YOUR HONOR
Dal 24 Febbraio su SKY/Now TV

 

 

Un tragico incidente. Un giudice integerrimo con un figlio colpevole. La lunga mano armata della malavita che si frappone fra la cosa giusta da fare e quella sbagliata. E conseguenze. Tante. E poi quesiti etici con un punto interrogativo grande così.

Due righe per spiegare il succo di “Your Honor” e un primo episodio che, lo scoprirete, con implacabile efficacia e maestria registica riconsegna Bryan Cranston – proprio lui: il Walter White di “Breaking Bad” – al salotto buono delle serie tv griffate. Questa porta il marchio Showtime.

È lui il giudice, nonché il faro, che illumina un legal thriller ambientato a New Orleans. Candidato ai Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica, Cranston si carica sulle spalle un personaggio (il giudice Michael Desiato) costretto a venir meno al suo altissimo senso della giustizia e dell’etica quando il figlio adolescente si rende responsabile di un incidente mortale.

Costituirsi sarebbe la scelta in linea con il ‘Desiato pensiero’, ma significherebbe morte certa per il ragazzo, perché la vittima era un ‘rampollo’ del crimine organizzato. Eh già, esiste un mondo reale dove la legge è uguale per tutti e un mondo che si interseca, dove le regole non le hanno scritte i padri fondatori o un pugno di studiosi di giurisprudenza. Welcome to the Jungle!

Il giudice si trova quindi nella difficile condizione di doversi nascondere dalla legge, di giocare a nascondino con la sua vocazione. Un’onta per il rigoroso difensore della legalità, costretto a mettere in cima alle priorità il suo ruolo di padre con il dovere di proteggere il figlio. Un giudice che bara al tavolo del tribunale e con l’apprensione opprimente di essere sgamato.

Dal nucleo principale di “Your Honor”, poi, si dipanano alcune subplot, che sottolineano con la penna blu le contraddizioni della società, oppure sfociano nelle schermaglie passionali manifestate in zona pericolo. In mezzo inganni, bugie e alibi costruiti ad arte. Non è facile mentire o organizzare una messa in scena per un uomo abituato a seguire il codice penale che tiene sempre la barra a dritta.

Your Honor” a volte ci si perde in queste subplot ma alla fine si colloca comodamente e orgogliosamente nel mainstream dei programmi seriali di ineccepibile fattura dove i personaggi sono strutturati dosando con sufficiente mestiere familiarità e imprevedibilità.

Dieci episodi sceneggiati da Peter Moffat (“The Night of – Cos’è successo quella notte”) che si è lasciato ispirare dalla serie israeliana “Kvodo”. Un remake, quindi, che rinnova l’amore incondizionato e disperato che gli americani hanno per il thriller giudiziario. A distinguerlo da un legal thriller qualunque c’è Cranston. Un assegno in bianco. Anche se il verdetto, come sempre, spetta alla giuria popolare. Cioè l’audience.

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