The Last of Usè una serie HBO tratta da un celeberrimo videogioco, alla quinta puntata già giudicata il miglior adattamento televisivo di un videogame di tutti i tempi. Una storia horror, dedicata agli amanti dell’intrattenimento ludico online, portatrice di un’estetica ‘mostrofila’ e a tratti schiettamente splatter: eppure l’Algoritmo Umano si sente di consigliarla soprattutto a tutti i non appassionati del genere


La storia si snoda tra il presente devastato del 2036 e un passato di 20 anni prima, quando una pandemia provocata da un fungo parassita che si installa negli umani e li trasforma in zombie ha iniziato a decimare la popolazione della Terra. Gli infetti si trasformano in esseri senza coscienza, verminosi e mordaci, che azzannando persone sane le contagiano e le spediscono a ingrossare le fila dei non-morti non-vivi sicuramente non-frequentabili. Man mano che la storia va avanti, si scoprirà cosa hanno fatto i governi per cercare di fermare la progressione dei contagi, e non è spoiler rivelare che nel racconto sono riusciti a fare molto, ma molto peggio di quello che hanno fatto nella realtà con la pandemia da COVID19 (la storia del videogioco è del 2013, anni belli in cui ‘pandemia’ era un termine relegato, appunto, nei racconti di fantascienza).
Un uomo, a cui al primo insorgere del contagio e dei metodi drastici per fermarlo è morta la figlia adolescente, vive di contrabbando ai margini di una Zona di Quarantena, ribellandosi a un governo che ha preso il potere in modo violento e in modo violento lo amministra, ma prendendo le distanze anche dai ribelli ‘istituzionali’ che vogliono salvare il mondo. Joel (che ha il volto bello ma debitamente un po’ sconquassato dagli eventi di Pedro Pascal, l’Oberyn Martell del Trono di Spade) incrocia la strada con la giovane Ellie (Bella Ramsey), che porta nel proprio codice genetico un segreto che potrebbe salvare l’umanità dalla strage pandemica. Cinico e disincantato lui, vivace, sboccata e curiosa lei, i due vanno insieme attraverso un paese distrutto e allo sbando, popolato oltre che da zombie pencolanti da bande ognuna a suo modo pericolosa: la meta è diversa per ognuno dei due, ma è il percorso stesso e i modi a cui ogni volta devono ricorrere per salvarsi che rappresentano la sostanza della storia.
Una storia che ha modo di raccontare tante storie, e nella quale i morsi contagiosi, gli schizzi di sangue e i combattimenti naturalmente hanno il loro spazio, ma non sono il nucleo principale: ci sono storie di amicizia, di coraggio, di amore (omosessuale con tanto di misere polemiche incorporate), di ingiustizia, di fedeltà, di allegria.

I fan del videogame hanno già decretato l’ottima fedeltà della trasposizione televisiva. E per i non fan di videogiochi e di horror, gli episodi di “The Last Of Us” saranno una bellissima sorpresa: vi affezionerete alla storia, ai personaggi, all’ambientazione e a quella stranissima alchimia per cui un’atmosfera orrenda e uno scenario temuto di distruzione diventano un paesaggio onirico in cui ogni volta vi piacerà tornare.

Per i molti che non hanno mai giocato a The Last of Us, ecco alcuni motivi per guardare comunque questa inaspettatamente affascinante serie tv:

UNO: LA LEGGE DEL DESIDERIO
La rigorosa cadenza settimanale degli episodi finisce per aumentare la desiderabilità dell’appuntamento.
Come la ‘settimana di Sanremo’ ci ha ricordato, seguire un programma televisivo in contemporanea ad altri milioni di persone è piacevole perché il giorno dopo se ne parla insieme: la condivisione e la possibilità di esprimere la propria opinione riscattano contenuti a volte nemmeno straordinari. L’appuntamento era una sana abitudine che è stata quasi spazzata via dallo streaming, vizio moderno che elimina dalla nostra esperienza di utenti quello che secondo la psicologia (e pure Dante a ben pensarci) è ciò che muove il mondo: il desiderio.
“The Last Of Us” è proposto un episodio alla volta da Sky in contemporanea con gli Stati Uniti, in un primo appuntamento notturno e poi in prima serata il lunedì, per alcuni giorni solo in lingua originale sottotitolata, fatto che ne aumenta la percezione ‘esotica’.
Il singolo episodio dunque torna ad avere quell’importanza completa e solida che tende a perdere quando se ne vedono 10 tutti insieme fino a notte fonda solo per sapere ‘come va a finire’, e l’esperienza della visione è più immersiva e appagante.

DUE: IL VIDEOGAME

“The Last of Us” è tratto dal videogame più premiato della storia. Creato nel 2013, è tra i più conosciuti e fruiti di sempre, ma soprattutto tra i meglio recensiti e giudicati. Milioni di persone hanno giocato cercando di aiutare Joel ed Ellie a sopravvivere, ad arrivare dove devono arrivare per salvare l’umanità dalla distruzione. E milioni di persone hanno ‘guardato’ online persone giocare: questo videogame nasce già con la vocazione di spettacolo, e la spiegazione è, come lo sono in genere le spiegazioni logiche e vere, semplice: ha una storia bellissima.

TRE: LA STORIA BELLISSIMA
Cos’è precisamente che rende una storia bellissima, ci si potrebbe chiedere. Nel caso di questo horror post apocalittico è il fatto che ha dentro tutti gli elementi classici che rendono attraenti e ipnotiche le favole: c’è l’avventura, ci sono i personaggi a cui ti affezioni sempre di più, c’è il viaggio, ci sono gli ostacoli che aumentano di volta in volta, c’è la magia, c’è la lotta, c’è la progressione del rapporto tra i protagonisti, uno dei quali è inizialmente ‘chiuso come un baule’ e pian piano si apre all’affetto, mentre ne seguiamo con attenzione i piccoli cambiamenti e la graduale risalita verso l’umanità. Una ricetta che se ben eseguita è infallibile.

QUATTRO: LE STORIE PARALLELE
Un rude omaccione che si prepara a vivere l’apocalisse in solitudine lascia inavvertitamente entrare l’amore in un varco delle sue recinzioni; un giovane uomo che si è coperto del più vile dei tradimento lo ha fatto per il più nobile dei motivi; una matura scienziata ha provato a fermare con la sola forza della sua conoscenza la follia di un governo necessariamente autoconservativo; un uomo sembra non credere più a niente ma nascostamente combatte per ritrovare un senso a un mondo sprofondato nella follia totale; una ragazzina cerca di aiutare un bambino rischiando di perdere tutto quello per cui è rimasta in vita fino ad allora. Storie, va detto, appassionanti, retoriche al punto giusto, coinvolgenti. Il viaggio di Joel ed Ellie si dipana tra storie parallele che germogliano per conto loro, aprendo nuove ramificazioni e nuovi sentieri narrativi.

INSOMMA
Pochi dialoghi, dosati i combattimenti, belle le storie, credibili nella loro inverosimilità i personaggi, crudelmente affascinanti le atmosfere, tese il giusto le tante situazioni al limite in cui Joel ed Ellie rischiano di morire o farsi troppo male: chi scrive non sa come è il famoso videogioco più bello del mondo, ma gli elementi fin qui elencati fanno di questa serie uno degli horror più guardabili da chi non ama l’horror che la storia recente abbia proposto.

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