#1 FROST/NIXON – IL DUELLO (Sky go/Now Tv)

Resoconto della storica intervista rilasciata da Richard Nixon al giornalista britannico David Frost nel 1977, tre anni dopo le dimissioni del presidente americano in seguito allo scandalo Watergate (uno dei tre traumi irrisolti americani, insieme all’omicidio di Jfk e al Vietnam). Dirige Ron Howard che non si lascia scappare il succulento soggetto. Nixon è il senza ombra di dubbio il brutto anatroccolo della storia politica a stelle e strisce, colui che sfidò, perdendo, il bellissimo e amatissimo Kennedy nel 1960 per poi conquistare la Casa Bianca nel 1968. Il film ce lo restituisce come una sorta di figura decaduta e controversa ma non priva di acume. E di responsabilità. Un film che va nel profondo ma senza scomporsi tanto. Tipico del cinema ‘medio’ di Ron Howard. Di una cosa bisognerà sempre ringraziare Nixon, tuttavia: ogni pellicola su di lui ci permette di rigustare pettinature, vestiti, decorazioni, musica e feticismi vari degli anni 70.

#2 THIRTEEN DAYS (Amazon Prime/Tim Vision)

La crisi del missili a Cuba (nel 1962 i russi installarono delle testate nucleari nella nazione guidata da Fidel Castro) che portarono il mondo sull’orlo della Terza guerra mondiale. I tredici giorni col fiato sospeso e il dito pronto a premere il pulsante atomico ci vengono raccontati da Roger Donaldson in 145 minuti, verbosi ma incalzanti se siete appassionati dei Political Drama ispirati a fatti realmente accaduti e se vi piace quando i servizi segreti sono descritti accuratamente nella loro minuziosa burocrazia. Un ripasso formidabile per chi ama la storia americana e gli anni di Kennedy che qui ha il volto di Peter Greenwood. Anche se il protagonista è un suo consigliere, interpretato dal sempreverde Kevin Costner.

#3 JFK (Amazon Prime)

L’omicidio di John Kennedy raccontato da Oliver Stone in un torrenziale film di denuncia. Né il film né il regista hanno bisogno di molte presentazioni. L’uno è forse il prodotto più famoso sull’assassinio di Dallas, l’altro si trovava nel momento di massimo fulgore ed è capace di maneggiare nomi, tesi complottistiche, conflitti processuali, fiction e immagini di repertorio con una maestria drammatica che fa sempre un certo effetto. Kevin Costner è il procuratore distrettuale che vuole vederci chiaro e osa scomodare i poteri forti (questi erano e sono davvero forti) come un Don Chisciotte in giacca e cravatta. Insieme a lui una valanga di grandi nomi per un film simbolo degli anni 90 e della filmografia stoniana.

#4 RECOUNT (Skygo)

La concitata sfida elettorale del 2000 fra Al Gore e George W. Bush vinta da quest’ultimo per un pugno di voti dopo il riconteggio in Florida, in un clima di veleni nel quale sguazzano due attori di caratura mondiale: Kevin Spacey e Laura Dern. Prodotto da Sidney Pollack è un tv movie della HBO che si è aggiudicato tre Emmy, ma non si è guadagnato ancora il lascito mitico di altri film ‘presidenziali’. Forse perché troppo vicino nel tempo o forse perché Bush e Gore non hanno nemmeno un quarto del carisma cinematografico di un Kennedy o di un Nixon. Ma tra i film sulle elezioni americane rimane uno dei migliori, costruito come un thriller e dove la pistola fumante sono le schede elettorali. Considerando quanto il mondo sia cambiato dal 2000 ad oggi, è lecito interrogarsi su come le cose sarebbero andate con un altro inquilino alla Casa Bianca.

#5 TI AMO PRESIDENTE (Amazon)

La love story fra il presidente Barack Obama e la First Lady Michelle raccontata sin dal loro primo incontro nella Chicago degli anni 80, entrambi giovani e con sogni di carriera in uno studio legale. L’unico film possibile su Barack Obama, mai scalfito da vere polemiche, è quindi un patinato romantic movie agiografico in cui il futuro primo presidente afroamericano della storia corteggia e conquista l’amore della sua vita.  Senza molti conflitti, se non quelli di prammatica a cui va incontro ogni corteggiatore che cerca di impressionare una diffidente damigella, con tutto il repertorio di primi appuntamenti, primi baci e prime volte. Tranquillizzante e spiazzante se si pensa alla coppia Donald-Melanie che avrebbe poi abitato a Washington nei quattro anni successivi. Un romantic movie che sa quasi di fantascienza come se si parlasse di un altro mondo.

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