Suggeriamo due possibilità televisive per omaggiare la memoria della scrittrice Michela Murgia, scomparsa il 10 agosto dopo aver vissuto pubblicamente e ‘magnificamente’ gli ultimi mesi della sua vita
Michela Murgia, scrittrice, intellettuale, sarda (non come aggettivo ma come sostantivo identitario), attivista, detentrice di quell’eloquio favolosamente nitido e convincente che ogni polemista sogna di avere, vivificatrice del discorso culturale e politico italiano, presenza vivida e intelligente sui social, donna che ha vissuto la libertà come una missione da condividere e la politica come una linfa a cui attingere, è morta dopo una malattia di cui aveva condiviso pubblicamente le ultime, crudeli ma a loro modo esaltanti, fasi di decorso.
Chi ha conosciuto, letto e ascoltato Michela Murgia (anche non sempre potendo essere d’accordo con le sue posizioni avanzatissime), sa. Chi non la conosce e non ha letto mai nemmeno un suo libro, articolo, post, forse non comincerà a interessarsi a lei comunque ora. Per le vie di mezzo, le persone che sanno almeno chi è e hanno seguito qualcuna delle sue battaglie, suggeriamo due cose da guardare dal nostro punto di vista, quello ‘televisivo’, per iniziare subito a ricordarla.
E’ possibile rivedere la sua bella espressione divertita e risentire quel pacato ma spigolosissimo accento sardo nella serie “Ghost Hotel”, da lei scritta e interpretata e dedicata ad alcuni personaggi dalla vita a tinte dark, su Sky Arte.
Oppure si può rivedere, disponibile su Sky Now, il film di Paolo Virzì che ha ‘lanciato’ Isabella Ragonese e Michaela Ramazzotti, “Tutta la vita davanti”, e che è tratto da un libro di Michela Murgia, “Il mondo deve sapere”, base anche di un fortunato spettacolo teatrale. La vis polemica e la vivacità narrativa di Murgia si intrecciano per dar vita a un racconto che denuncia le ingiustizie e le assurdità umane e professionali che subiscono gli impiegati di un call center, professione ai limiti dello sfruttamento che Michela aveva davvero esercitato in una delle sue, numerose, vite prima di dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla cultura.
Come lei stessa ha dichiarato, la sua vita non sarà stata lunga, ma è stata intensa: una consolazione per lei, prima di andarsene, meno per il panorama culturale italiano, che rimane oggi a contemplare un buco nero con la forma di una donna per molti versi eccezionale.