julia Roberts, al suo debutto in tv come attrice, sceglie di produrre una non scontata serie antologica, originariamente nata come un podcast (di Eli Horowitz e Micah Bloomberg) e scritta per la televisione da Sam Esmail, autore anche del lodatissimo e innovativo Mr. Robot.
Drama, mystery, thriller, con anche paranoia, conseguenze fuori controllo, spirali di tensione e spiragli di follia: così recita la presentazione sui siti internazionali; un misterioso gruppo industriale inizia un programma di reintegro dei veterani militari nella società civile, ma le sue intenzioni potrebbero non essere benevole, dice invece la trama.
Mortificata la sua esuberante bellezza (complici delle improponibili parrucchette sulla famosa chioma riccia), la star di Hollywood si mette totalmente al servizio di una storia che è un crescendo di ansia e delirio, senza pretendere di brillare ma ritraendo un personaggio con cui lo spettatore finisce per identificarsi: nel 2018 fa la psicologa e lavora per l’iniziativa che punta alla riabilitazione e ricollocazione dei militari operativi nella società, nel 2022 la troviamo sciatta cameriera che sembra aver dimenticato perfino di aver lavorato per il progetto Homecoming. Dire di più guasterebbe le riuscite sorprese di una sceneggiatura intrigante e ottimamente costruita, che procede con colpi di scena in tono minore ma continui, come in un veleno a lento rilascio. Possiamo invece rivelare che la regia è efficace nel contribuire al senso di straniamento dello spettatore, e che almeno il personaggio interpretato da Bobby Cannavale (Colin, ma anche Hunter…) è uno di quelli destinati ad essere ricordati.
Trattandosi di serie antologica, nella seconda stagione cambiano tutti i personaggi e scompare Julia Roberts: l’algoritmo umano non garantisce e non se la sente di consigliare.

 

NICOLE – Big Little Lies (Sky Go e Now TV)

Nicole Kidman è l’ultima diva di Hollywood: lo so che si dice di diverse attrici belle/brave/glamouros, e allora diciamo che lei è la diva per eccellenza, tra le altre non tantissime dive per eccellenza che rimangono alla fabbrica dei sogni.  Dopo aver trasformato per anni in oro tutto quello che toccava nel cinema, Nicole è passata a indorare anche i palinsesti e lo streaming televisivo, come testimonia l’incredibile successo di The Undoing, di cui si è parlato tantissimo (per quei quattro giorni nei quali dura l’imperituro successo televisivo, si intende). Prima della serie con Hugh Grant, e nata dalla mente dello stesso creatore David E. Kelley, la Kidman ha prodotto e interpretato un piccolo gioiello di fiction televisiva, Big Little Lies. La prima stagione è stata definita ‘stunning’ dalla critica, sorprendente.  La storia segue le vicende delle ricche famiglie che vivono nella baia di Monterey, in California, e che si incontrano fuori dall’esclusiva scuola elementare che frequentano i loro rampolli. Dalla prima inquadratura si capisce che qualcuno è morto, e che è in corso un’indagine, ma non solo fino all’ultimo non si svela il colpevole: fino all’episodio 7 non viene svelato nemmeno chi è la vittima. Un’indagine insolita quindi, e un racconto sorprendente perché lo spettatore non sa e non capisce, e la sua curiosità monta puntata dopo puntata, mentre lunghi e sognanti flashback si incaricano di ricostruire cosa sia successo. E mostrano come le vite di quattro amiche più una siano inesorabilmente molto diverse da come appaiono: non perfette, non patinate, non facili, non gratificanti, e a volte nemmeno del tutto accettabili. La storia è la storia della disfatta (The Undoing…) di uno stile di vita che si crede perfetto ma che non può sfuggire alla crudele mancanza di stile –e di senso- della realtà. Nicole Kidman sceglie per sé il ruolo di una moglie splendida e adorata, ma che in realtà emerge appena con la punta del naso da una palude mefitica di bugie matrimoniali, emotive e sentimentali. A interpretare le amiche della protagonista, nessuna messa benissimo a sincerità e soddisfazione personale, un cast di quelli che si dicono a ragione ‘pazzeschi’:  Reese Whiterspoon, Laura Dern, Shailene Woodley, Zoe Kravitz, e nel ruolo molto ingrato dell’antagonista il premiato Alexander Skarsgard, tutti di una bravura mostruosa nel mostrare un milione di sfaccettature di personalità sempre diverse.

 

Lascia un commento