IL FESTIVAL DI VENEZIA HA CONSEGNATO IL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A PAUL SCHRADER, FIGURA CENTRALE DEL CINEMA AMERICANO SIN DAGLI ANNI RIVOLUZIONARI DELLA NEW HOLLYWOOD, MA PROFONDAMENTE INFLUENZATO DALLA CULTURA EUROPEA. OSTINATO E SENSIBILE INDAGATORE DI TEMI COME LA SOLITUDINE, L’ALIENAZIONE METROPOLITANA E LA VIOLENZA, SCHRADER HA USATO CON EGUAL EFFICACIA LA PENNA E LA MACCHINA DA PRESA, LAVORANDO SIA NELL’AMBITO DEL CINEMA INDIPENDENTE CHE ALL’INTERNO DEL SISTEMA HOLLYWOODIANO.

CONOSCIUTO PER AVER SCENEGGIATO I CAPOLAVORI SCORSESIANI, “TAXI DRIVER”, “TORO SCATENATO” E “L’ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO”, IL PAUL SCHRADER REGISTA È PRINCIPALMENTE RICORDATO PER “AMERICAN GIGOLÒ”, IL CULT DEL 1980 CON RICHARD GERE. NOI VI SEGNALIAMO ALTRI 5 FILM ALTRETTANTO EMBLEMATICI PER ALLINEARSI CON LA SUA URGENZA CREATIVA E IL SUO ECLETTISMO.

 

IL BACIO DELLA PANTERA (1982)  Sky/Now

Al principio degli anni 80, Paul Schrader rilegge in chiave contemporanea l’horror da cineteca diretto da Jacques Torneur nel 1942, spostando l’azione da New York a New Orleans, e ingaggia Nastassja Kinski e Malcolm McDowell per la coppia di protagonisti, virando verso un’impostazione più carnale e sanguinolenta rispetto al gioco di vuoti, ombre e non detti del suo incantevole predecessore. Oltre ad apportare sostanziosi cambiamenti alla trama.

I due fratelli, schiavi di una maledizione che li trasforma in pantere dopo ogni rapporto sessuale, rappresentano il simbolo della repressione per il senso di colpa e del desiderio animalesco che ha urgenza di essere liberato. E, come spesso accade in Schrader, alla fine c’è un sacrificio che chiude i conti e il sipario. Almeno un paio le sequenze davvero memorabili, ed è gustosissimo il mix tra suggestioni fantastiche e l’estetica da videoclip tipica dell’epoca.

CANE MANGIA CANE (2016) – Amazon Prime

Paul Schrader adatta l’omonimo romanzo di Edward Bunker e confeziona un crime con Nicolas Cage, Willem Dafoe e Christopher Matthew Cook nei panni di un trio di ex galeotti che vorrebbero darsi una ripulita, ma sono attratti come cani affamati dall’ultimo benedetto colpo. Quello che li sistemerebbe per sempre. Accettano quindi di rapire un bambino per conto di un boss mafioso transgender, interpretato dallo stesso Schrader, per la prima volta nel ruolo di attore.

Un film ‘tarantiniano’, un po’ naif, cinefilo e di un’irriverenza quasi goliardica, su un tema caro a Schrader ossia quello della redenzione e del suo acerrimo nemico: il destino. Con il grande merito di ritoccare il cliché del crime movie, che in alcuni suoi esemplari rimane prigioniero di una seriosità pedante, restituendogli una sorta di umanità.

Non un capolavoro, certamente, ma un film scapestrato, psichedelico e cartoonesco dove i tre criminali lottano contro la propria inadeguatezza e contro il fatalismo.

AFFLICTION (1997) – Amazon Prime

Nella provincia innevata del New Hampshire, uno sceriffo dalla vita privata burrascosa indaga su un fatale incidente di caccia, convinto che si sia trattato di un omicidio e che dietro al tragico evento ci sia una cospirazione.

“Affliction” è la quintessenza del film schraderiano, in cui il personaggio principale è ostaggio del suo ruolo e dei suoi demoni interiori, alla ricerca di una redenzione impossibile.

Lo sceriffo Whitehouse (Nick Nolte) è divorziato, ancora lotta contro un padre violento e ubriacone (James Coburn, premiato con l’Oscar come non protagonista) e non riesce ad allacciare un rapporto sereno con sua figlia. Un personaggio tragico e conradiano, che Schrader strizza fino all’ultima goccia di disfacimento, ne spreme il fallimento esistenziale come un taxi driver dei ghiacci. Un personaggio che cerca la luce ma è destinato a spegnersi nel proprio cuore di tenebra.

LE DUE VERITA’ (1999) – Amazon Prime

Nel Revenge movie con Joseph Fiennes, Gretchel Mol e Ray Liotta, Schrader interseca i binari del thriller con il melò sentimentale che  a sua volta sfocia nel delitto passionale.

Un facoltoso politico è il mandante dell’omicidio di un inserviente di Miami Beach che va a letto con sua moglie. Ma la vittima è solamente presunta e, come un novello Conte di Montecristo, torna dopo 14 anni, con il volto sfigurato, un’identità diversa, e un subdolo piano. È la resa dei conti. La voglia di vendetta si unisce alla bramosia che vuole ricongiungersi alla donna amata. Schrader inquadra con penna e macchina da presa il dominio delle pulsioni.

C’è chi lo ha paragonato ai melodrammi di Douglas Sirk degli anni 50. Forse non ha quella precisione geometrica, ma “Le due verità” è pur sempre un doppio triangolo: quello che unisce due uomini e una donna, a cui si sovrappone il trittico colpa-espiazione-morte. Con Gretchel Mol, femme fatale quasi inconsapevole in un noir che guarda anche con “Il fantasma dell’opera”. Un film che ribadisce l’eclettismo e la libertà creativa del giocoliere Paul Schrader.

THE WALKER (2007) – Amazon Prime

27 anni dopo “American Gigolò”, Paul Schrader dipinge un altro ritratto di accompagnatore per signore, annoiate e appartenenti ai salotti esclusivi dell’alta società di Washington. Senza scandalose scorribande tra le lenzuola. però. Perché Carton è un dandy omosessuale che le donne le accompagna, letteralmente. Ci gioca a canasta, ci va a teatro, e cementa la confidenza con aneddoti, pettegolezzi e segreti.

Finché l’adultera moglie di un senatore non gli chiede di tenerla fuori dall’indagine per l’omicidio dell’amante. Carton accetta e cade nella spirale. Da cavalier servente a sospettato numero uno, il passo è breve. Il primo che conduce verso la catastrofe e nel cul-de sac della perdizione. Paul Schrader fa un altro giro sulla giostra di un suo tema ossessivo, facendosi accompagnare dalla musica di Bryan Ferry e avvalendosi di un cast in cui spadroneggiano sia il protagonista Woody Harrelson che il trio di attrici composto da Lauren Bacall, Lily Tomlin e Kristin Scott Thomas.

L’apparato narrativo è impeccabile, l’affresco sociale è costruito con metodo e lucidità. La stessa lucidità che guida Schrader, tormentato dalla necessità di descrivere personaggi vulnerabili che finiscono in una gabbia.

 

 

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