DARK WEB, HACKERS, PRIVACY, CYBERSPAZIO, ATTACCHI INFORMATICI. SIAMO DAVVERO TUTTI VULNERABILI E SEMPRE SOTTO CONTROLLO? FACCIAMO IL PUNTO CON 5 FILM ROBOANTI E UN DOCUMENTARIO CHE NON VI FARA’ DORMIRE. FRA INTRATTENIMENTO, BIOPIC, ACTION E DENUNCIA SOCIALE CERCHIAMO DI SCOPRIRE TUTTI QUEI MONDI DAI QUALI SIAMO ESCLUSI.

 

WHO AM I – NO SYSTEM IS SAFE     (Netflix)

Thriller tedesco sulle imprese del CLAY (acronimo per: Clown Laughing at You), un sovversivo gruppo di hacker guidato dal carismatico Max. Ne entra a far parte anche il solitario Benjamin, che per la prima volta si sente di appartenere a qualcuno e di avere un obiettivo nella vita. Per lui,  un’azione di hackeraggio ha lo stesso fascino del gioco di prestigio di un mago, uno di quegli inganni che lasciano di stucco gli spettatori. Si gode il momento, quindi. Fino al più classico dei rovesci: i quattro pirati informatici entrano nel mirino dei servizi segreti. C’è scappato pure un omicidio. L’azione quindi trasla dalle ideali quattro mura della rete a quel maledetto labirinto privo di mappe che è il mondo reale, dove i codici grondano sangue e i cattivi non usano la tastiera. Non il migliore dei thriller possibili, ma un buon film per uscire dalla comfort zone anglosassone.

BLACKHAT     (Netflix/Amazon/Tim Vision)

Nick Hathaway (Chris Hemsworth) è un blackhat, cioè un hacker che usa le sue abilità informatiche per fini malevoli. Sta scontando una lunga condanna, ma la sicurezza mondiale ha bisogno del suo genio e l’FBI, in collaborazione con il governo cinese, lo tira fuori dal penitenziario per scoprire il farabutto autore di una serie di attacchi informatici contro i mercati finanziari. Un disastro globale. Nei thriller americani il disastro è sempre globale. Chi meglio di Nick, dunque, che quei codici li aveva scritti? Serve una mente cyber-brillante per braccare un altro genio nel corso di una lunga e serrata indagine che interconnette varie metropoli del mondo. Questo tour da mappamondo offre la possibilità al grande Michael Mann, che dei thriller metropolitani è un vero hacker, di esprimere tutta la sua potenza registica. Dategli una pistola e una luce al neon e Michael Mann vi tira fuori una poesia. Il regista di “Collateral” ci regala un thriller eccellente. Un film sul controllo come l’arma più invincibile a cui aspirare.

SNOWDEN     (Amazon/Tim Vision)

Non poteva certo mancare all’appello lo sguardo anarchico dell’indignato per eccellenza. Oliver Stone scrive e dirige un thriller-biopic politico ripercorrendo la storia di Edward Snowden, l’ex tecnico informatico della CIA che nel 2013 rivelò al mondo documenti top secret trafugati alla National Security Agency. Materiale delicatissimo che venne pubblicato dal Washington Post e dal Guardian. Una volta entrato nel pagliaio sommerso di Internet, Snowden ne capi il gigantesco potere usato contro cittadini innocenti e ignari. Una capillare attività voyeuristica illegale fatta di intercettazioni, furto di dati e programmi di sorveglianza di massa. In barba a ogni concetto di privacy. Oliver Stone va in brodo di giuggiole e scaraventa sullo schermo un “JFK” in salsa informatica per avvalorare le proprie convinzioni sul controllo dell’ecosistema politico mondiale. Dove prima c’era la guerra adesso c’è il cybercontrollo. Il minimo comun denominatore è la paura. Del nemico, del terrorismo. E attraverso la paura i potenti del mondo ottengono un implicito nulla osta per fare e disfare. Nel nome del dominio e di una specie di dittatura mascherata. Come in “JFK” anche qui il protagonista sceglie di fare la cosa più giusta e più pericolosa. Il tipico antieroe stoniano.

THE CIRCLE     (Rakuten/Chili/Google Play/Tim Vision)

Metteresti la tua vita online per il lavoro dei tuoi sogni?”. Così recitava la frase di lancio di “The Circle”, il tech-thriller con Tom Hanks ed Emma Watson, tratto dal bestseller di Dave Eggers e diretto da James Ponsoldt. Al centro c’è un’azienda da nuovo millennio, colosso dei social media, una di queste che promettono possibilità infinite, una di queste aziende che sì, insomma, prenderesti a ceffoni il suo CEO dalla mattina alla sera. Un tizio pretenzioso che declama della porcheria del tipo “Conoscere è un bene, ma sapere tutto è meglio”. The Circle è la sua azienda e Mae è la nuova assunta che, per bruciare le tappe e fare carriera, rinuncia totalmente alla propria privacy. Un film che lancia un presagio di sventura mandando implicitamente il messaggio che non si tratta affatto di un’ipotesi remota e futura, ma di un cataclisma che ormai dista a pochi click da ognuno di noi. Un giorno saremo tutti come Mae?

IL QUINTO POTERE     (Amazon/Sky/ Now tv/ Raiplay)

Sentite come suona bene: “Una piattaforma per la diffusione in forma anonima di informazioni riservate”. È la definizione di WikiLeaks, fondata da Julian Assange, paladino della controinformazione, personaggio complesso e iconoclasta, a cui è dedicato questo drammone da vedere tutto di un fiato. Scritto da Josh Singer – vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di “Il caso Spotlight” – e diretto da Bill Condon (che invece l’Oscar, da sceneggiatore, lo vinse per “Demoni e Dei”), è un film che riversa sui nostri schermi tutti gli organi, i muscoli, i nervi e le vene della vita digitale, cercando di capire la rivoluzione che stiamo vivendo mentre essa è ancora in atto. Nella vita digitale l’informazione è un flusso costante e ininterrotto. Assange e il suo collega Daniel Domcheit-Berg la spaccano in mille pezzi quando fanno trapelare oscuri segreti di stato e reati occulti. A spaccarsi sarà anche l’opinione pubblica e l’amicizia fra loro. Ed è lì che il film di Condon scivola nel dramma più convenzionale, rimanendo comunque sempre a galla. Rimangono tante domande, percezioni, prospettive, bilanci e paure scatenate dalla suddetta rivoluzione. Fra tanti anni per capire questa epoca avremo bisogno di rivedere anche film come “Il quinto potere” e la sua fantastica coppia di attori: Benedict Cumbertbatch e Daniel Bruhl.

 

RIVELAZIONI DAL MONDO HACKERS     (YOUTUBE: qui sotto il film completo)

Un documentario che non accusa gli hackers ma ne descrive lo stile di vita, le tecniche e la routine quotidiana come cavalieri del cyberspazio, fuorilegge del ‘Far Dark Web’. Una sfida continua alla ricerca del bug dei sistemi informatici con l’intenzione di violarli. Per lavoro, per divertimento, per estorsione. Oppure per una dimostrazione di superiorità nei confronti di coloro che hanno messo a punto sistemi inaffidabili e vulnerabili. Che volete farci? Gli hackers sono come Jessica Rabbit: li disegnano così. Ma è grazie alle loro azioni di spionaggio e sabotaggio che scopriamo di vivere in un universo tecnologico tanto comodo quanto pieno di falle. La nave affonda. Con dentro le password dei nostri conti bancari. Considerando che si tratta di un documentario del 2011, preparatevi a moltiplicare per dieci ogni vostra preoccupazione.

 

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