Amare Roma è facile, capire Roma non è soltanto impossibile: è inutile.” Il programma di questo bizzarro film/non-documentario, dal 16 febbraio disponibile su Rai Play, è tutto nelle parole di uno dei suoi protagonisti e autori, Roberto D’Agostino (quello di “Dagospia”, e non solo). Il dissacrante giornalista e personaggio televisivo, insieme al critico e autore Marco Giusti (quello di “Blob“, e non solo), realizza un viaggio nella città eternamente incomprensibile senza volerla comprendere, amandone le contraddizioni e ridendo della pretesa di dar loro senso. Insieme a un bel numero di romani veri e d’adozione (della prima categoria per esempio un rappresentante tipicissimo come Carlo Verdone, per la seconda un inedito e appassionato Massimo Ceccherini), i due attraversano una metropoli meravigliosa e zozza, presuntuosa e adorabile, colta ma che non lo ammetterebbe mai, unica nel suo genere e convintamente snob per questo. La cifra stilistica di questo sregolato itinerario notturno è quella caustica ed estetizzante di una grande bellezza alla Sorrentino (il regista partenopeo filo-romano è qui in veste di produttore creativo), che va a stilare un catalogo non esaustivo dei vizi più irrinunciabili di Roma, lasciando le sue virtù discoste e sottotraccia, in nome di una tutto sommato elegantissima assenza di autopromozione. Il regista è Daniele Ciprì, e del suo stile divertente e spiazzante si può godere già dalle immagini del trailer, goloso antipasto di un menù intelligente e originale.

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