Se sei o convivi con un/una nerd, sei sei o hai un figlio/a adolescente, e se quindi hai necessariamente un abbonamento a quella mirabolante fucina di avventura e fantasia che è Disney +, il nostro consiglio è di guardare la serie WandaVision.
Ispirato, anzi direttamente ‘figliato’ dal mondo degli Avengers, questo prodotto del Marvel Cinematic Universe (fermo da luglio 2019, impensabile stop per una fabbrica di sogni solitamente a pieno regime) si basa e scommette su un paradosso estetico: trattando la storia di due supereroi nati sui futuristici fumetti della Marvel Comics, è ambientato in diversi ‘passati’ e ispira la sua atmosfera alle sit-com anni ’50, e poi ’60 e poi chissà.
Wanda Maximoff, col nome di Scarlett Witch, è un’eroina degli Avengers con il comodo superpotere di muovere gli oggetti, mentre Visione è una creatura robotica creata da altri supereroi dall’intelligenza supertecnologica (Iron Man e il suo robot Jarvis) e può fare praticamente… tutto.
Se siete limitrofi al mondo Nerd sapete di che si parla, se non lo siete, è impossibile spiegarvi chi siano e cosa facciano questi personaggi, perché dovreste conoscere le trame dei 21 (VENTUNO) film dedicati ai Vendicatori, banda di supereroi in gita premio per salvare il mondo.
Ciononostante, questa particolare serie può interessare anche chi non sia un affezionato di combattimenti, sparamenti, tute, mantelli e poteri telecinetici.
Gli episodi che compongono WandaVision sono creati come puntate di una sit-com, e non solo l’ambientazione è ispirata nel look dei personaggi e nell’arredamento degli interni a quella del passato, ma proprio il mood, lo stile dell’azione e della recitazione è quello che alcuni di noi ricordano bene, quello di Vita da Strega, Strega per amore, Lucy ed io.
Elizabeth Olsen (sorella ‘spaiata’ e ormai più famosa delle ex celebri Gemelle Olsen), che interpreta Wanda anche nella saga degli Avengers, ha dichiarato che per il suo personaggio nella serie si è ispirata a Lucille Ball, per l’appunto, Elizabeth Montgomery (la Samantha di Vita da Strega) e poi la Mary Tyler Moore garbata icona della tv anni ’70. Un’operazione che ambienta insomma il futuro nel passato, un recupero di atmosfere dal fascino sempreverde che catturano anche i più giovani, in un ammiccamento modernistico alla televisione che fu.
Il partner in action di Wanda è Visione, un robot dal cuore d’oro che per andare a lavorare indossa una maschera umana, ed è interpretato come nei film dal gigantesco Paul Bettany, che per il suo personaggio invece dichiara di essersi ispirato a Dick Van Dyke (l’immortale spazzacamino di Mary Poppins, tra le altre cose) e allo Hugh Laurie di Dottor House.
Girata in un calligrafico bianco e nero, la prima puntata, tra piatti che volano, voci fuori campo, comprimari che basiscono, stimola la curiosità e invita a verificare come i supereroi riusciranno a integrarsi nelle epoche successive, e quali altri ricordi riusciranno gli scenografi e gli showrunner a cavare dagli spettatori meno giovani.