UNA, NESSUNA, CENTOMILA SERIE TV: ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA TRE REGISTI CINEMATOGRAFICI HANNO PRESENTATO O ANNUNCIATO LA LORO PRIMA SERIE TV. MODA, SANO OPPORTUNISMO OPPURE OPZIONE ORMAI INEVITABILE?

Il gusto dei cineasti di cimentarsi con una forma che, seppur contigua, è profondamente diversa da quella cinematografica, è emerso da qualche tempo, per sposarsi con il successo che, complice anche la pandemia che ha costretto gli spettatori dentro le proprie case, sta avendo la serialità televisiva. Grandi e anche grandissimi autori sono stati incuriositi e sedotti dal gusto di comprimere o meglio ampliare la forma che ospita i loro contenuti, passando dal film alla serie tv, come abbiamo raccontato qui. 
Pensiamo sia non tanto una moda, quella di ‘buttarsi sulla tv’, quando una scelta di attualità e una sfida a rinnovarsi per registi e autori ancora vitali e propositivi.
Anche qualche italiano segue la new wave seriale, come ha dimostrato la Festa del Cinema di Roma, il più piccolo dei grandi festival cinematografici (o era il più grande dei piccoli?)

DAL FILM ALLA SERIE

In principio fu un film di medio cabotaggio, Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese, a venire trasformato in serie, da Rolando Ravello. Poi c’è stato il regista Ferzan Ozpetek che ha deciso di trasformare in serie il suo film di ben altro livello, Le fate ignoranti ( in arrivo su Disney+), rivisitando lui stesso la trama e i temi nella più vivace polifonica struttura a puntate. Ma la moda sta dilagando, come abbiamo visto (… approfonditamente…) con la più che riuscita trasposizione in puntate del capolavoro Scene da un matrimonio di Bergman da parte di Hagai Levi.
Insomma per il cineasta che se la sente il momento è perfetto per tentare un’altra strada, per sentire come suonano i suoi spartiti con strumenti diversi.

Lo ha dimostrato l’appuntamento della Festa del Cinema di Roma di quest’anno 2021, in cui diversi registi famosi hanno scelto di presentare, invece del ‘solito’ film, una serie tv.
E’ Gabriele Muccino il primo di mano, e la sua mossa è riproporre in veste seriale un suo film A casa tutti bene. Quando è uscita nel 2018, la storia di una famiglia che si riunisce per le nozze d’oro dei genitori, portando con sé tutti i tipici drammi, ipocrisie e infelicità più o meno invalidanti, ha avuto il solito buon successo presso il pubblico dei mucciniani, e stranamente è stato apprezzato anche dai tanti critici del regista: ricordiamo che ormai l’antimuccinismo è una specie di categoria critica a parte, ma bisogna pur ammettere che con l’autore romano è opportuno comunque fare i conti, sia perché i film li sa girare e anche bene, sia perché una vasta fetta di pubblico non totalmente imbesuito dalla produzione hollywoodiana lo segue in modo fedele e appassionato.
Insomma lo stile di A casa tutti bene, il film, è mucciniano il giusto, con le ampie e coreografiche scene corali, i patetici drammi individuali e le immancabili scene di isteria urlata, ma ha anche un retrogusto più amaro e cinico del solito nel finale, il che rende il film meno prevedibile e meno ‘facile’ da classificare. Partendo da questo, ci chiediamo dove sarà approdato Muccino, nella serie in otto episodi che sarà visibile su Sky da dicembre.
Un punto forte del film era la squadra di attori, vecchie conoscenze di Muccino stavolta tutti eccezionalmente ‘in parte’, e ora come sempre si aspettano al varco i nuovi protagonisti per fare il nostro legittimo confronto. Legittimo ma che potrà risultare impietoso, perché come si sa se un personaggio è piaciuto, lo si identifica con l’attore che lo ha interpretato, e arduo è in questo caso il passaggio di testimone. Se non ci saranno problemi ad esempio per Laura Morante ‘sostituire’ Stefania Sandrelli (nel film il personaggio è delizioso) e Francesco Acquaroli potrebbe essere addirittura più centrato di Ivano Marescotti come burbero anaffettivo, e se tutto sommato Francesco Scianna (che ha già una buona esperienza ed ha pur sempre esordito con Tornatore) dovrebbe reggere il ruolo importante e ambiguo che era di Pierfrancesco Favino, più dubbi sorgono per volti meno noti come Silvia D’Amico, Simone Liberati, Euridice Axen, Laura Adriani, Antonio Folletto che sostituiscono Sabrina Impacciatore, Stefano Accorsi, Valeria Solarino, Carolina Crescentini, Giampaolo Morelli.
L’algoritmo umano intanto non vede l’ora di mettere sotto esame questa nuova versione di Muccino, sperando che il cambiamento della forma rappresenti un vero modo di mettersi in gioco e non un mero escamotage per entrare nel cono di luce dell’attenzione del pubblico, e nel frattempo consiglia di rivedere il film, che in modo schizofrenico non è presente su Sky ma invece su Amazon Prime, Disney e RaiPlay.

LA SORPRESA

Vita da Carlo. Così, con un non brillantissimo gioco di parole, Carlo Verdone ha deciso di fare il salto dalla sala cinematografica al piccolo schermo, sceneggiando, dirigendo e interpretando una serie comedy semi-autobiografica. Dal 7 novembre disponibile su Amazon Prime, e presentata con un certo rumore alla Festa di Roma che adora il suo romanissimo regista, rappresenta uno scanzonato tuffo nella propria vita da parte di Carlo Verdone, che gigioneggiando nelle interviste dice con sospetta precisione che c’è un “40% di verità” in quello che vedremo, ma che non rivelerà quali sono i fatti veri e quali le forzature comiche e narrative. Una bella prova di coraggio, da apprezzare, da un cineasta settantenne, che dopo due romanzi e un film onestamente non memorabile, decide di provare un’altra forma nuova e attualissima, facendo però i conti con una sua vecchia conoscenza: il suo personaggio pubblico.

QUOTA INTERNATIONAL

Sempre alla festa di Roma, sempre un cineasta maturo (63 anni), stavolta americano: Tim Burton, vincitore del premio alla carriera in questa edizione, nel suo incontro col pubblico ha parlato anche del suo prossimo lavoro. Si tratta di Wednesday, serie tv in live action che vede protagonista la figlia, inquietante e affascinante, della Famiglia Addams, Mercoledì. Sarà Netflix a ospitare questo che, con pregiudizio positivo, profetizziamo che sarà un piccolo gioiello di black comedy.

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