Mentre non si può evitare l’esperienza cinematografica del film sul ‘padre della bomba atomica’, consigliamo un documentario su Oppenheimer programmato da Sky, quasi propedeutico alla visione del film di Christopher Nolan

Il mondo si divide in due, solitamente, ma rispetto alla decisione di vedere il film/event /urka che roba di Christopher Nolan sul fisico che contribuì a creare la bomba atomica, il mondo si divide in tre, soprattutto riguardo alla sua durata intimidente, 3 ore tonde tonde.
Quelli che eh ma tre ore della mia vita e poi per un film impegnato quindi sicuramente pesante rischio di addormentarmi dovrò portarmi i viveri il sacco a pelo le scorte di acqua non se ne parla lo vedrò a rate in streaming quando esce.
Quelli che meraviglia i film di Nolan solo tre ore? lo vedo due volte di seguito e comunque il tema storico interessante il personaggio affascinante la conversazione pubblica e che te la vuoi perdere? devo dare il mio contributo devo avere la mia reazione.
E poi ci sono quelli che dammi un motivo, anche solo uno ma buono, per passare tre ore di una giornata qualsiasi seduto sul mio osso sacro senza potermi muovere senza poter fumare sgranchirmi controllare le notifiche del cellulare.
E’ a questi ultimi possibilisti che si rivolge l’Algoritmo Umano. Per prima cosa rivelando che la questione della durata è mal posta: Oppenheimer è un film lungo, ma mai nemmeno per un momento un film noioso. La noia la può provare qualcuno che non riesca a seguire, però perché magari non ha chiarissimo il contesto storico (i ragazzi, zoccolo duro dei fan di Nolan), e perde riferimenti nel segmento che attraversa per lungo il racconto, descrivendo il ‘processo’ subito da Oppenheimer per ottenere il suo nulla osta di sicurezza: se non conosci la storia del maccartismo e di cosa furono capaci di imputare gli americani ai simpatizzanti comunisti, allora puoi effettivamente perderti nei botta e risposta degli accusatori e difensori di Oppy. Ma per esempio, qualche appassionato di scienza può invece addirittura accusare il film di essere troppo breve, e di mancare di una parte approfondita si spiegazione scientifica, dato che effettivamente la descrizione delle scoperte della nuova fisica quantistica sulla fissione dell’atomo rimane sul vago.

Per costoro, i prevedibili annoiati per eccesso e i possibili scontenti per difetto, suggeriamo un bellissimo documentario visibile su Sky Documentaries e su Sky On Demand, “To End All War – Oppenheimer & The Atomic Bomb”, pensato e realizzato per spiegare in una sintetica ora e mezza la storia del fisico che creò la bomba atomica, spiegando e illustrando laddove ovviamente il film ha invece il ultimo di intrattenere, interpretare, simboleggiare e rimanere impresso.

La storia è la stessa, copre lo stesso arco temporale e si focalizza, inevitabilmente, sugli stessi eventi chiave (non solo della vita di J. Robert, ma della storia del mondo): dai tormenti esistenziali e gli studi di fisica sperimentale a Cambridge negli anni ’20 all’insegnamento nell’Università della California e le simpatie per i comunisti, dalla relazione con l’attivista comunista Jean Tatlock e il matrimonio con Kitty Puening, dal coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale al reclutamento da parte del Governo nel segretissimo progetto Manhattan per sviluppare la bomba atomica, dallo sgancio dei primi ordigni nucleari su Hiroshima e Nagasaki (DOPO che Hitler si era già fatto saltare le cervella) al rifiuto durante la Guerra Fredda di sviluppare la bomba a idrogeno in seno alla Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti d’America, dalle fiere antipatie che questo gli attirò fino alla sua comparsa davanti a un’altra commissione che usò i suoi antichi contatti con i comunisti per esautorarlo, levargli il nulla osta di sicurezza e di fatto rovinare per lungo tempo la sua credibilità e la sua straordinaria reputazione.
Nel film di Nolan tutto questo è raccontato in un andirivieni temporale e stilistico e osservato da diversi punti di vista, tra cui quello allucinato e straniante dello scienziato stesso, che rendono la storia affascinante e massimamente coinvolgente, ma possono spiazzare lo spettatore meno abituato all’otto volante inarrestabile del cinema di questo regista.
“To End All War” invece ha il passo da maratona del documentario: rilegge tutta la storia cominciando dall’inizio, spiegando pacatamente i passaggi più complessi sia attraverso documenti storico/biografici di prima mano con la presenza carismatica e quasi ipnotica del vero Oppenheimer, sia grazie a una sorta di graphic novel vintage in cui il cappello e l’eterna sigaretta di Oppy diventano un’icona esplicativa. L’importanza dell’irrompere della fisica quantistica nel panorama scientifico del Novecento, le luci e le ombre delle scelte del comitato scientifico americano sul finire della Seconda Guerra Mondiale, i motivi politici e personali che fecero passare Oppenheimer da celebrato eroe e personaggio scomodo, i dubbi etici e morali dello scienziato all’indomani di quella che è stata una delle grandi tragedie dell’umanità e a cui lui ha dato origine: sono questi i grandi temi di questo documentario, soprattutto l’ultimo. Come lo stesso titolo esplica, infatti, il regista Christopher Cassel sposa totalmente l’interpretazione più pura dei motivi che mossero Oppenheimer: ideare, produrre e infine aiutare a usare davvero la bomba atomica aveva per lui il fine ultimo di ‘fermare tutte le guerre’, mostrando al mondo come la potenza atomica avrebbe potuto distruggere l’umanità stessa nel suo complesso, e quindi facendo desistere ogni governo dall’usarla mai.
Non andò proprio così, come si sa, e Oppenheimer portò per sempre su di sé lo stigma del carnefice, e dentro la sua coscienza l’ombra scura della colpa
. Il tormento interiore dell’uomo reale appare evidente nelle sue interviste, attraverso le sue vere parole, nelle sue pensose citazioni in cui si autodefinisce ‘il distruttore di mondi’. Colpevole forse, ma pentito amaramente di sicuro, l’Oppenheimer del documentario è una figura con cui si empatizza con abbandono quasi totale. Quello che non accade nel film di Nolan: il regista inglese costruisce un racconto mirabolante e un film di un’intensità quasi struggente, ma sospende di fatto il giudizio sul suo protagonista. L’Oppenheimer di Nolan agisce –anche- per ambizione, mentre lavora al progetto Manhattan quello che lo spinge è una specie di furia scientifica cieca, una brama di ‘riuscire’ a far progredire la fisica che, in quel momento, supera qualsiasi altro pensiero e considerazione. Forse per questo il protagonista Cillian Murphy, pur immedesimandosi nel suo personaggio in modo strabiliante, rimane alla fine ‘freddo’: Christopher Nolan, anche lui ambizioso e anche lui concentrato prima di ogni altra cosa sul risultato del suo lavoro, regala al mondo un personaggio che, assai prima di essere un uomo tormentato e dubbioso, è stato un genio fanatico e allucinato che ha messo l’amore per la scienza e per il progresso intellettuale dell’uomo davanti a tutto, anche a migliaia di vite umane, come il Prometeo del libro a cui il film è ispirato, che rubò il fuoco agli dei e per questo pagò per l’eternità.

Secondo noi bisogna vedere tutti e due questi titoli, il documentario anche prima del film, per fargli svolgere meglio la sua funzione di coadiuvante di comprensione. Però per chi non se la senta e voglia vedere uno solo dei due, di seguito uno specchietto per capire come scegliere in base ai gusti personali:

FILM DI NOLAN versus DOCUMENTARIO SU SKY

  • Affascinati dalla bravura di Cillian Murphy versus Ammaliati dalla personalità ambigua e magnetica di J. Robert Oppenheimer, grande seduttore di donne e colleghi
  • Intrigati dai misteri della fisica versus Consapevoli della differenza tra fissione e fusione
  • Incuriositi dal dilemma morale del protagonista versus Angustiati dal dramma umano della persona (non folle) che ha convissuto col più grande senso di colpa dai tempi di Erode
  • Affascinati dalla trama crime e procedural di come Oppy fu incastrato dal diabolico Strauss versus Inorriditi dal cinismo della classe politica americana ai tempi della Guerra Fredda
  • Ipnotizzati dal crescendo di tensione che porta alla prima esplosione atomica nel deserto del Nuovo Messico versus Ipnotizzati dal crescendo di tensione che porta alla prima esplosione atomica nel deserto del Nuovo Messico
  • Vagamente impressionati dalle tremende conseguenze dello scoppio dell’atomica su Hiroshima e Nagasaki versus Inorriditi e commossi dalla visione del disegno floreale dei kimono tatuato dal fuoco radioattivo sulla pelle dei sopravvissuti alla strage

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