LA NOTTE PIU’ ATTESA, IL PREMIO PIU’ AMBITO. A POCHI GIORNI DALL’ASSEGNAZIONE DEGLI OSCAR 2022, VI SEGNALIAMO TUTTI I FILM CANDIDATI CHE POTETE GUARDARE SULLE MAGGIORI PIATTAFORME STREAMING. FRA CURIOSITA’ E GIUDIZIO CRITICO, ECCO LA CARRELLATA DEI PRESCELTI. IL PRONOSTICO E’ D’OBBLIGO.

(LEGGI LO SPECIALE SECONDA PARTE)

 

WEST SIDE STORY

(Disney Flat + Rakuten, AppleTv, Google Play, Amazon, Microsoft Store, Chili)

7 NOMINATION

Miglior film

Miglior regia: Steven Spielberg

Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose

Migliore fotografia

Migliore scenografia

Migliori costumi

Miglior sonoro

Già vincitore di 3 Golden Globe, il film di Steven Spielberg sprigiona tutta la potenza della Hollywood attuale che divora il passato per restituircelo più colorato, sovradimensionato, e sbrilluccicato. La storia è una rivisitazione di “Romeo e Giulietta” spostata nella New York degli anni 50 dove l’amore contrastato è fra due ragazzi appartenenti a band rivali, i Jets e gli Sharks. Ma, soprattutto, i 156 minuti di apoteosi audiovisiva, sono un remake – 60 anni dopo – del film di Robert Wise con Natalie Wood, che è un must per i fan del musical, genere con cui Spielberg si confronta per la prima volta, coronando – a quanto si dice – un sogno che aveva sin dalla sua infanzia. Manhattan come Verona, anzi come Jurassic Park che cancella l’evoluzione/gentrificazione del quartiere West Side tornando indietro nel tempo, fino alla New York che fu, e concede ai latinos di parlare e cantare in spagnolo. Un progetto squisitamente folle che, stando alle previsioni, è destinato al trionfo. Jane Campion permettendo.

IL POTERE DEL CANE

(Netflix)

12 NOMINATION

Miglior film

Miglior regia: Jane Campion

Miglior sceneggiatura non originale

Miglior attore: Benedict Cumberbatch

Miglior attore non protagonista: Kodi Smith-McPhee

Miglior attore non protagonista: Jesse Plemons

Miglior attrice non protagonista: Kirsten Dunst

Miglior scenografia

Miglior fotografia

Miglior montaggio

Miglior sonoro

Miglior colonna sonora

Tre Golden Globe e il Leone d’Argento al Festival di Venezia sono un eccellente biglietto d’invito alla notte degli Oscar, sia per il film che per la sua autrice, Jane Campion, che ha già battuto un record essendo la prima donna ad essere stata nominata più di una volta come miglior regista dopo l’acclamatissimo “Lezioni di piano”. Del film nel parliamo ampiamente qui: LEGGI LA RECENSIONE  I pronostici e il codazzo di scommettitori, esperti e lettori di rune sono sicuri che sarà una sfida all’ultimo fotogramma fra la cineasta neozelandese e il superhollywoodiano Spielberg. Anche se il nostro cuore batte forte per “Licorice Pizza” di Paul Thomas Anderson. Premi tecnici a parte, può essere l’occasione giusta sia per Kirsten Dunst, sia soprattutto per Benedict Cumberbatch che la statuetta l’ha già sfiorata con “The Imitation Game”.

DRIVE MY CAR

(Now, Sky Cinema)

4 NOMINATION

Miglior film

Miglior regia: Ryusuke Hamaguchi

Miglior sceneggiatura non originale

Miglior film internazionale

L’adattamento dell’omonimo racconto di Haruki Murakami ha vinto il Golden Globe per il miglior film straniero (battendo tra gli altri “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino) e la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes. Un drammaturgo in lutto per la scomparsa della moglie accetta di mettere in scena lo “Zio Vanja” di Cechov e nel frattempo annoda i fili del proprio passato grazie all’amicizia profonda con Misaki, la giovane autista che gli è stata assegnata. Un’opera minimalista e contemplativa, giocata in sottrazione, strutturata sui riverberi esistenziali e sulle connessioni e le sovrapposizioni fra l’arte (il teatro, la letteratura) e la vita. Una storia di enigmi interiori e di invisibili ma consistenti pesi specifici dell’anima. Siamo a distanze siderali dalle magniloquenze spielberghiane. Meno distante è il bellissimo inno western di Jane Campion. Favorita nella cinquina dei film internazionali, la pellicola giapponese spera in un ‘effetto Parasite’.

DON’T LOOK UP

(Netflix)

4 NOMINATION

Miglior film

Miglior sceneggiatura originale

Miglior colonna sonora

Miglior montaggio

Del film manifesto/selfie che vuole pennellare nei minimi dettagli la nostra epoca opaca ne abbiamo parlato ampiamente qui LEGGI LA RECENSIONE segnalando pregi, difetti e diverse prospettive di lettura. Al di là del suo valore, il film si gioca le sue carte perché è una pellicola espressione dell’intellighenzia democratico-progressista di Hollywood. Non dovrebbe bastare, né contro il molok spielberghiano né contro il western ragionato di Jane Campion. Più probabile un premio ‘minore’ come il montaggio. Forse qualche chance per la sceneggiatura, ma ai Golden Globe il film ha collezionato zero premi e inoltre non c’è nessun attore candidato, tra le tante star schierate, che possa fare da traino.

UNA FAMIGLIA VINCENTE – KING RICHARD

(Sky Primafila, Mediaset Play)

6 NOMINATION

Miglior film

Miglior attore: Will Smith

Miglior attrice non protagonista: Aunjanue Ellis

Miglior sceneggiatura originale

Miglior canzone originale: Dixson e Beyoncé (“Be Alive”)

Miglior montaggio

Brilla la stella di Will Smith, premiato con il Golden Globe, in questo biopic che racconta l’ascesa di Serena e Venus Williams. Le sorelle del tennis mondiale, anche produttrici della pellicola, vengono raccontate attraverso lo sguardo del padre Richard, imperterrito e testardo nel voler trasformare il talento delle figlie in uno smash vincente che favorisca la fuga dal quartiere malfamato di Los Angeles in cui le ragazze stanno crescendo. Il film entra nel santuario dell’individualismo americano e mette in fila sull’altare tutti i fronzoli del caso, quindi l’umiltà, il credere in se stessi, la voglia di vincere contro le avversità, il sogno, la rivalsa. Agiografico e un po’ manicheo, non è un film sul tennis ma su un uomo che dopo un lungo e insistito palleggio da fondocampo si spinge finalmente a rete e chiude la volée.

A PROPOSITO DEI RICARDO

(Amazon)

 

3 NOMINATION

Miglior attrice protagonista: Nicole Kidman

Miglior attore protagonista: Javier Bardem

Miglior attore non protagonista: J.K. Simmons

La Hollywood degli anni 50, quella del Maccartismo, filtrata attraverso il backstage di una serie tv, la sitcom “Lucy e io”, un classico del piccolo schermo con una protagonista che incarnava la donna americana, regina del focolare ma con ambizioni di emancipazione. Poi le accuse di simpatie comuniste si infrangono contro il tubo catodico mandando in corto circuito anche la famiglia tradizionale, poiché le due star della serie erano anche marito e moglie nella vita reale. Mentre Nicole Kidman si è già aggiudicata il Golden Globe, Javier Bardem è stato sconfitto da Will Smith. J.K Simmons cerca invece la doppietta a sette anni da “Whiplash”. Forse il film avrebbe meritato anche un candidatura nella lista più prestigiosa, o almeno una nomination al suo regista e sceneggiatore, Aaron Sorkin.

LA PERSONA PEGGIORE DEL MONDO

(Sky Cinema dal 13 marzo + Rakuten, Chili)

 

2 NOMINATION

Miglior sceneggiatura originale

Miglior film internazionale

“La commedia romantica dell’anno”, “Una Amelie senza filtri per le nuove generazioni”. Per il Guardian “E’ già un classico”. Difficile non farsi conquistare dalla filosofia indie di questo ritratto al femminile sospinto dalla protagonista, Renate Reinsve, premiata a Cannes come miglior attrice. Con i suoi balbettii esistenziali, immersa nei lavori in corso di una problematica ma gustosa educazione sentimentale; una ragazza contraddittoria e impegnata a maneggiare con cura il suo futuro mentre è divisa fra due uomini. Renate alias Julie vive a Oslo ed è una spavalda outsider dal carattere sfaccettato che non vuole lasciarsi imbrigliare, mentre cerca di capire e capirsi in corso d’opera. Così come il film, non catalogabile senza il rischio di sbagliare etichetta, continuamente in bilico tra dramma e commedia, serio e faceto, poetico e cazzeggione. Che dice molto, tanto. Sui rapporti umani qui e ora, ma pure su quelli lì e prima. E non solo. Fortunatamente esistono anche questi piccoli, grandi tasselli che si incastrano alla perfezione nel gigantesco mosaico della storia del cinema.

SUMMER OF SOUL

(Disney+, Sky Primafila)

1 NOMINATION

Miglior documentario

Della ‘Black Woodstock’, il festival musicale che affollò le strade di Harlem per sei domeniche di seguito nell’estate del 1969 ne parliamo ampiamente QUI (LEGGI LA RECENSIONE). “Summer of Soul” meriterebbe il premio per la levatura del reperto, la qualità della soundtrack e per lo spessore del suo valore storico, essendo la testimonianza audiovisiva di una kermesse alternativa e misconosciuta. Ma agli Oscar di quest’anno c’è una vera e propria mina vagante: “Flee”. Il documentario animato sulla storia di un rifugiato omosessuale afgano ha già trionfato agli IDA Documentary Awards ed è candidato anche all’Oscar per il miglior film internazionale, oltre ad essere fra i papabili vincitori del miglior film d’animazione. Facile pensare che una statuetta se la porti a casa. La cinquina degli stranieri vede “Drive My Car” come favorito, così come la corsa dei lungometraggi d’animazione potrebbe ribadire il dominio della Disney Pixar con “Luca”. La nicchia ideale “Flee” se la potrebbe ricavare proprio sbaragliando la concorrenza degli altri documentari candidati. Sarebbe meritata, ma noi tifiamo “Summer of Soul”.

NO TIME TO DIE

(Rakuten, Chili, Appletv, Google Play, Amazon, Microsoft Store)

3 NOMINATION

Migliori effetti speciali

Miglior sonoro

Miglior canzone: Billie Eilish, Finneas O’Connell (“No Time to Die”)

E’ Il venticinquesimo capitolo della serie, il quinto e ultimo con Daniel Craig nella parte di James Bond. Se il film dovesse aggiudicarsi almeno un premio, sarebbe il terzo Bond consecutivo – dopo “Skyfall” e “Spectre” – ad incassare l’ambito riconoscimento e supererebbe l’epoca di Sean Connery, quando il franchise si fermò a due statuette di fila (effetti sonori per “Missione Goldfinger”, effetti speciali per “Operazione tuono”). A segnare il record potrebbe essere la bruciante malinconia della canzone che Billie Eilish ha scritto insieme al fratello Finneas O’Connell (entrambi nati nell’epoca in cui 007 era Pierce Brosnan). Bisseranno il successo dei Golden Globe?

Lascia un commento