ARRIVATI NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRO SANREMO, DOPO LA TERZA SERATA DI 5, ANCHE NOI DI GUIDATV DECIDIAMO DI DARE LE PAGELLE AL FESTIVAL DELLA CANZONE E DELLA POLEMICA ITALIANA, COI GIUDIZI E NON COI VOTI PER DISTINGUERCI DALLA MASSA

LE PAGELLE DI SANREMO
Giornali, riviste, giornali online, siti, personaggi sui social: tutti seguono Sanremo e tutti danno voti, chi alle canzoni e ai cantanti, e chi (di più) all’insieme del ‘varietà’. Le pagelle sono spesso essenziali per sapere cosa è successo a livello musicale (da statistica personale il 90% NON riesce ad arrivare ad ascoltare l’ultimo cantante da sveglio) e quasi sempre divertenti nel riassumere il meglio e il peggio che hanno dato le situazioni e i personaggi.
GIUDIZIO: IMPRESCINDIBILI LA MATTINA DOPO

L’OMAGGIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Nel giorno del giuramento del Presidente della Repubblica, il conduttore e direttore artistico del Festival, Amadeus, decide di omaggiare Sergio Mattarella con l’esecuzione strumentale della canzone di Mina “Grande grande grande” (e meno male che solo strumentale, nel testo si dice che ‘lui’ è sì grande ma anche prepotente e peggio di un bambino capriccioso). Il pubblico commentatore si divide tra chi si emoziona e chi critica una scelta di piaggeria che ricorda quelli dei sistemi dittatoriali. Ci mettiamo in una posizione diversa: a noi un conduttore televisivo che concede un breve omaggio alla più alta carica dello stato sembra solo condiscendente, come il ragazzino che dice lui al prof ‘dammi pure del tu’.
GIUDIZIO: PARADOSSALMENTE PATERNALISTICO

 I COMMENTI SOCIAL
Seguire il Festival e parallelamente i commenti istantanei sui social, soprattutto sotto l’hashtag eponimo #Sanremo2022, è una possibilità. Spesso divertente, necessita però di riflessi da mangusta, per stare al passo dei compulsatori compulsivi, che commentano con la velocità della luce, rischiando di anticipare il nostro giudizio prima che abbia tempo di formarsi. Quando ho letto che ‘Saviano rende pesante tutto quello che dice’, comunque ho chiuso tutto e sono tornata semplice ‘testimone oculare’ (sic).
GIUDIZIO: SUPERFLUI E AUTOREFERENZIALI

INTERVENTO DI SAVIANO
In questa terza puntata lo spazio ‘serio’ dell’approfondimento è stato dato a una persona seria, che ha fatto dell’approfondimento una missione di vita: Roberto Saviano. Senza sbavature, lungo il giusto, concentrato sull’argomento (l’importanza del ricordo del sacrificio di chi ha combattuto la mafia nel trentennale delle stragi che portarono via Falcone e Borsellino), l’intervento di Saviano è stato come sempre interessante e coinvolgente. Riuscendo a risultare non fuori luogo perché se di varietà si tratta, si ricordi che tra le varie italiane purtroppo ci sono anche queste.
GIUDIZIO: PERTINENTE E NECESSARIO

DRUSILLA FOER
Premessa: la figura della valletta, ora chiamata coconduttrice, è un lascito imbarazzante del tempo che fu e andrebbe abolita. Non per una questione di genere, anzi, i ‘valletti’ uomini che corredarono la conduzione sanremese di Raffaella Carrà o Antonella Clerici confermano invece che smentire il teorema: la figura di corredo non correda, ma invece impaccia la conduzione. Il presentatore si assuma la responsabilità di presentare, da solo, il programma: se da solo non è capace, si chiami un altro (no, non ho detto Cattelan. Per quanto…).
Ciò detto, ci inoltriamo in un altro luogo comune: la donna più interessante che affianca Amadeus sul palco non è una donna. Drusilla Foer è il personaggio irresistibile di una matura e caustica gentildonna interpretata dall’attore Gianluca Gori. Travestimento, impersonamento, battuta pronta, piacevolezza estetica, smontamento garbato dei pregiudizi, fierissima indifferenza al giudizio, suprema autonomia e personalità. Drusilla non co-conduce e non svalletta, in pratica sostituisce l’intervento comico, sempre meno comico, intrattenendo con la qualità indescrivibile di ‘essere presente’ sul palco.
GIUDIZIO: AVERCENE

CESARE CREMONINI SUPEROSPITE
A un certo punto arriva Cesare Cremonini e fa un concerto. Così, come fanno quelli forti, facendolo sembrare facile e divertente, regalando musica conosciuta da tutti con una performance senza una sbavatura. In molti, sui social succitati, si rendono conto della strada fatta da “Vespa 50” a “Poetica”, la platea si scalda, e lo schermo si riempie di spettacolo. Troppo, per la pochezza di chi viene dopo, che anche se ha un bel brano sempre tre minuti scarsi ha per presentarlo, aggravato dalla strizza della competizione che tutto livella.
GIUDIZIO: SCELTA INGENEROSA PER I CANTANTI IN GARA

LA MUSICA
Brani indimenticabili, a nostro dimenticabile giudizio, non ce ne sono. Quelli che abbiamo preferito sono “Brividi”, che se non fosse cantata da Mahmood e Blanco forse non sarebbe così ipnoticamente affascinante, e la finta-scema “Ciao ciao” della Rappresentante di lista, che con la sua assoluta orecchiabilità si inserisce nel solco delle canzoni alla Occidentali’s Karma, che poi magari vincono Sanremo. La canzone di Elisa, “O forse sei tu”, non incontra il nostro gusto, ma siamo in nettissima minoranza. In radio funziona anche Gianni Morandi, che però risulta più moderno del pezzo che gli ha scritto Jova. Misteri dei viaggi nel tempo da fermi.
GIUDIZIO: PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO

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