Torna su Amazon Prime il road movie culinario dove si viaggia abbastanza, si cucina pochino ma in compenso si chiacchiera una cifra: a moderare gli incontri l’insospettabilmente simpatico chef antipatico, Carlo Cracco.

 

Tutti lo dicono, pure perché è vero, quindi anche noi iniziamo con questa osservazione banale ma corretta: “Dinner Club” non è un programma comico, ma fa più ridere di LOL 3. Il cooking show in cui si vede poco gente che cucina, la travel series in cui i viaggi sono mostrati con parsimonia, ha come nucleo strutturale la cena in cui uno degli ospiti cucina insieme a Carlo Cracco quello che ha imparato nel precedente viaggio con lo chef stellato. E dimostra il teorema secondo cui a cena, chiaramente se si invita la gente giusta, è il momento in cui ci si diverte in assoluto di più. Metti intorno al tavolo sei persone simpatiche, brillanti e argute, più uno che ride per qualsiasi cosa (sempre Cracco), e ottieni il massimo risultato col minimo sforzo.
Che poi proprio minimo non è, perché il programma è ben studiato e soprattutto realizzato. La parte sui viaggi è veloce e divertente, senza inutili lungaggini o scene didascaliche: un ballo in una fattoria calabrese, un bagno di fieno in Trentino, un tuffo nel mare siculo, una partita di pallone in Romagna: brevi suggestioni, incontri lampo con personaggi pittoreschi come ce ne sono tanti nelle nostre province, tutto montato con sapiente leggerezza insieme alle scene delle rispettive cene, svolte attorno a un tavolo nella bellissima Villa Necchi Campiglio, a Milano. E qui si gioca tutto: la conversazione tra i commensali sembra (è?) spontanea e reale (realistica?), le battute divertenti come quelle che fanno i più simpatici di noi, ma con l’aggiunta di aneddoti da star, che non guasta, e la risata risulta coinvolgente. Spiritosi e disinvolti, oppure buffi e fintamente timidi, gli ospiti di Cracco danno vita a quattro siparietti molto divertenti, spesso davvero più comici delle studiate scenette di LOL, che pare già un po’ arrivato a raschiare il fondo del barile.
I personaggi di quest’anno sono 4 nuovi, Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Luca Zingaretti e Marco Giallini, e 2 della scorsa stagione, Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli, che non viaggiano ma fanno da controcanto e mini-coro greco alle vicende dei colleghi. Del ruolo di Littizzetto (inspiegabilmente depotenziata e ridotta a innocuo grilletto parlante) e Ferilli (eccessivamente e inutilmente scurrile, una versione quasi parodiata della bonazza romana che pare pensi di rappresentare) non si trova una vera ragione, e la loro presenza risulta vagamente incongrua.
Gli altri però funzionano molto bene sia quando sono insieme (tra l’altro si conoscono bene, e questo si vede e conta) sia quando si trovano da soli con Cracco, rendendo quindi l’atmosfera delle cene e quella dei viaggi molto piacevoli e a tratti esilaranti.

Dato che il programma è fatto di personaggi, di seguito vi diamo le nostre impressioni sui quattro ospiti di questa seconda edizione, che ci è piaciuta molto, e un suggerimento per vederli in tv nei loro ruoli più riusciti. (N.B. L’ordine di apparizione  e le scelte dei titoli sono dettate dalla individuale insindacabile preferenza dell’Algoritmo Umano)

ANTONIO ALBANESE. Già dalle prime battute nella presentazione erompe l’umorismo fulminante e la simpatia spontanea del comico milanese, che uscendo dai panni dei suoi numerosi personaggi grotteschi si guadagna la fama di uomo intelligente, amabile e amichevole. A cena subito con Antonio, e anche in vacanza, certi di non annoiarsi. Garbato e ironico, non eccede mai in nessun senso, ed evidenzia una qualità che hanno in pochissimi: l’arte di sfottere senza offendere, una specie di viatico per farsi amare dalla razza sempre più diffusa dei permalosi di professione. Con lui Cracco si sganascia, confermando la sua essenza di persona non spiritosa ma che sa apprezzare l’umorismo.
DA VEDERE IN: “La seconda notte di nozze” di Pupi Avati (Apple Tv), in cui interpreta con delicatezza un personaggio di ‘soave idiota’ ingenuo, fragile e irresistibile, per il quale fu nominato ai David di Donatello del 2006.

MARCO GIALLINI. L’attore romano è notoriamente simpatico, con la classica battuta volgare romana e lo sfottò un po’ aggressivo. Nel suo viaggio in Sicilia con Carlo Cracco in un furgoncino scassato e nelle cene del Dinner Club, però, esce un’altra anima di Giallini, un risvolto più malinconico e una sorta di umore in penombra che appartiene a lui come persona e che esiste anche nel fondo (a volte molto nel fondo) di un certo tipo di romano popolare. Un tentennamento gentile di fronte alla goffaggine altrui, una tendenza a ricordare la sua infanzia, un’inattesa galanteria verso il sesso femminile si uniscono alla parolaccia al momento giusto e alla presa in giro tipiche capitoline: un commensale gradevolissimo, con un filo di mistero dietro gli occhi che conquista.
DA VEDERE IN: “Domani è un altro giorno” di Simone Spada (Disney +). Con il ruolo di uno sbruffone vorace di vita che, malato gravemente, prende una decisione spaventosamente definitiva annichilendo il suo migliore amico (Valerio Mastandrea), Marco Giallini regala una delle sue interpretazioni migliori, ritraendo un personaggio sempre in bilico tra ironia e disperazione, tra riso e pianto, a volte all’interno della stessa inquadratura.

 

 

PAOLA CORTELLESI. Spigliatissima e spiritosa, Paola Cortellesi nasce come attrice comica, e anche se si è evoluta nel tempo, è quella verve umoristica che la esalta maggiormente. Nel Dinner Club si ritaglia il ruolo di prima della classe però bulla, il cui bersaglio preferito è l’ineffabile Cracco, al quale lei tenta di impedire di dire barzellette, drammatica passione dello chef che come intrattenitore risulta decisamente implausibile. Nel viaggio e a tavola è Paola oggettivamente portatrice di una femminilità moderna, ironica e tagliente ma non eccessiva, e se non si fosse ‘fatta il mazzo’ per anni per dimostrare il contrario (vedere la Monica di “Come un gatto in tangenziale”), si direbbe che in lei aleggi qualcosa di soavemente radical chic.
DA VEDERE IN: “Figli” di Giuseppe Bonito e scritto da Mattia Torre (Netflix, Sky go). Nel ruolo di una moglie soverchiata dal ruolo di crescere figli veri nel mondo idealizzato di oggi, Cortellesi è misurata e sobria nella sua follia mezza disperata, e  lascia il giusto spazio all’altro protagonista (sempre Mastandrea), evitando per una volta di cadere in un suo difetto, quello di voler dimostrare a tutti quanto è brava, riuscendo quindi a farlo egregiamente.

 

 

LUCA ZINGARETTI: L’attore romano è il primo degli ospiti del programma che, andando in giro con Carlo Cracco, è più corteggiato e risulta più famoso di lui. Un po’ trattenuto e vagamente scocciato inizialmente, Zingaretti si lascia andare commosso solo davanti alla sincera ammirazione della gente comune, incluse anzianissime suore e attempate ristoratrici, che lo venerano riconoscendo in lui l’adorabile Commissario Montalbano, e alle quali regala sorrisi conversazioni e selfie. A cena risulta meno brillante dei convitati maschi, ma senza strafare conquista le attenzioni delle commensali donne: un cliché del maschio che non deve chiedere mai, ma portato con eleganza.
DA VEDERE IN: Dovendo ammettere che il ruolo cinematografico della vita non lo ha ancora trovato, consigliamo Zingaretti in quello televisivo per cui è stra-famoso, quello appunto del Commissario Salvo Montalbano, ispirato al personaggio dei romanzi di Andrea Camilleri (ma che lo dico a fare? Chi non lo sa?). Non c’è niente di male, anzi, il contrario: è un merito di Luca Zingaretti aver tratteggiato Montalbano come il pacato, godereccio, onesto, affidabile e fascinosissimo commissario che l’Italia conosce e ama. Zingaretti E’ Montalbano, e lui lo sa e se ne compiace, ma l’impressione è che l’uomo sia come in attesa della prossima mossa del destino, forse pretendendo troppo da un fato che gli ha già regalato un volto e un nome, praticamente, immortale.

 

Lascia un commento