SKY PRESENTA “POWER OF ROME”, UN DOCUMENTARIO SKY ORIGINAL CON EDOARDO LEO, CONSIGLIATO SOLO SE AVETE GIA’ VISTO PROPRIO TUTTO QUELLO CHE E’ STATO DEDICATO ALLA CITTA’ ETERNA

Quando non si sa bene da che parte iniziare, si inizia dai dati oggettivi: “Power of Rome” è un documentario visibile su Sky Arte e sullo streaming di Sky, dedicato alla città eterna e al suo eterno idillio/contrasto con le forme del potere, interpretato dal romanissimo Edoardo Leo e diretto da Giovanni Troilo (fotografo e documentarista, autore dell’interessante “Frida Khalo – Viva la vida”).

Pensato come un omaggio un po’ cupo alla città attraverso la storia di alcuni suoi personaggi e vagamente collegato alla relazione che la capitale della civiltà latina aveva col potere, questo film è nato da un’idea di Fulvio Lucisano, il produttore, ovviamente anche produttore dell’operazione. Ora, quando un produttore smette di essere solo quello che ‘caccia i soldi’ e decide di passare al ruolo creativo, possono succedere due cose: o viene fuori un prodotto sapientemente ben fatto (vedi “La squadra” di Domenico Procacci, di cui abbiamo parlato qui ), oppure… Ecco. Questo documentario è venuto fuori oppure.

Un pastiche, ma volendo essere onesti si tradurrà ‘un pasticcio’, che mescola fiction, fiction in bianco e nero con toni onirici, vedute aere da cartolina anni ’70 (solo fatte col drone e non con i gloriosi elicotteri Mangusta dell’aviazione leggera dell’Esercito), teatro dell’assurdo e citazioni latine da primo liceo. Animula, vagula, blandula… la vena poetica dell’imperatore Adriano ridotta a un verso che torna buono giusto per lo stato di whatsapp. Ed è tutto un po’ così. Pretestuoso, interrotto, non ben contestualizzato.

Edoardo Leo, a cui molto si perdona per i suoi talenti e attrattive, interpreta una versione meno spiritosa di sé stesso, un attore che recita Cesare in una produzione internazionale, e che, per motivi che rimangono incomprensibili, si rifiuta di farsi uccidere alle Idi di Marzo da un Bruto fieramente antipatico e scappa dal set. Iniziando così la sua peregrinazione per Roma, sua città natale con cui divide i natali (la coincidenza dell’essere nato il 21 aprile colpirà appena appena i lettori di oroscopi), visitandone luoghi simbolo (‘sai che come molti Romani non sono mai stato dentro il Colosseo?’) e incappando in buchi temporali che lo fanno piombare all’epoca di Cesare, Tito, Adriano, Costantino. Così, girovagando inseguito da un’assistente regista con la vespetta al posto della biga e incontrando qualche contemporaneo che gli lancia la battuta romanesca, Edoardo/Cesare percorre alcune strade significative di una delle città più significative del mondo.

Questa operazione, ancorché con una sua disorganica gradevolezza estetica, non convince. Semplicemente perché chi conosce Roma e la sua storia (diciamo chi abbia fatto le elementari i Italia) conosce anche le poche curiosità che vengono alla luce nel documentario, e chi non la conosce (il pubblico straniero a cui pare indirizzato Power of Rome già nel suo incongruo titolo inglese) non la imparerà certo in questo confusi passaggi storico-narrativi-lirici. La vena metateatrale poi, i dietro le quinte del film che Edoardo Leo starebbe girando nella finzione, non basta a rendere più interessante l’insieme, anzi: il sommesso tono da teatro da camera che il bravo attore romano tiene durante gli intermezzi è la cosa meno rappresentativa di Roma che esista. Se una certa vena malinconica e autocritica appartiene al ‘tipo’ romano, il tono pensoso non lo rispecchia per niente, essendo il capitolino caciarone, rumoroso e verace anche nella sua dimensione più drammatica e nostalgica.

 

L’Algoritmo Umano dunque non sconsiglia di vedere Power of Rome, ma consiglia casomai di integrare la visione con programmi che della splendida, maleodorante, immane capitale di un impero che non esiste più diano un’immagine più completa.

Per chi sia interessato a scoprire i segreti dei luoghi simbolo di Roma, e le storie che si innestano sulla Storia di Roma, non si può citare altri che Alberto Angela, e la vasta, completa, splendida serie di “Ulisse – Il piacere della scoperta” dedicati alla città che sono visibili su RaiPlay (Sotto il cielo di Roma, Roma città eterna, Le meraviglie di Roma, La Roma che non vediamo, Roma sotto Roma…).
Per chi voglia invece calarsi nella Roma attuale, nella sua versione placida e piaciona del centro storico e dei locali fighetti ma anche della verace anima popolana e sincera, ci sono almeno tre programmi da guardare ora.
Il primo è il film proprio di Edoardo Leo, su Sky, “Lasciarsi un giorno a Roma, la dichiarazione di un innamorato cotto della sua città; il secondo è la serie Amazon del regista romano per eccellenza, Carlo Verdone, che in “Vita da Carlo vaga nella metropoli in lungo e in largo, con la disinvolta sicumera di chi è nato e cresciuto davanti a Ponte Sisto; il terzo è lo sguardo straniero e adorante di Ferzan Ozpetek, che nella serie Disney + “Le fate ignoranti rende Roma il più importante, affascinante e contraddittorio dei personaggi della colorata favola bella di Antonia e Michele.

 

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