UN COMMENTO ‘TELEVISIVO’ ALLA SORPRENDENTE ELIMINAZIONE DEL QUINTO LIVE

Al quinto live, e viene da dire ‘finalmente’, si inizia a fare sul serio.
Messe da parte da un pezzo le galanterie tra giudice e giudice e accantonate anche quelle tra giudice e concorrenti, rientrato l’allarme per la salute del conduttore (saldamente al comando, anche se un po’ provato e pallido), i giochi si fanno duri, e come previsto dal luogo comune, i duri cominciano a giocare.

La tagliola della doppia eliminazione inietta già dall’inizio della puntata una dose di nervosismo e di tensione aggiuntiva tra i giudici: il meno votato alla fine delle esibizioni si scontrerà con il cantante che è risultato meno ‘streammato’, ovvero quello meno scaricato sulle piattaforme musicali di streaming, durante la settimana.

Le performance dei concorrenti in questa prima fase sono accompagnate da un’orchestra e, come è sempre stato, le esibizioni se ne giovano ma i talenti un po’ meno: la bravura dei musicisti mette in evidenza spesso lo stato ancora acerbo della maturazione musicale dei concorrenti.
Alla fine della carrellata di esibizioni di cover, viene svelata la doppia sorpresa: il meno votato è il gruppo di Manuel, i superfavoriti eccezionali ‘meglio degli ospiti internazionali’ Melancholia, che si scontrano con il fantasista pazzoide NAIP, concorrente di Mika.
La sorpresa, per chi abbia seguito dall’inizio le esibizioni di questa  band molto preparata e con una leader oltre che brava molto carismatica, è grande. La stessa leader molto brava oltre che carismatica trasecola palesemente, subito prima di entrare in una fase di rosicamento palese anche quella, forse, da vera artista.

Non faremo qui un commento musicale, giudicando se la scelta di Manuel di assegnare al suo ‘folletto disturbato’ un brano  troppo difficile dell’islandese Bjork (altro folletto molto disturbato) sia stata la causa di questo fallimento totalmente inaspettato, o se l’esibizione oggettivamente inferiore alle altre abbia provocato la giusta disaffezione di un pubblico particolarmente competente in vocalizzi e stonature varie.

Il commento che vogliamo fare è squisitamente televisivo: che effetto ha avuto questo colpo di teatro sulla puntata del quinto live?

Prima di tutto scegliamo di credere che davvero sia stato il pubblico e i voti ‘da casa’ ad aver eliminato i superfavoriti di questa edizione di X Factor: i dubbi sulla correttezza delle votazioni ci sono sempre (da Sanremo alle Elezioni Americane, chiedete alla Rai e a Trump per conferma) da che mondo è mondo, e soprattutto quando gli esiti non sono quelli che erano auspicati.
Ma vogliamo pensare che i voti degli utenti, su tutte le piattaforme come ripete il bravo presentatore, siano stati davvero quelli che hanno deciso le sorti del ‘ballottaggio’: cioè che quando i giudici hanno risolto lo scontro finale tra i Melancholia e NAIP mandando la sfida al ‘tilt’, la decisione sia davvero stata restituita agli spettatori, che quindi per la seconda volta nella serata hanno decretato che dei virtuosismi vocali e musicali della band rock-elettronica in questa edizione si può a questo punto fare a meno.
Ma anche se tutto si è svolto correttamente, non si può negare che nell’intorpidita e sonnacchiosa edizione 2020 di X Factor una sorpresa come questa sia servita a destare gli interessi di chi guarda: toh… allora non è tutto deciso prima, quindi i giochi sono aperti, ma dai allora forse, quindi chi vince ora?
Televisivamente, appunto, un bel colpo di teatro: in soldoni il risultato è 941mila spettatori medi, la puntata più vista delle ultime due stagioni su Sky Uno.
Perché di una gara si tratta, e quando segui una gara ti interessa il risultato, e ti interessano i commenti degli allenatori degli atleti, come decenni di trasmissioni sportive hanno insegnato alla tv.
Ed è per questo che, anche se vogliamo fugarli, i dubbi restano: molto opportuna una scossa in un’edizione che era stata giudicata da molti moscia e troppo prevedibile, tanto che la controprogrammazione di Canale 5 con la saga di Harry Potter stava erodendone gli ascolti puntata dopo puntata…
Sia come sia, la curiosità per le reazioni dei giudici, per gli ‘scazzi’ al tavolo, per i commenti velenosi tra perdenti e vincenti si trasforma in rinnovata attenzione al programma, come l’impennata delle interazioni su twitter ha palesemente dimostrato già durante la diretta.

 

Ma qui registriamo una sorpresa nella sorpresa, un piccolo scacco alla prevedibilità dell’imprevedibilità come motore del successo: l’umanità dei protagonisti.
Il giudice degli esclusi, l’eccellente Manuel, il personaggio più magnetico e preparato tra i frontmen della trasmissione, è rimasto davvero male per l’eliminazione dei suoi ragazzi, è ‘toccato’ umanamente dal proprio fallimento che si riverbera su questi giovanissimi talenti, e forse lui pensa sulla propria reputazione di esperto e musicista.


Quindi da una parte fa quello che ci si aspetta e per cui la gente ha rialzato la testa dal bracciolo del divano su cui era caduta qualche ora prima: si arrabbia e ‘rosica’. Rosica in grande stile, con più eleganza di come ha fatto Emma la scorsa settimana dando vita a un teatrino da riunione condominiale in cui volano gli stracci, come si dice a Roma. Però forse Manuel se la prende troppo umanamente, l’individuo prende il sopravvento sul personaggio, e fa la cosa meno televisiva che c’è: diventa introverso.
Non sbraita, non tira fuori i suoi nonsense cattivissimi, i suoi colti sarcasmi che stendono i giovani colleghi o le sue ironie beffarde che stupiscono il finto-ingenuo Mika. Non perde la testa. Non si difende, non risponde ai colleghi con involuti insulti che li sminuiscono e aizzano le loro piccate risposte. Decide invece di fare ostruzionismo e, nei commenti  successivi, si limita a lapidari, gelidi complimenti ai concorrenti rivali dei suoi.
Una reazione frenatissima che si fa notare, viene molto commentata, ma che non contribuisce alla ‘vivacità’ della trasmissione: l’intera seconda manche è oscurata dal malumore di Manuel Agnelli, sia le esibizioni che i commenti degli altri giudici sono fatti con un occhio al rocker-D’Artagnan che non gioca e non sorride più, e il suo broncio epocale stende una specie di velo di umore nero sulla trasmissione.
L’intelligente Cattelan, che di televisione ne mastica parecchio, ci prova: “Manuel, ridammi i giudizi veri” gli chiede quasi pregandolo, e la richiesta è quella giusta: restituisci lo spettacolo allo spettacolo.
Le grandi rosicate sono spettacolo, a X Factor: dalle tirate forsennate di Morgan allo sbroccamento di Arisa che accusò il programma di essere falsato (e che le è costato il posto e le successive apparizioni televisive per anni), storicamente le scenate fanno audience e formano il nerbo di questo show.
Quindi la furia composta di Manuel spiazza tutti, e potrebbe ritorcersi contro l’interesse per la gara che era appena stato riconquistato. L’eliminazione a sorpresa ha svegliato X Factor, la compostezza furibonda e silenziosa di Manuel rischia di rimandarlo in letargo.

La seconda manche alla fine si conclude con l’uscita di Martina, che intacca per la prima volta la squadra di Hell Raton fino a qui intonsa. Ma nessuno osa recriminare, Manuelito sembra quasi contento di non doversi sentire in colpa di fronte ai colleghi, e soprattutto a Manuel che ormai sembra una sfinge con la barba e i baffi.
Che succederà nella prossima puntata, la semifinale?
Ai teleutenti l’ardua sentenza, ma la supplica al personaggio-uomo Agnelli rimane: “Manuel, ridacci i giudizi veri”.

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