AMORE CINEFILO A PRIMA VISTA PER JENNA ORTEGA, CATALIZZATORE DI SGUARDI E IMPECCABILE OUTSIDER NEL TEEN DRAMA GOTICO TARGATO NETFLIX. VI PARLIAMO DELLA SERIE, “MERCOLEDÌ” IN CUI TIM BURTON, IDEATORE, PRODUTTORE ESECUTIVO E REGISTA DEI PRIMI 4 EPISODI, HA SFODERATO TUTTA LA SUA FANTASIA BAROCCA. E POI VI SEGNALIAMO ALTRI POSTI E ALTRI GENERI IN CUI INCONTRARE LA VENTENNE ATTRICE CALIFORNIANA, GIUNTA ORMAI OLTRE LA FASE DI DECOLLO. UNO DEI PERSONAGGI PIÙ ICONICI DEL 2022. COME ASSAGGIO, INTANTO, VI POSTIAMO I SUOI ECCENTRICI E SCOMPOSTI PASSI DI DANZA NELLA SCENA DEL BALLO DELLA SCUOLA, IN UN VIDEO CHE È DIVENTATO UN JACKPOT DI VISUALIZZAZIONI.

Mercoledì – La serie                                                                        voto 7,5

(Netflix)

Il mondo dei ragazzi trionfa sul mondo degli adulti. È la sintesi di “Mercoledì”, la serie Netflix che porta il nome altisonante di Tim Burton. Meglio se gli adolescenti in questione, che frequentano la Nevermore Academy, mostrano di avere un’innata confidenza con il soprannaturale. Una scuola speciale, situata nei pressi della cittadina ‘normale’ di Jericho, che accoglie ragazzi dotati di poteri speciali e suddivisi in fazioni: dai licantropi alle sirene, dai vampiri alle gorgone, con le loro acconciature brulicanti di serpenti, passando per studenti in possesso di doni psichici, fino ad arrivare agli hydes, individui normali ma con un alter ego dormiente pronto a trasformarsi in un mostro raccapricciante.

La serie di Tim Burton, spin-off della “Famiglia Addams” assorbe in 8 episodi un diluvio di generi e sottogeneri. Un teen drama gotico, con incursioni nel fantasy, nel dark mistery e nella detective story. Altrettanto copiose sono le citazioni e i riferimenti: alla saga di Harry Potter, in primis, si affiancano le atmosfere ombrose e le rivalità studentesche provenienti dall’universo di Twilight, a cui viene sottratto il kit sentimentalistico. Evidenti i tocchi vintage che strizzano l’occhio ai thriller deduttivi di Agatha Christie e anche alle indagini della Signora in Giallo. Solo che qui la signora ha 16 anni, veste di nero e ha un debole per il lugubre. Il suo arrivo alla Nevermore Academy, a cui è legata da antichi e più recenti avvenimenti di cui lei stessa è ignara, scatena omicidi a valanga e un’indagine che è proprio Mercoledì stessa a condurre, soverchiando l’acume lacunoso dello sceriffo e della preside. Ma sia lo sceriffo che la preside hanno i loro motivi che qui non vi spoileriamo. Come bonus andrebbero aggiunti “13 Reasons Why”, “Stranger Things”, “Gossip Girl” e “It”, che consideriamo in cima alle varie alleanze tra industriosi adolescenti in lotta contro il male descritte da Stephen King nella sua prolifica bibliografia.

“Wednesday” è un luogo a cui si accede manovrando il passpartout della letteratura Young Adult, ma le radici letterarie affondano ben più indietro nel tempo, avvinghiandosi alle storie di Edgar Allan Poe, Ambrose Bierce e H.P. Lovecraft. L’altra chiave nel mazzo di Tim Burton è quella della porta che si spalanca sugli High School Movies, con le confraternite, le società segrete e i rituali di passaggio: il ballo della scuola, il weekend di visita dei genitori, le competizioni sportive, le attività extrascolastiche, le vibrazioni romantiche, le gelosie e le invidie. Un apparato mandato a memoria su cui giganteggia lo sguardo del regista che recepisce decenni di film e serie tv e li rielabora filtrandoli con la sua poetica inconfondibile.

Con una duplice deviazione dal percorso, tuttavia. Una contenuta all’interno dell’altra.

Il primo scarto effettuato da Tim Burton risiede nel confezionare un teen drama carico di tutti i sottogeneri suddetti promuovendo a ruolo di protagonista il personaggio di Mercoledì, quindi un’antieroina già incastonata nella storia della televisione e del cinema. Non un personaggio inedito, ma il reboot di un personaggio già noto. Il legame tra Tim Burton e la famiglia creata da Charles Addams nel 1938, che dalle vignette ha viaggiato per tubi catodici e grandi schermi, fra telefilm, cartoons e lungometraggi, appartiene a quel tipo di matrimoni combinati in cui i consorti non possono che amarsi. La stramba e funerea famiglia dagli hobby macabri, ma dal cuore buono, è una delle sorgenti meravigliose che ha dissetato Tim Burton durante la costruzione del suo personale immaginario di reietti.

L’ulteriore scarto è aver scongelato la piccola Mercoledì tirandola fuori dal freezer anagrafico. Rispetto alle precedenti versioni degli Addams, come la storica serie degli anni 60 o il film del 1991 di Barry Sonnenfeld, infatti, Mercoledì non è più una bambina, ma una sedicenne che supera i confini della tenebrosa e cimiteriale dimora di famiglia per avventurarsi altrove, tra le disarmonie e i pericoli del mondo normale, fuori dai confini di un focolare domestico tetro, ma divertente e affiatato. Mentre gli altri componenti, cioè Morticia, Gomez, Lurch, lo zio Fester e Pugsley (e naturalmente Mano…) appaiono nello spin off da immutate icone significanti e auto contestualizzate, presi in blocco dalla copia mastro e riversati dentro la serie, Mercoledì si trova a fare i conti con, testuali parole, “il letamaio dell’adolescenza”. Stavolta non è quindi la vita reale a bussare alla porta degli Addams, ma un membro della famiglia a bussare alla porta del mondo reale, ovviamente conquistandolo.

La ‘Burtonizzazione’ dei generi narrativi già citati si estende al personaggio di Mercoledì che entra nella Nevermore Academy e la espugna, ritagliandosi il ruolo di anticonformista suprema in un gruppo studentesco formato da adolescenti emarginati a causa dei loro poteri speciali, perciò non conformi e non omologabili per default. L’anticonformismo estremo di Mercoledì è naturalmente una scelta narrativa dovuta e molto scontata, così come è prevedibile che nel corso della storia almeno 3 ragazzi cedano al suo fascino di impettita e scostante ragazza solitaria dalla risposta rapida e ficcante e con in dotazione un expertise invidiabile sulle cose della vita.

Ma il trucco di Tim Burton e dei suoi sceneggiatori sta nel muovere la Regina Mercoledì sulla scacchiera affidando il punto di vista al suo Io narrante. Mercoledì racconta gli eventi, li sintetizza e li rilancia come un romanziere interno all’intreccio. Una delle regole auree della letteratura fantastica è infatti che il lettore faccia esperienza del soprannaturale insieme al protagonista, il quale può essere, come nel caso in questione, furbo e brillante ma non onnisciente. Il fantastico deve fare la sua apparizione al tempo presente della narrazione, permettendo quindi lo scoccare di un’affinità fra personaggio e spettatore perché entrambi vivono insieme la stessa esperienza contemporaneamente. Mercoledì è una scrittrice in erba che per un’ora al giorno, tutti i giorni, non rinuncia a sedersi con dedizione davanti a una vecchia macchina per scrivere, impegnandosi a redigere un romanzo che finisce per evolversi in corso d’opera influenzato dagli eventi che la circondano e dalle scoperte vissute durante l’anno scolastico alla Nevermore Academy.

In conclusione Tim Burton fa ciò che fanno i grandi autori: rielabora uno o più generi, li segmenta e li personalizza piegandoli alla sua poetica. Se non ci fosse, appunto, il tocco burtoniano e la sua sapienza nel costruire una sfarzosa e stratificata messa in scena, offrendo una strutturata architettura visiva e narrativa, “Mercoledì” potrebbe smarrirsi nel nutrito macroinsieme a cui appartengono tanti, forse troppi, teen drama. Ancora una volta, quindi, non è tanto importante ciò che si racconta, ma come lo si racconta.

L’ALGORITMO UMANO CONSIGLIA:

L’altra Jenna Ortega. 4 film con la protagonista di “Mercoledì” in attesa dell’annuncio ufficiale sulla realizzazione della seconda stagione. Nel frattempo, la prima ha già superato i numeri di “Stranger Things 4” e di “Dahmer”.

SCREAM

(Now, Paramount, Sky Primafila)

Reboot versione 2022 della saga ideata negli anni 90 da Wes Craven che riassumeva e riverniciava le tinte base del genere horror. La cittadina di Woodsboro è terrorizzata da un nuovo Ghostface. Per acciuffare il serial killer, lo sceriffo si rivolge ai superstiti del primo massacro. Oltre a Jenna Ortega, nel cast troviamo infatti Courteney Cox e Neve Campbell.

LA BABYSITTER – KILLER QUEEN

(Netflix)

Sequel di “La babysitter” ancora diretto da McG che ripete la ricetta del precedente impastando commedia, horror, splatter e amoreggiamenti, rifacendosi ai B movie di una volta. A due anni dalla sfida efferata contro una setta satanica, il protagonista Cole approda al liceo, ma le soprannaturali forze del male guidate dalla sensuale babysitter non sono state sconfitte.

LA VITA DOPO – THE FALLOUT

(Mediaset Play, Tim Vision, Rakuten, Chili, Google Play, Apple Tv)

Dramma di formazione in salsa vagamente indie in cui Jenna Ortega fa coppia con Maddie Ziegler (nell’affollato cast del “West Side Story” spielberghiano). Una sparatoria all’interno di una scuola costringe gli studenti a fare i conti con le conseguenze psicologiche della tragedia.

X: A SEXY HORROR STORY

(noleggiabile su Tim Vision, Chili, Rakuten, Apple, Amazon)

Nel Texas del 1979, una troupe cinematografica si stabilisce in una fattoria per girare un film hard d’autore, scatenando la morbosa reazione dei padroni di casa in un’escalation incontrollabile di sangue, violenza e trasgressione. Uno dei film più sorprendenti e ispirati dell’anno, che omaggia il periodo d’oro dell’horror anni 70 e 80, dal forte marchio politico e dalle atmosfere maledette.

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