Un ripescaggio e un’eliminazione prevedibili per il secondo live di X Factor: Morgan recupera e Fedez perde un pezzo, ma il programma non vola

Il voto del pubblico ‘ripesca’ i giovani-vecchi Astromare, ottimi musicisti affezionati al rock classico e al lancio dello sgabello, e nel ballottaggio in apertura di episodio i due scatenati prevalgono sulla cantautrice Anna Castiglia, che per la seconda volta delude le aspettative (quindi troppo alte?) che si avevano su di lei.
Di seguito i nostri giudizi stringati su una serata che non ha deluso, ma nemmeno entusiasmato, scorrendo via senza far troppi danni

I GIUDICI: ‘escono’ esattamente come sono, portando sul palco, o sul tavolo o quel che è, una spontaneità così totale da fare il giro e apparire artefatta. I litigi e le polemiche costruite hanno un po’ stancato, ma se i giudici dicono quello che diciamo noi sbragati sul divano, qual è la differenza tra la loro professionalità e il nostro gusto generalmente grezzo e primitivo? UMANI, TROPPO UMANI

FEDEZ: troppo umano nell’ammettere le sue ignoranze, rischia con la sua concorrente meno forte, e la perde

Maria Tomba: con gli AC/DC si carica al massimo della potenza, ed esibendosi sempre all’apice dell’energia non ottiene l’effetto ‘hype’, ed è un peccato, anche perché sbaglia in qualche passaggio. IMPRECISA PER TROPPO ENTUSIASMO

Sarafine: “Eleanor Rigby” dei Beatles dalla produttrice intelligente viene riscritta, elettrificata, resa sulfurea e gotica. La canzone è meravigliosa e tiene anche senza i suoi celebri archi, Sarafine ha una personalità che si magna tutto il resto: MODERNA E CONSAPEVOLE

Asia: un pezzo difficile di Kendrick Lamar viene eseguito in modo onesto senza grossi errori, ma Asia paga un’antipatia che è tutta pregiudiziale, perché probabilmente lei non ha mostrato davvero quella che è. CORAGGIOSA FINO ALL’INCOSCIENZA: ELIMINATA

 

AMBRA: troppo umana nel mostrare la propria parzialità e il lato tenero che sconfina nella debolezza, sbaglia due assegnazioni su tre

Angelica: con “Love Me Again” di John Newman avrebbe dovuto mostrare un profilo nuovo ed estroverso che però la sua personalità, in effetti, non ha. Fuori dalla zona di comfort lei, pur bravissima, vacilla: SPRECATA

Gaetano De Caro: per “Dancing on My Heart” il talentuoso minorenne viene scalzato, struccato e minimalizzato: senza orpelli distraenti funziona meglio, ma qualcosa non convince nei suoi gorgheggi un po’ scolastici, e finisce al ballottaggio. BRAVISSIMO MA PIATTO

Matteo Alieno: con “Mio Dio No” di Battisti sembra che Ambra azzecchi un’assegnazione, in realtà è il suo alieno che fa funzionare un pezzo ‘psychodinamico’ con un’energia da folle consapevole e la padronanza del suo perdere il controllo tipica del serial killer potenziale: ANSIOGENO MA IRRESISTIBILE

 

MORGAN: troppo umano nell’indulgenza per i propri capricci e nella logorrea volutamente incontenibile

Selmi: col suo superpotere della fragilità che diventa personalità, interpreta “No Surprises” dei Radiohead come si deve, cioè in modo struggente. Anche se la nota su cui batte è sempre la stessa, ipnotizza la platea senza strillare né, quasi, muoversi: CARISMATICO

Sickteens:  con la grossa crisi esibita per l’assegnazione di un pezzo anni ’80 che non volevano, i ragazzini preparano l’uditorio a un disastro che non avviene per niente, e paradossalmente lo influenzano in positivo. Per loro la migliore esibizione finora, rockizzano il pop e il cantante finalmente, incazzandosi, canta sul serio: MODERNI

Astromare: ripescati, non è chiaro come si siano preparati per l’esibizione. Fatto sta che Morgan in qualche modo li porta dagli anni ’50 agli ’80 con un classico che spacca le sedie: su “Don’t Stop Me Now” dei Queen si scopre che oltretutto il batterista ha una voce da paura. FORTISSIMI MA TROPPO UGUALI A SE’ STESSI

 

DARGEN: troppo umano nel dimostrare che l’unica cosa che gli interessa è far bene il suo lavoro, mostrando tutta la sua vera indifferenza rispetto a quello che gli accade intorno

Stunt Pilots: contrariamente all’altra band di questa edizione, questi ragazzi fanno tutto quello che gli si dice, e lo fanno a modo loro. Con l’esibizione scassatimpani di “Englishman in New York” di Sting prendono un pezzo iper-raffinato ed etereo e lo incasinano di energia vitale, ottenendo secondo noi il risultato migliore della serata. CORAGGIOSAMENTE IRRIVERENTI no matter what they say

Il solito Dandy: il giudice gli cuce addosso la bellissima “Giulia” di Gianni Togni, una canzone anni ’70 che come al solito il Dandy rende fuori del tempo, galleggiando in quella zona in cui le definizioni perdono ragion d’essere: GIOVANE VECCHIO SENZA ETICHETTE: CONVINCENTE

Settembre: con un pezzo di un rapper napoletano (Geolier) Settembre non spicca con la propria napoletanità, ma come sempre cattura l’uditorio con la sua interpretazione intensa anche oltre il contenuto del brano stesso, volando alto sorretto dalla simpatia che ispira: FRESCO, PRECISO E CARINO: IMPECCABILE

 

ELODIE: L’ospite per noi non classificata come sempre, ci concediamo un aggettivo per questa artista che risulta sempre INTERNAZIONALE

FRANCESCA MICHIELIN: dove sei Franci? Manchi, al tavolo dei giudici birichini serve un arbitro, come ha chiesto Ambra, è necessario che ti focalizzi e li rimetti in riga, si rischia la deriva stile discussione di Forum

REGIA: tra primi piani troppo primi e inquadrature di maestranze che non dovrebbero vedersi, qualche imprecisione di troppo, che stupisce data la produzione solitamente inappuntabile. Avete Morgan, possibile che non riusciate a fare spettacolo di ogni inquadratura?

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